Cosa sta sotto? Misteri e inganni da narrare

Ada

Il tema del “Cosa sta sotto?“,  filo conduttore della prossima Notte dei Racconti del 24 febbraio a Reggio Emilia, richiama immediatamente alle menti dei più anche il tema del mistero, dell’inganno, del non detto. Ed eccoci dunque ad esplorare un terzo filone di libri da narrare, oltre a quelli già presentati nei post delle scorse settimane.

cane_nero_levi_pinfold
cane_nero_levi_pinfold
cane_nero_levi_pinfold

Cane Nero

di Levi Pinfold
Terre di Mezzo editore

Un giorno un cane nero fece visita alla famiglia Hope, sbirciando dalla finestra all’interno dell’abitazione. Il primo ad accorgersi della presenza del cane nero è il padre che immediatamente telefona terrorizzato alla polizia. Pagina dopo pagina, con ritmo incalzante, la paura si diffonde tra i componenti della famiglia.

Secondo il ben noto e comune meccanismo sociale alla base di molte paure condivise e irrazionali, i membri della famiglia si passano parola suggerendo soluzioni (“spegni le luci!… chiudi le tende!… nascondiamoci sotto le coperte!”), ingigantendo così la causa della paura stessa: nelle loro parole il cane nero si trasforma da “grande come una tigre” a “grande come un elefante”, a “Tyrannosaurus Rex”, infine a “grande come l’Incredibile Hulk”.

A spezzare la spirale della paura, arriva la più piccola di casa, Small che inaspettatamente decide di uscire per incontrare questo essere terribile, tra gli avvertimenti dei familiari che prontamente corrono a costruire un’assurda barricata casalinga: “ti sgranocchierà la testa! ti rosicchierà le ossa!”

E invece, Small, certo un po’ stupita della grandezza del cane, comincia con lui un gioco di inseguimento, quasi una sfida sull’onda di una cantilena “se mi vuoi seguire, ti devi rimpicciolire”, una corsa che potremmo definire di “addomesticamento”. Vedere, conoscere, trascorrere del tempo, giocare: in questo modo Small addomestica il cane, simbolo delle proprie paure, che tavola dopo tavola appare sempre più piccolo e ridimensionato.

Puoi leggere la recensione completa del libro qui.

Suggerimenti per la narrazione

Allestimenti: utilizzare una piccola sagoma di cartone nero a forma di testa di cane che allontanata da una fonte luminosa diviene sempre più grande a simboleggiare l’ingigantirsi della paura fra i membri della famiglia.

Gesti: sottolineare il grande e il piccolo (siano essi il cane o Small) semplicemente con lo sguardo che si rivolge a guardare in su un essere gigante o in basso un piccolo individuo. I gesti della paura possono essere quelli del chiudere una porta o una finestra, del nascondersi dietro le braccia, del raggomitolarsi sulla sedia. Small invece gioca e ciò si può rendere, rimanendo comodamente seduti, ad esempio battendo i piedi a terra come in una corsa o in salti a piè pari, dondolare le gambe come su una piccola altalena, far finta di acchiappare una farfalla ecc.

Voce: interrompere la narrazione con una filastrocca cantata che la piccola Small ripete come un mantra scaccia paura mentre il cane nero la rincorre.

Il contadino e il diavolo-page-001

Il contadino e il diavolo

di A.A.V.V. Emme Edizioni

Tratta da una storia della tradizione popolare questa fiaba, semplice da leggere per lettori alle prime armi e al contempo divertente e accattivante, racconta di come con l astuzia si possa vincere anche il diavolo. Un semplice contadino giunge con il suo carro su un campo incolto di proprietà del diavolo e gli domanda il permesso di coltivarlo. Il diavolo, credendosi scaltro, glielo concede dicendo che tutto ciò che fosse cresciuto sopra terra sarebbe stato suo mentre al contadino sarebbe rimasta la parte sotto terra. Il contadino, che conosce molto meglio del diavolo l arte della semina, pianta delle patate, lasciando a becco asciutto il proprietario! Lanno successivo il diavolo, credendosi più furbo del contadino, chiede la meta che sta di sotto e di nuovo il contadino lo gabba andando a seminare grano. Continua la lotta a chi  e più furbo che vede perennemente vincitore il contadino e un diavolo sempre più furibondo.

Suggerimenti per la narrazione

Allestimenti: utilizzare un tavolo, eventualmente coperto da un telo, il cui piano diventi simbolo della superficie della terra. Da sotto il tavolo ecco spuntare una patata piuttosto che spighe di grano sopra alla sua superficie. Alternativamente, se dotati di una buona mano sul disegno dal vivo, costruire durante il racconto il sopra e il sotto semplicemente con una riga su un foglio e, di volta in volta, arricchire il campo con patate piuttosto che spighe di grano.
Effetto simile ma in modo piu semplice si puo ricreare semplicemente con un cestino dentro cui riporre gli ortaggi o il grano man mano che il contadino li raccoglie lasciando a becco asciutto il diavolo.

Gesti: sottolineare il gesto della semina e del raccolto semplicemente con una mano che si apre a spargere semi o si china a raccogliere frutti.

image

La notte

di Wolf Erlbruch Edizioni E/O

Un bambino che si sveglia in mezzo alla notte e non ne vuole più sapere di dormire, trascinando un assonnato e poco propenso papà in giro per la città alla scoperta del buio e di quello che vi si nasconde.   Noi vediamo ciò che vede il bambino mentre compie la passeggiata notturna. E sono cose meravigliose, surreali, fantasmagoriche, perché ai suoi occhi la notte, quella che lui voleva vedere, si popola di Mickey Mouse volanti, di gorilla con grossi orologi al polso, di conigli seduti in tazze giganti, di Alici nel Paese delle Meraviglie che gli porgono una pallina colorata. Sono personaggi silenziosi, che appaiono e scompaiono.  Mano nella mano con il bambino, c’è il papà, il suo passo pesante e trascinato, gli occhi assonnati, la barba incolta, il pigiama sotto il cappotto. La storia è costruita su un doppio punto di vista, quello del bambino che si lascia stupire e interagisce con il surreale, e  quello dell’adulto che al contrario perde un’occasione per tornare bambino.

Se volete saperne di più sul libro date una occhiata alla recensione completa qui.

Suggerimenti per la narrazione

Un libro complesso da narrare perché fatto di visioni oniriche e difficilmente descrivibili con le parole.  Suggeriamo una narrazione a due voci, dove l’unica voce che usa la parola e quella del padre, fra uno sbadiglio e l’altro, con lo sguardo assonnato perso nel vuoto. La voce del bambino invece, che di fatto nel libro non parla praticamente mai, viene resa attraverso la suggestione di immagini.

Allestimenti: potrebbero essere ricreate le situazioni di irrealtà onirica in modo più  o meno complesso. Ad esempio usando la tecnica delle ombre cinesi, ove sagome dalle forme e dagli atteggiamenti inconsueti, popolano il telo come in un sogno. In alternativa lo stesso effetto può essere ricostruito anche con una lavagna luminosa su cui appoggiare oggetti di uso comune per costruire situazioni o immagini surreali.

Se invece si vuole lavorare su un piano di maggior semplicità e possibile proiettare sullo sfondo della passeggiata le bellissime immagini del libro.

Se cerchi altri spunti di lettura per la notte dei racconti a tema “Cosa sta sotto?”

Condividi questo articolo sui social

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *