Atlante delle esplorazioni

Silvia Sai

Da bambina e da ragazza gli atlanti mi affascinavano moltissimo. Aprire un atlante per me significava immergere le mani in un pozzo stracolmo di sorprese. Mi piaceva la sensazione di imprevedibile scoperta ma anche la razionalizzazione schematica delle informazioni. Era un po’ come osservare una vasta e ricca collezione ben ordinata e sistematizzata.

L’atlante delle esplorazioni di Riccardo Francaviglia e Margherita Sgarlata è un bel volume di grandi dimensioni, proprio come si confà ad un atlante, in cui si presentano alcune (21 in tutto) tra le principali esplorazioni nella storia dell’umanità.

E siccome colui che intraprende un viaggio di scoperta è sempre l’uomo (o una donna, purtroppo pochissime!), l’atlante si configura come una galleria di ritratti umani: l’uomo e la sua impresa, i suoi viaggi e le scoperte, vanno a definire i contenuti dell’atlante.

Ci approcciamo dunque a un bel viaggio nella storia, nella geografia ma anche nell’uomo.

Questo atlante è evidentemente pensato per essere apprezzato dagli 8 anni: pur essendo ricco di contenuti e corposo, il testo scritto approfondisce senza appesantire mentre la parte visiva è molto presente. Se qualche bambino desidererà sapere qualcosa in più delle vite e delle esplorazioni raccontate, potrà cercare altre letture più specifiche (in questo senso avrei trovato utile e interessante qualche accenno bibliografico a testi nei quali eventualmente saziare le curiosità sollecitate).
L’atlante delle esplorazioni fa (bene) proprio ciò che un atlante dovrebbe fare: solleticare la curiosità e dare informazioni generali con qualche affondo specifico.

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Il libro si apre con un sommario rappresentato su una linea del tempo sulla quale sono indicati gli esploratori e le esploratrici (solo una donna) di cui nell’Atlante si andranno ad approfondire i viaggi e le vite.
Si parte dai Vichinghi nel 900 per concludere con Umberto Nobile nel 1926. Una breve parte conclusiva è dedicata alle esplorazioni degli abissi, delle vette e dello spazio.

La presentazione di ogni ritratto di esploratore segue uno schema ripetuto e piuttosto intuitivo: nella prima doppia pagina troviamo il racconto della esplorazione, abbastanza breve ma sufficiente a dare un inquadramento generale; a lato la rappresentazione su una cartina dei viaggi compiuti; lo spazio vuoto restante è occupato, con soluzioni grafiche a sé stanti, da alcuni sintetici affondi di curiosità.

Nella coppia di pagine successiva domina un’illustrazione riempitiva ed ampia sulla quale viene riportata una citazione relativa alla figura dell’esploratore, una interessante pausa narrativa e visiva.

Grazie a questa lineare impostazione grafica, la lettura che ne consegue è molto godibile.

Spiccano gli esploratori più conosciuti, da Marco Polo a Cristoforo Colombo, da James Cook a David Livingstone. Si leggono però anche diversi nomi meno noti, come il cinese Zheng He che dedicò tutta la vita ad esplorare in lungo e in largo mari e coste; o Fridtjof Nansen, zoologo e atleta norvegese che attraversò la Groenlandia sugli sci, e lo svedese Sven Hedin che scrisse più di 25.000 lettere durante il suo lunghissimo viaggio in Asia Centrale a fine ‘800; fino agli inglesi Burke e Wills che nel 1860 esplorarono a piedi l’Australia orientale dove poi morirono.

A dominare sono certamente i viaggi verso il Nuovo Mondo e verso l’Oriente per rispondere a interessi economici e di potere, alla ricerca di nuove terre e nuove rotte commerciali. I viaggi tuttavia, soprattutto per certi esploratori come ci spiega bene l’autore, eramonda e sono motivati anche dal desiderio di conoscere il mondo, non solo nel suo aspetto fisico e nella sua rappresentazione cartografica ma anche come luogo che ospita diverse specie viventi (pensiamo alle importanti ricerche di Alexander von Humboldt).

Molti intraprendevano viaggi per sfidare se stessi, un altro esploratore o una rappresentazione dominante della società. Il viaggio compiuto dalla statunitense Nelly Bly, passata alla storia per essersi affermata come giornalista investigativa, è in questo senso esemplare: nel 1889 fece il giro del mondo in soli 72 giorni, certamente anche un segno di rivincita rispetto all’immagine ottocentesca della donna.

Spesso i viaggiatori hanno lasciato il segno nella Storia e nella geografia, molti sono i luoghi che riportano i nomi degli esploratori (pensiamo ad esempio a Bering o a Magellano); è anche attraverso monumenti e musei che i viaggiatori sono oggi ricordati, come ci raccontano i brevi approfondimenti nell’atlante, insieme ad altre curiosità.

Lo sapevate, ad esempio, che lo scrittore Roald Dahl deve il suo nome all’esploratore norvegese Roald Amundsen? O che il marinaio e cartografo James Cook nei suoi viaggi (e quanto viaggiò!) aveva con sé sempre una capra addetta a produrre il latte per gli ufficiali? E che Umberto Nobile portò la sua cagnetta Titina nei suoi viaggi a bordo di un dirigibile al Polo Nord negli anni ‘20 del secolo scorso?

Non sono tutte storie a lieto fine, quelle degli esploratori: chi si metteva in viaggio sapeva di sfidare rischi enormi. Alcune vite hanno solamente sfidato e sfiorato la morte, come quella di Shackelton, altre l’hanno invece incontrata nell’incontro con i nativi delle terre esplorate, a causa di malattie, fame, o naufragi; altre esistenze si sono concluse nel mistero.

Un atlante dunque che racconta di uomini, di viaggi, di imprese eroiche e impossibili, di scoperte: mi sembrano tutti ottimi ingredienti perfetti per imparare e lasciarsi affascinare!

ATLANTE DELLE ESPLORAZIONI
Riccardo Francaviglia (testo), Margherita Sgarlata (illustrazioni)
National Geographic Kids – White Star
Anno di pubblicazione: 2018
104 pp.
Prezzo di copertina: 16,90 euro

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2 risposte a “Atlante delle esplorazioni”

  1. Vi ringrazio di cuore per aver saputo raccontare così bene l’atlante. Un libro a cui siamo particolarmente affezionati.

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