Qualche tempo fa Lorenzo Naia, autore del blog La tata maschio, mi ha chiesto di condividere alcune riflessioni sulla tragedia dei migranti morti in mare, le cui vite spesso sono sotto i riflettori mediatici, e altrettanto spesso giacciono silenziose nell’oblio collettivo.
Mi sembrava però troppo difficile trovare la giusta espressione ai miei pensieri. I richiedenti asilo e i rifugiati sono le persone con cui lavoro ogni giorno e nessuna parola mi appariva sufficientemente rispettosa per raccontare le loro vite, ancor più se cariche di dolore e speranze infrante, ancor più se teatro di malumori e invidie, ancor più se queste sono vite bambine.
Poi è successo che ho conosciuto un libro per bambini, amaro, dolce, emozionante e commovente. Un albo illustrato prezioso perchè con estrema delicatezza riesce a comunicare l’indicibile. Mentre leggevo “Un giorno un nome incominciò un viaggio”, un testo poetico e fluente che racconta la migrazione di una bambina attraverso la metafora del nome in viaggio, i pensieri hanno iniziato a prendere forma.
Poi ho assistito ad uno spettacolo teatrale, frutto di un laboratorio condotto dal Teatro dell’Orsa insieme ai rifugiati e richiedenti asilo con cui lavoro a Reggio Emilia, Questo è il mio nome.
Infine, ho incontrato magnifiche fotografie che accolgono, con rispetto e dignità, frammenti di vite lontane e vicine.
E così ho pensato che si poteva fare: raccontare, raccontare di nomi che viaggiano, e arrivano, forse, tra noi.
[I testi in corsivo e le illustrazioni sono tratti dal libro “Un giorno un nome incominciò un viaggio”, di Antonio Boffa e Angela Nanetti, Edizioni Gruppo Abele, 2014. Le fotografie, che non sono parte del libro, sono di Nicolò Degl’Incerti Tocci].
Grazie per la testimonianza che infonde speranza nell’umanità che a volte mi sembra rifiutata da chi forse ha troppo e non sa vedere tante sofferenze.
Grazie a te Cristiana.
Spero e mi auguro che ci siano tante Silvia in giro x il mondo! Ne abbiamo davvero bisogno…grazie
Teresa, sei troppo gentile. Grazie per aver letto il lungo post. E stanne certa, siamo in tanti ad essere sensibili verso il prossimo. Coltiviamo questa sensibilità anche nei bambini…
Mamma mia Silvia.
Ringraziamo pure noi Lorenzo per aver perseverato.
Non ci sono parole, ne libri, ne immagini che possano davvero raccontare. Ma che tu lo abbia fatto con tutte queste cose insieme e, sopratutto, in questi giorni, è importante.
Ho sempre più voglia di conoscerti di persona e di abbracciarti!
Un bacio
Grazie Ana! Anche io non vedo l’ora di conoscerti!! Spero presto!
Grazie Silvia per aver dato voce ai tuoi pensieri. Parole che vengono da lontano, che sono cariche di emozione, di discrezione e cura. Grazie per la condivisione, per aver gettato un ponte verso una comprensione più profonda di una realtà difficile da immaginare.
Grazie a te Alessandra per aver letto il post e aver lasciato un così sincero e caldo commento.
Grazie Silvia, è molto bello quello che hai scritto. Cerco il libro e spero di trovare la forza di leggerlo con le bambine.
Grazie Giulia. Fammi sapere se riuscirai a leggerglielo. Non è un libro facile, nel senso che, come tutti i libri che affrontano direttamente temi delicati, credo che sia più facile proporne la lettura o in contesti mediati (vedi la scuola) o in seguito a sollecitazioni dirette da parte del bambino (vedi notizie mediatiche). Credo però sia un libro da far viaggiare, perché apre molte porte e moltissimi pensieri.
Grazie Silvia, molto toccante. Cercherò il libro.
Meno grazie per le lacrime che scendono. Il tuo testo fa tanto pensare …
Simona, grazie a te, lo scopo del mio scritto era proprio quello di fermarsi e far pensare… 🙂
Mamma mia Silvia! Io però non so, non ho ancora trovato un albo che mi sembra riesca a rendere questo intrico di dolore, speranza, morte, vita, lacrime… È bello leggere le tue parole, mi domando se quelle di libro bastino, ogni proposta in fondo mi sembra una riduzione. Mi sembra non basti. È sconfinato quello che abbiamo davanti, incontenibile, neanche la poesia riesce. Comunque grazie: mi hai fornito un intenso tassello!
Cara Maria, grazie del commento. Hai ragione, e non credo esista un albo o un libro che riesca a restituire questa specifica realtà nella sua complessità. I libri possono, credo, solo aprire squarci nelle nostre menti. In questo post specifico, il libro è servito per dare sostegno alle mie riflessioni, anch’esse peraltro parziali. Ma se non lo conosci ti consiglio di leggerlo, perché restituisce un groviglio intenso di emozioni e pensieri, pur nella sua parzialità. È un libro molto umano. E può essere un valido supporto per aprire delle porte doverose e importanti.