Crictor

Silvia Sai

Leggere Tomi Ungerer significa abbandonarsi al più delizioso assurdo e ironico senso di normalità. Equivale a sguazzare in una cornice dove tutto è normalmente bizzarro, e in cui i bambini sono perfettamente a loro agio.

Ungerer non infantilizza, non addolcisce, a tratti è spiazzante e disturbante, non compiace gli adulti. Ungerer parla davvero ai bambini.

Tempo fa ascoltai un breve intervento in cui l’autore motivava la sua predilezione per protagonisti animali non certo amorevoli o esteticamente belli; nelle sue storie troviamo infatti maiali, avvoltoi, pipistrelli, un serpenti… Ungerer aveva un’idea chiara in testa: non importa chi sei ma cosa dimostri di fare con le tue azioni (non sono forse i miei amati Mellops una famiglia “d’azione”?). Puoi essere anche un boa costrictor ma se ti comporti come un serpente buono ecco che sei buono.

Ho trovato interessante che alla luce di questo pensiero si possano leggere tutti i suoi libri, anche se essi restano, è importante sottolinearlo, estranei a qualsiasi esplicitazione pedagogica o moraleggiante.

Dei Mellops già ho scritto, di altri libri scriverò perché fortunatamente alcuni editori stanno rieditando diversi libri ormai introvabili se non nelle biblioteche. Oggi vi parlo di Crictor, edito da LupoGuido, giovane casa editrice che sta dando nuova vita e veste alle storie di questo grandissimo autore, recentemente scomparso. Crictor vide la luce in versione originale nel lontano 1958 ma resta di una freschezza, sì un po’ démodé, unica! Rispetto alle edizioni italiane precedenti, LupoGuido lo ripropone in una raffinata copertina rigida con costa di tela, e con una nuova traduzione, più asciutta e vicina, a mio avviso, alla poetica di Ungerer che amava essere preciso e andare dritto al punto.

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Crictor racconta di un’anziana ed elegante signora, Madame Bodot, che un mattino riceve un dono di compleanno dal figlio lontano, studioso di rettili in Africa. Nello strano pacco a forma di O c’è nientemeno che un serpente. Braccia all’aria e un urlo, la signora è ben più che stupita!

Madame Bodot non si scoraggia, si reca allo zoo e, appurato che il serpente non è velenoso, bensì “solo” un boa constrictor, decide di chiamarlo Crictor.

Ricevendo un nome, il serpente trova subito il suo posto in famiglia, composta nella cittadina solamente da Madame Bodot che riversa sul rettile ogni premura materna (biberon compreso!). E’ delizioso e divertente scoprire la nuova quotidianità di Madame Bodot, così impeccabile e raffinata, perfettamente a suo agio con un boa constrictor, persino a passeggio per la città, con tanto di guinzaglio e pacchetto appeso tra i denti (denti?)!

Nel testo essenziale e quasi cronachistico Ungerer racconta i “fatti”, lasciando invece ampio spazio ai disegni, quasi fumettistici con tratto nero sinuoso e qualche riempimento di color verde, a completare con espressività e sentimenti. Parole e disegni fluttuano nell’ampio spazio bianco della pagina quasi a far risaltare il dialogo tra queste due parti narrative che si armonizzano scintillando di ironia, tratto distintivo di molti libri dell’autore.

Crictor è un albo originale anche per la singolare struttura narrativa dove l’attenzione del lettore è richiamata da alcuni cambi di direzione che rendono la storia molto più che un incontro/amicizia tra una signora e un animale strano. A un certo punto, ad esempio, Crictor va a scuola  – scopriamo che Madame Bodot è una maestra – ed ecco che Ungerer inserisce due doppie pagine, tipo abbecedari, su ciò che Crictor ha imparato (lettere e numeri).

Dopo questa sospensione giocosa, la narrazione riprende con altre scenette, questa volta ambientate a scuola, di giochi tra il serpente e i bambini (esilaranti!), per poi incontrare il problema che darà la svolta verso il finale, facendo di Crictor, infine, l’eroe della cittadina, con tanto di statua e parco a suo nome.

, a quel punto, diventa l’eroe della cittadina, con tanto di statua e parco a suo nome.

Ecco che il serpente, non di certo un animale-eroe nell’immaginario collettivo, grazie alle sue azioni buone, diventa “amato e rispettato da tutti”, non solo dall’anziana signora che fin da subito aveva dimostrato un amore incondizionato.

Che dire, Ungerer costruisce una storia divertente, frizzante ed emozionante al contempo, lasciando un bello spazio bianco all’immaginazione dei bambini lettori, non tanto suscitando in loro domande, ma solleticando il desiderio di continuare a fantasticare sui personaggi e sulla storia: quante altre cose divertenti e originali potrebbero fare Madame Bodot e Crictor insieme? Quali altre cose potrà imparare a scuola? Quali altre forme potrebbe assumere Crictor per giocare e essere d’aiuto agli umani?

A ben pensarci, l’idea delle pagine che lasciano potenziali scie di immaginazione e fantasticherie anche dopo la lettura è qualcosa che contraddistingue la poetica di Ungerer. Una poetica, vista così, ancor più attuale e preziosa, oggi.

CRICTOR. Il serpente buono

di Tomi Ungerer

Traduzione di Gabriella Tonoli

LupoGuido

Anno di pubblicazione: 2019

32 pp. | 20 x 27 cm.

Prezzo di copertina: 15 euro

Età di lettura: dai 3 anni

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3 risposte a “Crictor”

  1. FRANCESCA ha detto:

    Molto bello

  2. carolina ha detto:

    NON HO COSA DIRE E MERAVIGLIOSO

  3. carolina ha detto:

    STUPENDOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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