Leggere Tomi Ungerer significa abbandonarsi al più delizioso assurdo e ironico senso di normalità. Equivale a sguazzare in una cornice dove tutto è normalmente bizzarro, e in cui i bambini sono perfettamente a loro agio.
Ungerer non infantilizza, non addolcisce, a tratti è spiazzante e disturbante, non compiace gli adulti. Ungerer parla davvero ai bambini.
Tempo fa ascoltai un breve intervento in cui l’autore motivava la sua predilezione per protagonisti animali non certo amorevoli o esteticamente belli; nelle sue storie troviamo infatti maiali, avvoltoi, pipistrelli, un serpenti… Ungerer aveva un’idea chiara in testa: non importa chi sei ma cosa dimostri di fare con le tue azioni (non sono forse i miei amati Mellops una famiglia “d’azione”?). Puoi essere anche un boa costrictor ma se ti comporti come un serpente buono ecco che sei buono.
Ho trovato interessante che alla luce di questo pensiero si possano leggere tutti i suoi libri, anche se essi restano, è importante sottolinearlo, estranei a qualsiasi esplicitazione pedagogica o moraleggiante.
Dei Mellops già ho scritto, di altri libri scriverò perché fortunatamente alcuni editori stanno rieditando diversi libri ormai introvabili se non nelle biblioteche. Oggi vi parlo di Crictor, edito da LupoGuido, giovane casa editrice che sta dando nuova vita e veste alle storie di questo grandissimo autore, recentemente scomparso. Crictor vide la luce in versione originale nel lontano 1958 ma resta di una freschezza, sì un po’ démodé, unica! Rispetto alle edizioni italiane precedenti, LupoGuido lo ripropone in una raffinata copertina rigida con costa di tela, e con una nuova traduzione, più asciutta e vicina, a mio avviso, alla poetica di Ungerer che amava essere preciso e andare dritto al punto.
Molto bello
NON HO COSA DIRE E MERAVIGLIOSO
STUPENDOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!