Ogni anno arriva il 27 di gennaio. Quel 27 di gennaio del 1945 chi c’era lo ricorderà per sempre. Per me il 27 di gennaio potrebbe essere qualunque altro giorno dell’anno. Io quel 27 di gennaio non c’ero.
La GIORNATA DELLA MEMORIA… quella che poi spesso perdiamo per gli altri 364 giorni. Come si suol dire dalle nostre parti “Piutost che gnint le mei Piutost” (piuttosto che niente è meglio qualcosa).
Spesso le ricorrenze mi mettono un po’ in difficoltà. Mi chiedo come si possa esercitare memoria di qualcosa che non si è vissuto, di qualcosa che non si ricorda per davvero. Certo i libri, i film, le mostre, i documentari, le testimonianze. L’altro giorno ho letto il Volo di Sara ad alta voce insieme ad alcuni narratori con cui stiamo preparando una rappresentazione. Mi si rompeva la voce, mi veniva da piangere. Stare dentro, per davvero, a quell’idea, è per un essere umano dotato di una minima sensibilità, impossibile. Non puoi riuscire a ricordare ogni giorno le immagini di corpi ammassati, gli occhi vuoti dei bambini, gli scheletri che camminano come fantasmi nei campi. Non vivresti più…
Ricordarselo un giorno all’anno basta e avanza… poi si chiude la porta e si va avanti. Non sarebbe possibile altrimenti, sarebbe come vivere con un macigno in testa e sul cuore.
Ho deciso allora che nella mia vita porterò MEMORIA di quanto accaduto ad ebrei, dissidenti politici, Rom, omosessuali, disabili, cercando di ESERCITARE PENSIERI DIVERSI… piccoli gesti che nella quotidianità possano segnare una linea di confine fra l’indifferenza e l’esserci, fra il girare la testa dall’altra parte e il guardare.
Esercitare pensieri diversi… ecco, avvicinandomi a questa ricorrenza sono andata in cerca proprio di punti di vista differenti, che spostassero la visione dal massacro, dalla deportazione alla libertà, quella libertà che oggi in Italia è così terribilmente difficile da esercitare.
Ho trovato tante piccole storie in cui la libertà viene esercitata faticosamente, a rischio della propria vita, per difenderne un’altra o per morire con dignità. Un po’ per volta ve ne racconto sul blog.
Era il 1942 quando Paul Eluard, poeta surrealista francese della prima metà del ‘900, clandestinamente, in Francia, collabora alla resistenza scrivendo libri, articoli e poesie contro il nazismo. Scrive anche bellissimi versi sulla libertà che Gallucci, grazie alla traduzione piena di senso che ne fa Franco Fortini, raccoglie in un albo delicato, perfetto e così fragile da maneggiare, proprio come la nostra libertà.
[…] Post di Galline volanti […]
Grazie Galline, bellissimo post! Da non dimenticare anche negli altri 364 giorni dell’anno
Grazie mille Lorenzo…anche per gli altri 364 giorni dell’anno! 😉