Un libro lieve. Un battito d’ali, o un fruscio.
È il primo libro di Tina, perché è il primo che Ilde, sua sorella ormai maggiore, le ha raccontato, a due settimane di vita.
Dolcemente, pazientemente, una mattina, a letto.
Non accade granché, in questo prezioso albo illustrato, dove tutto è attesa che si avvolge attorno un lieto evento.
In lontananza, nascosto nella natura si intravede, a volte a fatica, un animale avvicinarsi pian piano. Una bambina di rosso vestita lo accoglie, lo invita al silenzio (…shhh…) e l’animale sparisce nella casa. Lo schema narrativo si ripete con animali diversi che, uno dopo l’altro dal più grande al più piccolo, giungono dal bosco.
La vera protagonista, qui, come suggerisce il titolo, è la casa, e assieme a lei il silenzio.
“La casa nel bosco” fa parte di quei libri magnetici, che danno vita ad atmosfere e suggestioni, più che a storie.
L’intensità non si raggiunge con avventure roboanti, piuttosto con la creazione di mondi in cui sembra di poter entrare e vivere (e in questo ricorda molto un altro libro di cui ho scritto). Richiamano la mente all’attivazione dei cinque sensi: sono libri che potrebbero essere descritti metaforicamente con l’udito, l’olfatto, il tatto…
Sarà l’ambientazione idilliaca di una casetta dal tetto rosso immersa nel bosco, saranno le illustrazioni delicate, dal tratto impreciso, pastellate, sfuggenti come gli animali che si fanno strada nella natura boschiva, sarà il continuo raccomandar silenzio della piccola bambina molto cappuccettosa, ma l’autrice riesce ad avvolgere il lettore in una calma e serenità invidiabili (una calma simile, quasi zen, l’ho trovata in questo silent book, lo ricordate?).
E dunque, non è un libro dalle avventure adrenaliniche.
Eppure, c’è pathos. Una narrazione lenta ma incalzante, verso un mistero da svelare. Il gioco narrativo è un continuo vedo-non vedo. L’animale che dal bosco giunge, nella prima tavola è a fatica riconoscibile, poi si svela e sparisce nuovamente, all’interno della casa. Solo le due tavole finali scioglieranno il racconto e l’attesa. Un bimbo, neonato, nella culla, dorme sereno. Gli animali del bosco e la sua sorellina lo accolgono e avvolgono. Una sola illustrazione mostra l’interno della casa, per poi subito rifuggire, con sguardo cinematografico, verso l’esterno, quasi a conservare il prezioso silenzio.
E’ un libro molto adatto ai bambini più piccoli (soprattutto se in attesa di un fratellino/sorellina).
Il testo è conciso ed efficace, ricco di suoni onomatopeici (stomp stomp, hop hop, shhh…), ripetitivo nello schema narrativo. La tecnica dell’accumulo rassicura e crea attesa al tempo stesso, una tecnica gradita e familiare a molti bambini. Gli animali sono caratterizzati efficacemente, troviamo tra gli altri la dolcezza e la goffaggine dell’orso, l’eleganza del cerbiatto, la simpatia dello scoiattolo. E infine, non si potrà rimanere indifferenti al fascino della bambina, che è sola umana nella storia (quindi piccola ma anche grande!), sicura di sé, vera padrona di casa, e della storia. Una bambina-mamma, o meglio già sorella maggiore, in cui senz’altro le piccole potranno immedesimarsi.
E’ un libro che chiede di essere raccontato o letto sottovoce, in un sussurro. Adattissimo a letture sotto le coperte ma anche ad alta voce con tanti bambini. Un libro caldo e rassicurante.
Va gustato come un dolce al cucchiaio a fine pasto. Una mousse al cioccolato, con una punta di peperoncino.
Sto cercando questo libro ! Lo ristamperete ? So che è cercato da molti ma introvabile!
Non siamo casa editrice! Occorre chiedere a Nord-Sud Edizioni (Salani).
Bella questa recensione! Ce l’abbiamo anche noi. Io lo trovo davvero poetico e delicato. Mi piace questa bambina “molto Cappuccettosa”, l’affascinante casetta nel bosco, gli animali, la natura. Ciò che mi ha inizialmente colpito sono state le illustrazioni; però avrei preferito un picchio rosso (non grigio) e uno scoiattolo con la pelliccia rossiccia (come quelli che disegna sempre Axel Scheffler) e non marrone/grigiastra! 😀
Cara Elisa, grazie per il commento, hai ragione, le illustrazione la fan da padrone in questo albo! Il picchio rosso l’avrei preferito anche io 🙂
Bellissimo post! Bentornata…è un libro che adoro. Ne avevo percepito però un’altra sensazione, la richiesta di silenzio accolta umanamente da tutti gli animali, di fronte alla meraviglia della nascita. Mi ricorda un’esperienza raccontata dalla Montessori sulla pratica del silenzio in classe. Portò un cucciolo che dormiva serenamente( mi sembra di cane) e tutti i bambini stettero in silenzio ad ammirarlo, osservando e ascoltando il suo respiro. Nella classe si diffuse silenzio e pace, lo stesso capace di emanare un neonato. Lo stessa che mi da questo libro. Perché a volte il silenzio si ottiene più che con un ordine con la meraviglia.
Alessandra, grazie del commento. Molto interessante la tua riflessione, è proprio vero ciò che scrivi (riportando l’esperienza della Montessori). Per un periodo ho lavorato con adolescenti considerati ‘difficili’ e ricordo benissimo quanto mi sforzassi nel cercare qualsiasi espediente che li potesse meravigliare e catturare così il loro silenzio per poter iniziare la lezione in classe. E la natura, nella sua semplicità miracolosa, è una piccola magia che può davvero rendere superflua e stonante qualsiasi parola.
Un libro delizioso. Ultimamente lo leggo spesso quando sono nel bosco con i bimbi dell’infanzia e riscuote sempre un grande successo!
Grazie del commento Francesca. Leggerlo in mezzo alla natura deve essere spettacolare!
Non potevi scegliere libro migliore per Tina 😀
Grazie Maria 🙂