Non abbassare lo sguardo

Silvia Sai

Mi sono sempre chiesta cosa si prova a “fare la STORIA“. Mi sono sempre chiesta cosa si prova a “essere eroi”, nel momento in cui si sceglie di dire o fare qualcosa che cambierà per sempre il corso della propria e altrui vita. Dove si trova la forza di dire “no”, di contraddire una regola, una legge, uno stato delle cose. Se nel proprio intimo, nella disperazione, in un senso innato di giustizia, nell’essere uniti in questo ad altre persone… o forse nell’incoscienza?

“Alzati! Lascia il posto al signore!” le ordinò.
“No” disse pacatamente quella donna e, calma e serena, lo fissò dritta negli occhi.
“Ti ho detto di alzarti e lasciare il posto al signore, negra!“.
Rosa non mosse un muscolo e, guardandolo dritto negli occhi come prima aveva guardato me, ripetè decisa:
NO!

L’ho chiesto, un’estate di alcuni anni fa, a mia nonna, partigiana a Roma durante la Resistenza. A mia nonna, di cui porto il nome. “Noi abbiamo fatto ciò che ci sembrava giusto in quel momento. Mica ce ne rendevamo tanto conto… quando ti ci trovi nelle situazioni, trovi anche il coraggio”, così risuonano più o meno le sue parole nella mia memoria.

Uno dei NO più famosi della Storia, è quello di Rosa Parks, una distinta e bella giovane signora, nera, proprio nerabus foto, sarta in Alabama. Chissà cosa ha pensato, quella sera del 1 dicembre 1955, quando con calma e fermezza ha deciso di non cedere il posto ad un bianco, come prevedeva la legge. Una legge che sanciva un’inferiorità indiscutibile dei neri rispetto ai bianchi. L’intera comunità afro-americana e il pastore protestante Martin Luther King, ancora sconosciuto, si mobilitarono contro il suo arresto; il conseguente boicottaggio dei mezzi pubblici a Montgomery, le battaglie per i diritti civili dei neri d’America… e il resto è Storia, come si dice.

Tra le mani ho un piccolo gioiello, il libro L’AUTOBUS DI ROSA di Fabrizio Silei e Maurizio Quarello, edito da Orecchio Acerbo. Non è un libro didascalico nè didattico. E’ un viaggio che avanza nella Storia, attraverso il racconto estremamente delicato di un nonno che quel giorno, sull’autobus c’era. Il nonno racconta al nipote come lui, il coraggio di Rosa non l’ha avuto. Mentre parla al nipote, la sua mano poggia sull’autobus, quell‘autobus, custodito all’Henry Ford Museum.

Quello dove ora sei seduto tu è il posto che occupava Rosa quel giorno.
Questo dove sono seduto io era il mio.
Il posto che cedetti per paura, per non saper dire No.
Guarda le sue foto, impara quanto le dobbiamo.
Non c’è la foto di tuo nonno, perchè ebbe paura, paura anche per lei.
Quel giorno la storia mi passò a fianco ed era un autobus, mi sfiorò e io non seppi salirvi.
 

mano sul busfotoMa Rosa e l’autobus arrivano dopo. Prima ci sono le splendide illustrazioni di Maurizio Quarello che,  affiancate al testo leggero e un po’ scanzonato, ci restituiscono la prospettiva entusiasta e curiosa del bambino, impaziente di vedere dove il nonno abbia deciso di portarlo. Pagina dopo pagina, si entra quasi in un film, complici le illustrazioni dal sapore molto cinematografico.

Poi, s’intensifica il racconto del nonno, cresce l’emozione del bambino, le illustrazioni colorate lasciano il posto al bianco e nero man mano che si entra nella cruda storia di neri e bianchi, di “whites only”, di pestaggi e di Ku Klux Klan. Il nonno parla e il nipote ascolta, e domanda. Cresce la SUSPENCE anche nel lettore, almeno per me è stato così. Sfogliavo il libro velocemente, per sapere come sarebbe andata a finire, per Geremy, che si ribella al bianco mentre lo picchia con un bastone, e per Rosa, che continua a sostenere lo sguardo dell’autista minaccioso. Come è andata a finire, lo so già. Ma è proprio questa la forza del libro, di farci vivere il racconto attraverso gli occhi di un bambino che piano piano apre le pagine della Storia, della sua storia, attraverso le parole del nonno.

Ben si alza e abbraccia il nonno.
Lo stringe, guarda la foto di Rosa, e la gola gli fa male.
Davvero è solo una donna, indifesa come potrebbe esserlo sua madre.
Dunque non servono muscoli, non serve la forza.
Servono forse quegli occhi grandi e quel sorriso sereno.
Serve vincere la paura e sapere di essere nel giusto.
 

In questa fase di vita di mia figlia in cui dice solo NO NO NO, anche quando chiaramente vuole dire SI, penso che forse, un domani, nostro compito sarà anche trasmetterle queste memorie di coraggio, del coraggio di una scelta di disobbedienza, queste storie di NO che hanno fatto la Storia.

L’AUTOBUS DI ROSA

Fabrizio Silei (autore), Maurizio Quarello (illustratore)

Orecchio Acerbo

Anno di pubblicazione 2013

40 pp. | 20×30 cm.

Prezzo di copertina: 11,50 euro

Età di lettura: dai 8 anni

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Per chi vuole svolazzare ancora un po’:

Due minuti di booktrailer: sfoglierete virtualmente il libro mentre l’audio in sottofondo trasmette le parole di Martin Luther King.

Booktrailer

Il sito della casa editrice Orecchio Acerbo offre il pdf del libro e un’interessante proposta di percorsi tematici nelle scuole

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5 risposte a “Non abbassare lo sguardo”

  1. […] último, una ilustración puede introducir un tema histórico-social como fue la segregación racial. La dinámica sería más o menos como la actividad 1 que está más arriba, es decir, mediante […]

  2. Samantha Vernocchi ha detto:

    Grazie, comprerò questo libro di cui mi sono innamorata leggendo questa recensione arguta, intelligente, chiara e concisa.

  3. Giovanna ha detto:

    Silvia i tuoi commenti sono sempre bellissimi e viene voglia di andare a cercare il libro cui tu parli! Grazie!

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