A volte nelle storie ci inciampi senza volere, le incontri così, lungo la strada, altre invece le vai cercando, nelle librerie, nelle biblioteche, nella tua mente e nei tuoi ricordi di bambino. Non cercavo qualcosa di preciso, doveva c’entrare la luna. Di libri di lune ne ho letti, sfogliati, osservati, ascoltati tanti ma nessuno mi aveva catturata. Poi all’ultima spiaggia, quasi per caso, eccolo. IL BAMBINO CHE SI ARRAMPICO’ FINO ALLA LUNA di David Almond illustrato da Federico Appel – Salani Editore. Mi ha colpito quasi stordendomi quell’incipit che con sè portava la fatica di un bambino fuori posto
Qualche tempo fa c’era un ragazzo piuttosto solitario di nome Paul che abitava in una città nel Nord dell’Inghilterra. Viveva sottoterra, in un appartamento nel seminterrato di un grande condominio. Sopra la sua testa c’erano piani su piani e famiglie su famiglie.
Questo faceva sembrare il mondo molto pesante e il cielo molto lontano.
E allora ho iniziato a far correre gli occhi sulle pagine e sulle illustrazioni, in bianco e nero, schizzate da tratti volutamente precisi sui particolari dei personaggi che popolano il libro e altrettanto volutamente poco definiti sul mondo che li circonda. Frasi prendevano vita fra le pagine e mi si appiccicavano per non lasciarmi più. È la storia poetica di un bambino, Paul, che Tognolini avrebbe definito “in salita”, che riesce a trovare dentro di sé una briciola di coraggio per uscire dal suo seminterrato…
«Dio Santo!» strillò qualcuno. Paul si voltò. La porta di un appartamento si aprì e comparve una donna. «E’ un ragazzo!» strillò. Paul fece un respiro profondo. “Sii coraggioso” si disse. «Ciao Mabel» esordì Paul.
per salire le scale di questo condominio che in fin de conti è un po’ come la vita. Un libro che ci porta ad esplorare il mondo dell’impossibile che diviene quotidiano
Molly si era seduta davanti col padre di Paul, mentre lui era dietro con sua madre. «Andiamo!» disse Molly. «Dritto per 669 metri, poi la terza a sinistra e la seconda a sinistra quando vede un gatto bianco e nero». Il padre di Paul seguì le istruzioni, poi rallentò. «Ma non c’è nessun gatto bianco e nero» disse. «Certo che c’è!» ribattè Molly. «La signora Wiffen del decimo piano ne ha due! Oh, qui andrà bene! Qui a sinistra, poi subito di nuovo a sinistra!». Il padre di Paul seguì le indicazioni. Tornarono nella strada da cui erano partiti. «Questo è il punto da cui siamo partiti!» disse il padre di Paul. «Certo che no» rispose Molly, «C’era quell’uomo col cappello verde l’ultima volta che siamo stati qui?» «No» rispose il padre di Paul. «Bene, allora» proseguì Molly «come può essere lo stesso posto? Ora, sinistra, sinistra e ancora sinistra, poi destra, destra, destra e ancora destra».
il mondo delle cose che paiono in un modo e si dimostrano essere altro, di ciò che pare infattibile e diviene realtà assurda
«A volte» disse, guardò verso il basso e sentì la faccia bruciare. «A volte penso….A volte penso che la luna non sia la luna, ma un buco nel cielo».
Paul incontra personaggi strambi più di lui
che però gli danno il coraggio di riconoscere le proprie debolezze, di guardarle e, con l’aiuto di mamma e papà, sempre presenti in secondo piano, di superarle, arrampicandosi fino alla luna per dimostrare a tutti che “La luna è un buco nel cielo”. Un libro dall’insolita carica emotiva, attraversato dalla forza della poesia che permette di affrontare temi difficili come la diversità, la libertà, il valore dell’amicizia, il potere delle idee e il coraggio di sostenerle con forza.
Ci sono tanti Paul e Benjamin o Molly che abitano nei nostri condomini. Bisogna solo avere il coraggio di conoscerli!
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