C’è un Rinofante sul tetto!

Silvia Sai

C’è un Rinofante sul tetto!
Questo libro merita attenzione già dal titolo, così intrigante, e dalla splendida copertina, con quella casa alta e stretta, spettrale, le ombre e gli alberi scheletrici e quei due occhi luminosi sul tetto, e infine un bambino, piccolo, “schiacciato” nelle dimensioni dall’abitazione.
Come non desiderare aprirlo per scoprire cosa accade all’interno?
Grazie a LupoGuido, nuovissimo marchio editoriale, direttamente dal Sudafrica giunge a noi questo bell’albo illustrato, egregiamente confezionato nella grafica, nel formato (rettangolare e verticale) e nella scelta della carta.

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L’ambientazione è dunque palese. La paura evocata è quella vissuta da Daniel, un bambino alla sua prima notte a casa dei nonni. Apparentemente tutto è familiare e normale (la lettura del nonno, la canzoncina della nonna), ma le illustrazioni già fanno presagire i timori a venire. Infatti, rimasto solo nella stanza, al buio, Daniel ha gli occhi sbarrati (come per tutta la storia!).
La storia si dipana nel continuo sforzo di Daniel di contenere le sue paure, tentando di mostrarsi coraggioso e impavido, abbracciato al suo orsacchiotto di peluche, affrontando le proiezioni terribili che si scatenano prendendo le forme più incredibili.

Si sa, la paura e il buio amplificano l’immaginazione che spesso gioca brutti scherzi, soprattutto se si trascorre la notte in un luogo poco familiare. A questo punto l’avventura diventa davvero importante, e la paura si trasforma in orrido fascino; qualcosa che non fa chiudere gli occhi ma scrutare e indagare ogni singola forma e profilo e rumore nella stanza.

Il letto però
non è comodo
come il suo.
La stanza gli sembra
più buia della sua.
E sente
uno strano rumore
sul tetto:
come di animali enormi
e pesantissimi
che danzano
e saltellano
intorno al comignolo.

È chiaro dunque che in queste condizioni è del tutto naturale per Daniel, e per chiunque altro oserei dire, convincersi della presenza di Rinofanti sul tetto, di Coccopotami in bagno, o di una Dragoraffa blu nell’armadio e ovviamente di un Cervorilla sotto il letto (attenzione! questi splendidi nomi, e loro derivati, potrebbero entrare nel lessico familiare, a noi è capitato così!).
Ciò che Daniel vede è reale, e lo vede anche il lettore, in magnifiche e impressionanti tavole a doppia pagina raffiguranti con stupefacente realismo queste creature spaventose e animalesche.
Tra una pagina e l’altra affiora sempre Daniel, con gli occhi sgranati, nascosto tra le coperte, in piccoli squarci di disegno accanto al testo. Testo che non perde occasione di alimentare la suspense insistendo su un linguaggio ben ritmato ed espressivo (i mostri sono di volta in volta “orribili, viscidi, orrendi, spietati, viscidi…”).

Il ribaltamento nel cuore e nella mente di Daniel, e il conseguente scombussolamento della normalità, si esprime perfettamente nelle illustrazioni: surreali e oniriche ma così tridimensionali e dettagliate da parer vive.
Daniel entra nella messa in scena della paura, a sottolineare la realtà dei suoi sentimenti: lo vediamo su una barchetta in mezzo al mare della vasca con il gigante Coccopotamo o in cima alla testa del Cervorilla, che ovviamente è sbucato da sotto il suo letto.
Daniel, sempre minuscolo di fronte alle enormi creature.
Potentissima questa rappresentazione visiva della paura!

E mentre il testo mantiene un ritmo martellante, tra dialoghi serrati e inquietanti rallentamenti e pause, i disegni giocano senza sosta con luci e ombre e cambi repentini di prospettive.

A stemperare la paura, che non diventa mai angoscia, ci sono i dettagli un po’ buffi e decontestualizzanti (come l’orsacchiotto da ricercare nelle illustrazioni sempre sballottato qua e là dai mostri) e un pizzico di ironia.
Ma ciò che durante tutta la storia va davvero a rassicurare Daniel, e il lettore, è soprattutto la presenza paziente e incoraggiante dei nonni.

Il dialogo con loro è costante e ripetuto; sono loro che rispondono alle grida di Daniel, scacciando i mostri con piccoli stratagemmi e riportando la realtà alla sua dimensione familiare e di normalità: un pigiama nell’armadio, un rubinetto che goccia…
Sono sempre loro a infondere fiducia e coraggio in Daniel lasciando al contempo accoglienza e legittimità all’espressione della sua paura.

Ma badate bene. Questa è una storia vera.
Per i bambini tutto ciò che accade è vero. Solo i più grandicelli, e solo sul finale, accolgono il suggerimento esplicito dell’autore (il mostro peloso sui piedi è il gatto della nonna e non un leone!), ripercorrendo all’indietro anche gli altri fraintendimenti di Daniel.

In lettura ad alta voce l’albo funziona benissimo: i bambini amano le storie enigmatiche, in cui non è proprio tutto chiaro ciò che accade, quelle in cui loro come lettori/uditori sono chiamati cento con domande per capire, cosa è vero e non vero (perché alla fine se lo chiedono sempre!). I bambini amano le storie di paura, soprattutto se ascoltate in gruppo e se corredate da illustrazioni spaventevoli e ricche di dettagli da scoprire.

C’È UN RINOFANTE SUL TETTO!
Marita van del Vyver (testo), Dale Blankenaar (illustrazioni), traduzione di Virginia Portioli
LupoGuido
Anno di pubblicazione: 2018
32 pp. | 17 x 29 cm.
Prezzo di copertina: 14 euro
Età di lettura: dai 4 anni

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