La zuppa dell’orco

Ada

Prima di me lo ha letto Jacopo, un vivace e irrequieto bimbetto di 8 anni compagno di classe di mia figlia. Lo ha preso a prestito nello spazio lettura della scuola. Lo ha finito in un batter di ciglia, lui che fatica normalmente con la lettura e la scrittura. Questa mattina, così a bruciapelo, gli ho chiesto se gli era piaciuto.

Mi è piaciuto tantissimo. Ci sono delle espressioni divertenti!

Ecco ha sintetizzato in due parole quello che grandi esperti di letteratura hanno raccontato con le loro recensioni in più ampia e forbita forma. Ma la sintesi del successo di questo libro illustrato edito da Biancoenero edizioni, che ha vinto il premio Andersen quest’anno nella categoria 6-9 anni, è proprio questa. Può essere divertente e ironico un libro in cui si racconta una storia tragica, triste, che ti strappa il cuore? Beh, il suo autore Vincent Cuvellier e l’illustratore Andrea Antinori, sono riusciti a raccontare con naturalezza e fluidità una storia a tratti terrorizzante e horrorifica rendendola davvero buffa.

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La storia, nel suo plot narrativo, tanto richiama le fiabe classiche di Perrault o dei fratelli Grimm, dove il cattivo è cattivo per davvero, senza pentimenti e tentennamenti e dove spesso questo cattivo è proprio colui o colei che dovrebbe amarti di più, un genitore.

E così è pure ne La Zuppa dell’Orco il cui protagonista, Josef, vive in un paese fatto di neve e di notte. Ha sei fratelli e due genitori che si chiamano così solo all’anagrafe!

Il padre di Josef era un uomo lungo e giallo, e non lavorava mai.
<<Non mi piace lavorare>>, diceva,<<mi stanca>>.

Sua madre era una donna grassa e rossa. e neanche lei lavorava.
<<Non ho tempo, io!>>, strillava, agitando la scopa contro il cielo.

Due genitori scansafatiche e dediti all’alcol, che affamano i figli e li costringono ad andare ad elemosinare per portare a casa i soldi, sono già due soggetti piuttosto inquietanti da mettere in una storia; ma se poi questi due non sono mai soddisfatti del gruzzolo che i figli riportano e decidono che devono diventare ancora più miserabili, poveri e pietosi, chi perdendo la vista, chi divenendo storpio o zoppo?

Josef una notte, preso dai morsi della fame, scende le scale per cercare qualcosa da mettere sotto i denti e coglie i discorsi dei genitori in cucina. Per renderli più miserabili ancora decidono che dovranno tagliare un braccio a uno dei figli, le gambe a una figlia e a Josef caveranno entrambi gli occhi per renderlo cieco.

Ed ecco che nella disperazione più nera, Josef trova dentro di sè il coraggio e la forza per opporsi ad un tragico destino. Il piccolo trova il modo di gabbare la madre ed il padre fingendosi, al risveglio il mattino dopo, cieco. Ma il padre mica ci crede del tutto e così ecco mettere alla prova il figlio sferrandogli un pugno che si ferma a un centimetro dal suo naso. Josef non si muove di un millimetro e il padre si convince sia cieco davvero.

Appena fuori casa il piccolo svela ai fratelli del piano terrorifico dei genitori e decidono assieme che, la mattina dopo, la sorella prescelta, a cui avrebbero tagliato le gambe, si sarebbe svegliata paralizzata e tutti gli altri ciechi. Inizia una escalation di situazioni che divengono grottesche e surreali tanto sono divertenti nella loro malignità.

Come non sorridere davanti all’immagine di sei fratelli in fila, uno con le mani sulle spalle dell’altro, per non perdersi guidati da una sorella paralizzata che trasportano su una slitta?

Scappano di casa e finiscono, come nella migliore tradizione fiabesca, in un bosco. Si perdono e quando temono di non farcela più ecco la casetta con il camino fumante sullo sfondo. Lì ci abita un Orco mangiabambini cieco, disperato, piagnucoloso e molto educato. Ed ecco che le disperazioni profonde dei protagonisti creano comunanze e relazioni. Si trovano nuovi modi per sopravvivere.

Una storia avvincente, che cattura i bambini e che li tiene incollati alla pagina con questo linguaggio così crudo e reale ma anche così vicino ai piccoli lettori che ben comprendono la dimensione in cui tutta questa cattiveria avviene e riescono a prenderne le distanze proprio grazie all’ironia, allo scherzo, al divertimento.

Un libro illustrato adatto ai lettori meno esperti grazie sia a scelte tipografiche che narrative. La storia è decisamente di quelle che ti spingono ad andare avanti nell’ansia di scoprire se Josef verrà accecato per davvero o mangiato dall’orco. Il testo è ben distribuito, semplice da leggere anche grazie al font ad alta leggibilità creato proprio per i lettori che hanno problemi di dislessia, ai paragrafi ben spaziati e ai capitoli brevi.

Unica accortezza…da proporre ai lettori che riescano a comprendere la dimensione ironica e surreale o il rischio è quello di sognare accette, seghe e orchi per molte notti!

LA ZUPPA DELL’ORCO
Vincent Cuvellier (testo), Andrea Antinori (illustrazioni)
Biancoenero Edizioni
Anno di pubblicazione: 2016
64 pp. | Narrativa illustrata
Prezzo di copertina: 11 euro
Età di lettura: dagli 8 anni

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Una risposta a “La zuppa dell’orco”

  1. Gomitoliamo Blog ha detto:

    Una favola noir che… fa ridere! Molto divertente 🙂

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