Nino è un albo illustrato che nasce dalla penna geniale dell’artista argentina Isol, insignita del prestigioso “Astrid Lindgren Memorial Award”. Il libro racconta piccole cose, aprendosi su quotidianità semplici, lo fa con leggerezza e poesia, lo fa con quella discreta ma prorompente ironia che contraddistingue tutte le opere di Isol.
La storia ha inizio con l’arrivo in famiglia del piccolo neonato Nino. Definirlo “arrivo” è riduttivo, perché Isol descrive benissimo il terremoto che scombussola case e famiglie alla nascita di un pargolo. E lo fa con la sua “solita” ironia, dolce e diretta allo stesso tempo.
La casa è tranquilla.
Il quartiere è silenzioso.
Il gatto, addormentato.
La gente, occupata nelle sue faccende.
I giorni si susseguono ordinati: dopo il martedì, viene il mercoledì…
finché non arriva NINO.
E Nino arriva atterrando dal cielo, compiendo la sua discesa tra case e strade, un piccolo bimbo con gli occhi chiusi e le braccia tese verso l’alto.
Lo sconcerto e l’emozione dei genitori sono palpabili.
“Prendetelo, prima che cada!” grida la mamma.
“Ce l’ho, ce l’ho!” si agita il papà.
Nino arriva / completamente urlante / per far sapere a tutti / del suo arrivo.
Le pagine di Isol si susseguono attraverso una voce narrante esterna che sa bene dar voce alle domande e ai pensieri dei familiari (“da dove arriva? dove è stato finora? ci assomiglia?”).
La struttura della narrazione è semplice ma ricca: cosa fa Nino, come è fatto, perché piange, come mangia, come fa la cacca, da dove viene, i primi giochi e movimenti, i gesti, le prime scoperte, le interazioni.
Se il racconto di Nino prende ispirazione dalla biografia di Isol stessa, nella figura del suo primogenito, ho trovato molto bello lo sconfinamento della storia personale per parlare di qualsiasi neonato e bambino: “Ci sono NINO pelati e NINO pelosi. NINO grassottelli e NINO magrolini”.
Nonostante l’approccio descrittivo, non pensiate a un manuale o a un racconto didascalico, tutt’altro! Isol è autrice di grande humor e se la descrizione veicola informazioni talora tecniche, ciò che ne risulta è un racconto divertente sul primo anno (e poco più) di vita di un bambino.
D’altra parte, le illustrazioni fumettistiche di Isol non possono non far sorridere, nelle figure mosse e un po’ caricaturali, in cui domina il tratto a matita dinamico enfatizzato da qualche decisa sfumatura di colore.
L’albo si rivolge agli adulti ma è assolutamente adatto anche ai bambini: la comicità di certe situazioni e la spiegazione di comportamenti di Nino possono essere di grande interesse per un bambino a cui ad esempio è nato un fratellino o anche per ripercorrere insieme a mamma e papà il primo periodo della propria vita.
Il linguaggio è infatti semplice e scherzoso, raramente Isol nomina le cose con il nome proprio, piuttosto ricorre a termini metaforici accattivanti e di chiara comprensione: gli occhi diventano finestrelle con tendine che si aprono e chiudono, da cui talvolta sgorga acqua salata, il naso viene spesso ispezionato con le dita, la bocca dopo il latte emette un “verso di rospo”, la cacca arriva con la “fatina della cacca” che è invisibile ma “lascia una scia odorosa”, ciò che Nino apprende finisce in una “memoria portatile”, e così via.
E si sorride anche per le situazioni in cui i genitori forse si riconosceranno: le prime parole incomprensibili di Nino, gli inconvenienti di percorso (come il vomito, non nominato se non nei disegni), il pianto come “potentissima sirena” e “megafono” attivato per esigenze diverse, la scoperta della propria immagine riflessa nello specchio… E Nino non è solo. Nel gioco, nel prendersi cura, nei gesti, Isol ricostruisce un tessuto articolato di relazioni in un continuo gioco di prospettive.
Il sorriso non nasce solo dal testo e dalle immagini ma dalla meravigliosa interrelazione tra i due. Alla domanda “Nino sapeva dove stava andando quando è partito?”, Isol affianca il disegno di Nino al volante nella pancia della mamma!
E il cibo preferito di Nino, “il latte preparato dalla padrona di casa”, nel disegno diventa un grande seno da cui Nino ciuccia affamato.
Il sorriso è divertimento ma anche tenerezza. C’è una splendida doppia pagina che racchiude una grande commovente verità: vediamo la mamma piangere con Nino in braccio, anche lui piangente e il testo recita “Nino è anche uno specchio. È inutile fingere in sua presenza. Semplicemente, non funziona.”
E poi ancora l’amnesia, quella che colpisce tutti i genitori nel ricordare con difficoltà come era la loro vita prima, senza il loro Nino, quel piccolo “ipnotizzatore” che ora ci ricorda che in fondo, siamo stati tutto dei Nino.
Ma che meraviglia questi libri! Viene voglia di comprarli subito 🙂
Sì! E sono un regalo perfetto!