Penserete che queste belle (forse) parole di introduzione siano frutto di una mia eccessiva interpretazione del testo. Invece no, e chi conosce il primo racconto lo sa bene: tutto ciò affiora in modo naturale ed evidente nei sette racconti.
Il primo racconto – In una notte di temporale – che apre questa nuova raccolta resta a mio avviso il migliore e insuperabile. Se non altro perché il lettore entra nel libro come onnisciente e può godersi con divertimento ed emozione l’evolversi dell’incontro.
Un lupo e una capretta si trovano a trascorrere una notte di pioggia e fulmini in una capanna, casualmente insieme, entrambi spaventati dal temporale.
Solo il lettore conosce le due identità che restano ignote a lupo e capra, complice il buio, che offusca le forme, e il frastuono del temporale, che copre frasi importanti (ad esempio cosa entrambi mangino).
La notte si riempie così di dialoghi che si trasformano in complicità.
Fino all’ultimo il lettore è tenuto abilmente sospeso dall’autore in ciò che avverrà: il lupo scoprirà che colei che trova conforto accoccolata accanto a lui è il suo cibo preferito, ovvero una capra? e la capra capirà che le parole amiche gli giungono dal suo peggiore predatore? e che accadrebbe se si scoprissero a vicenda?
Con grande maestria narrativa, In una notte temporale si conclude con una sospensione, un saluto, un appuntamento al giorno successivo, per vedersi alla luce del sole, e riconoscersi alla parola d’ordine “in una notte di temporale”.
I sei nuovi racconti narrano lo sviluppo della relazione in quella che comprendiamo essere, già dal secondo racconto, un’amicizia.
È a inizio della seconda storia che scopriamo come è andata la mattina successiva alla notte di temporale, nel dialogo tra Mei e Gabu mentre ricordano con divertimento lo stupore nell’essersi riconosciuti come lupo e capra.
I titoli e le ambientazioni dei sei racconti richiamano il primo: In un giorno di sole, Nella nebbia, In un giorno di pioggia a dirotto, e così via. Ci sono le colline, i prati d’erba, le montagne rocciose, il torrente, il bosco…
E mentre seguiamo le vicissitudini di Mei e Gabu iniziamo ad intuire di che materia è fatta la loro amicizia (e forse qualsiasi amicizia), cosa fa avvicinare due esseri così diversi e opposti, cosa alimenta il desiderio di incontrarsi: il semplice piacere di chiacchierare, l’incanto condiviso nel guardare la luna che sorge in cielo, l’affiatamento nel vivere avventure, il puro piacere di stare insieme.
Certamente, Mei e Gabu si rendono perfettamente conto della strana natura della loro relazione, ognuno conscio della propria identità così incompatibile con quella dell’altro, amenochè, in nome di un’amicizia, non si compiano i necessari aggiustamenti. Con grande pazienza e fiducia.
Gabu deve trattenere il suo istinto di lupo cacciatore e l’acquolina che a volte sgorga tra le sue fauci quando è accanto a Mei (questo tema ricorre in più racconti), mentre Mei deve moderare la propria atavica paura e sospetto.
Forse è Mei quella più fiduciosa di un cambiamento di lupo, quella che più crede nell’amico, fino ad adagiarsi, stanca e dolente, sulla sua forte schiena, o ad addormentarsi serena accanto all’amico (affamato).
Ma Mei e Gabu non sono soli.
Il gioco delle identità non avviene mai su un terreno neutro e bisogna sempre fare i conti con il pregiudizio nei confronti dell’altro, un pregiudizio collettivo che può persino far dubitare dei propri sentimenti.
C’è una comunità di riferimento, che sia il gregge di capre o il branco di lupi.
Questo il tema dei racconti conclusivi.
Se infatti le prime storie ruotano attorno alla presenza di altri personaggi che minacciano la segretezza della loro amicizia, nonché l’incolumità fisica di Mei (che se la dovrà vedere con il temibile lupo Giro con un orecchio solo), è dal quinto racconto che la loro strana amicizia diventa palese ai rispettivi gruppi, con le prevedibili conseguenze: nuove minacce, nuovi tormenti, nuove decisioni da prendere, nuove avventure, fino alla conclusione, che non sveliamo (forse un po’ artefatta ma bella).
In queste 300 pagine il lettore è trascinato in un dinamico giro di avventure in cui la suspense continua a essere molto forte, seguendo un ritmo ben scandito anche da numerosi dialoghi e pensieri silenziosi di Gabu e Mei.
La lettura è agevole ed è resa ancor più intensa dalle illustrazioni che si accordano egregiamente al testo, in un’alternanza di chiaro scuri, di spazi vuoti e riempimenti densi di significati.
Insomma, un libro che consigliamo vivamente!
Bellissimo libro! Grazie per il consiglio 🙂