A prima vista, clown è solo un pupazzo. Vecchio e inutile per giunta, come scopriamo nella prima pagina mentre lo vediamo gettato con decisione in un bidone della spazzatura, insieme a un mucchio di altri pupazzi.
Fin dall’inizio (la copertina!) intuiamo che clown non è un semplice pupazzo, e questo grazie alla maestria di Quentin Blake che riesce a donare poliedriche forme di espressività ai suoi personaggi, con significative variazioni di tratto.
Poi il clown si anima davvero e Blake apre il suo dialogo con i bambini lettori: sono loro che vivono ancora l’affetto per un pupazzo e si intristiscono nel vederlo maltrattato, sono loro che non si stupiscono della sua vivacità, sono loro a tenere ancora aperti gli occhi alla magia del quotidiano. Gli adulti, ci dice chiaramente Blake, non la scorgono più: per loro il clown è solo un pupazzo inanimato, maleodorante e sporco.
Clown è davvero un eroe: piccolo, indifeso, rifiutato da tutti, vivrà la sua personale storia di riscatto e rivincita. Ha un cuore grande perché il suo primo e unico pensiero non è salvare se stesso, gli basta darsi una sistematina e recuperare un paio di scarpette azzurre, ma i suoi amici pupazzi nella spazzatura. Come ogni eroe dovrà affrontare peripezie e superare pericoli disseminati in una città grande, frenetica e rumorosa.
Ma può lui farcela da solo? Clown cerca i bambini per le strade e a loro si rivolge chiedendo aiuto, quasi fossero i suoi aiutanti magici (e non è che, forse, è proprio lo sguardo dei bambini sul clown a renderlo vivo? Le chiavi di lettura sono infinite…). E questi bambini come sono? A voler osservare e riflettere in chiave critica si coglie chiaramente la visione dell’infanzia veicolata dall’autore: bambini tenuti al guinzaglio, fotografati da frotte di adulti compiaciuti, o sollecitati a spicciarsi in gran fretta.
Clown mette in campo le sue risorse, ciò che sa meglio fare: divertire, attirare l’attenzione, distrarre con gesti, espressioni, giravolte e acrobazie. Questo è il suo modo di comunicare e di entrare nella realtà, modificandola. Che sia di fronte a un cane inferocito o a un piccino piangente in culla.
La straordinarietà di Blake sta nel trascinare, letteralmente, il lettore al fianco del piccolo eroe in questa corsa contro il tempo (immaginiamo che il bidone prima o poi sarà vuotato!), contro i pericoli e le ingiustizie, in cerca di aiuto e ascolto verso la salvezza. I bambini partecipano all’avventura, meglio sarebbe dire condividono, perché l’aspetto emotivo ed empatico di questa storia è potente e immediato.
Pare di assistere a una continua danza movimentata, complice il rapido tratto a schizzo caratteristico di Blake. Seguiamo il corpicino flessibile e sinuoso del piccolo clown muoversi continuamente – per sua volontà o per volontà altrui – sballonzolato, in caduta libera da un albero, poi gettato in aria… appare sempre così piccolo, “schiacciato” da persone e cose più grandi di lui!
Ma Blake è autore esperto e sa come creare il ritmo perfetto. Al rumore, al caos, alle corse e alle cattiverie affianca attimi rallentati di sospesa magia: un tramonto incandescente, un gesto di estrema delicatezza, uno sguardo di complicità e cura…
Occorre un po’ di attenzione nel leggere le sequenze narrative e seguire i movimenti. È un libro che va gustato senza fretta, più volte, per cogliere i passaggi logici, i dettagli, le interazioni tra i personaggi. Apparentemente semplice, come ogni silent book, racchiude una complessità tutta da indagare. Per questo lo consiglio a bambini grandicelli in lettura autonoma, oppure a bambini più piccoli ma in lettura condivisa e accompagnata.
La storia suggerisce molti pensieri che hanno a che fare con la libertà, la solidarietà, l’indifferenza, il coraggio, la resistenza, l’amicizia e molti altri… può schiudere interessanti dialoghi e confronti ma, mi raccomando, non imprigioniamola in rigide categorie tematiche perché questa storia è innanzitutto un’emozionante avventura!
P.S. Se vi piace Quentin Blake come autore di storie scritte e non solo disegnate dovete assolutamente conoscere il suo Zagazoo!
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