Lo ammetto, ho un debole per le storie. Nei libri ricerco sempre una narrazione, che sia efficace e fluida. Non importa quanto articolata, una storia può essere anche breve e semplice sia nei contenuti che nella forma. Ciò che mi preme ricercare è un racconto che faccia risuonare vissuti, emozioni, quotidianità e fantasie nei bambini.
Forse anche per questa mia propensione, Ilde non ha mai amato i libri che in qualche modo stimolassero una sua partecipazione “fisica”. Non desiderava nemmeno girare le pagine! Libri con alette, libri coi buchi, libri da scuotere, libri interattivi….raramente li ha degnati di attenzione.
Fin da piccolissima Ilde ha seguito con interesse le letture della buonanotte ma la sua curiosità si accendeva con il racconto, ascoltava la mia voce e partecipava! oh certo che partecipava…verbalmente. Inizialmente con gridolini e versetti, poi, con lo sviluppo del linguaggio, sono arrivate le prime parole e le prime osservazioni. I libri più letti da piccolissima sono state le storie di Kika, e in seguito i Wimmelbuch e i libri della collana I Bohemini. Devo dire che quando era piccolissima (tra i 9 e i 18 mesi) ho avuto non poca difficoltà a reperire libri con storie che la potessero attrarre, e così spesso mi ritrovavo a leggerle libri con figure inventandomi delle vere e proprie piccole storie a partire dalle immagini (tra i più amati: il primissimo libro in bianco e nero -il secondo della foto è uscito solo nel 2015!- “Emma ride” di Jutta Bauer, La Nuova Frontiera Junior, e “Cucù, sono qua!” di Xavier Deneux, ed. Tourbillon).
C’è un altro punto che mi preme precisare. Io credo che i libri offrano spesso un punto di partenza, uno scenario, una scenografia, da cui moltissime storie possono essere immaginate e raccontate. E non mi riferisco solo ai libri senza parole, penso anche agli albi illustrati. Quanti di noi leggono semplicemente il testo senza proporre varianti, dettagli, precisazioni, commenti? Molto spesso sono i bambini a proporci diverse chiavi di lettura. Quanti di noi riescono a leggere il testo senza essere interrotti da domande o commenti che come spinte centrifughe aprono finestre inaspettate di narrazioni?
Molto spesso, nella mia esperienza, se un libro piace a Ilde, la storia si dilunga, si amplia, si arricchisce, si moltiplica, stratificando storie inventate o vissute da noi stessi. Non è questo il bello dei libri? Gli albi illustrati permettono di verbalizzare le fantasie che nascono dalla storia, quella stessa fantasia che nei libri di narrativa, parimenti stimolata, giace racchiusa nei pensieri del lettore.
Ebbene. Tina, la mia secondogenita, a un anno compiuto mostra un interesse diametralmente opposto. Complice forse il fatto che la sua lettura serale è sacrificata per concentrarsi (ahimè, madre degenere!) quasi esclusivamente sulla lettura per Ilde, Tina ama molto i libri con le finestrelle da aprire e chiudere.
Le ho proposto i libri in bianco e nero con cui avevo iniziato con Ilde e, che dire, le piacciono, ma ben presto perde attenzione. I libri di Kika, un po’ iniziano a interessarle ma…
Inizialmente pensavo fosse una fase temporanea, me lo auspicavo se non altro per non dover rinnovare la già ricca libreria ereditata dalla sorella (gulp!). Invece no, proprio le piacciono.
E sono dovuta correre ai ripari!
Dopo diverse ricerche, ho trovato 4 libri cartonati che mi soddisfacevano e che rispondono al suo interesse (aspetto fondamentale). Certamente si tratta di libri che stimolano una relazione con chi legge, ma possono essere anche fruiti in autonomia, una volta fatto proprio il meccanismo delle alette. Sono divertenti, si prestano facilmente a letture ad alta voce imitando i versi degli animali o animando il gioco del cucù.
Tre di questi libri sono editi in italiano (anche se nelle immagini sono in inglese!), mentre solo uno è un’edizione francese, ma ciò non rappresenta un problema dato che il testo si limita al nome degli animali. Ve li presento qui di seguito, ma non sono esaustivi del panorama editoriale di qualità!
Il gioco del “cucù”, si sa, è amatissimo dai bambini fin dai 7/8 mesi. Li diverte e li aiuta a capire che la scomparsa di qualcosa o qualcuno (la mamma!) non è definitiva ma solo temporanea. Non a caso, diversi sono i libri che propongono questo tipo di gioco, facendo leva sul meccanismo delle alette da sollevare e chiudere, un movimento che diverte anche perché stimola la piccola manualità. Il libro di Giuliano Ferri è un esempio molto ben fatto, per diverse ragioni. Innanzitutto perché le alette sono doppie (doppio divertimento!) e di grandi dimensioni (non minuscole come in alcuni libri e dunque difficilissime da sollevare!). In secondo luogo perchè le illustrazioni sono originali, colorate con tinte non banali o troppo accese, i disegni sono chiari, senza essere eccessivamente dettagliati ma nemmeno troppo stilizzati. In ultimo, i soggetti ritratti nel gioco del cucù sono animali, catturano l’interesse dei bambini e incoraggiano la lettura riproducendo versi e suoni onomatopeici. La pagina finale riserva una sorpresa molto gradita ai piccoli: un “animale” tutto da scoprire anche per gli stessi bambini…attraverso uno specchio!
DOV’E’ IL MIO OMBELICO?
Karen Katz
Ape Junior, 2008
Rod Cambell è un autore inglese di indiscussa bravura. Poco noto (purtroppo!) in Italia, ha scelto come destinatari dei suoi libri i bambini piccolissimi. Egli stesso ha dichiarato di amare inventare libri e storie per i bambini della fascia 0-3 anni e in effetti, possiamo dirlo, ha dimostrato di saper comunicare con grande efficacia ai propri piccoli lettori. “Caro zoo” è un esempio riuscitissimo di libro che concilia in modo armonico il gioco della scoperta con una storia (e non, dunque, una successione scollegata di immagini). Nella pagina di sinistra troviamo il solo testo mentre nella pagina destra la storia prosegue anche con una finestrella da sollevare. Molto semplice nei contenuti, la storia ha inizio con un bambino, voce narrante, che chiede allo zoo di poter ricevere un animale da compagnia. In ogni pagina le finestrelle scoprono quale animale lo zoo di volta in volta ha deciso di inviare al bambino. Eh già, perché il bambino narrante non si accontenta degli animali inviati e li restituisce al mittemte…il leone è troppo feroce, l’elefante è troppo grande, il serpente troppo pericoloso, e così via, fino ad arrivare al cucciolo perfetto…un cane! In una successione di pacchi postali via a via sempre più piccoli, ogni animale viene recapitato in una “confezione” appropriata alle dimensioni del contenuto, perciò si avranno pacchi, e dunque alette, di forma, colore, e dimensione variabile. Questo aspetto, unitamente alla semplice storia che si costruisce pagina dopo pagina con la partecipazione attiva del bambino lettore, rende questo libro davvero accattivante. Sfogliare le pagine non risulta un atto meramente meccanico e di scoperta, ma una partecipazione ad una storia. Queste caratteristiche rendono il libro di Rod Campbell interessante anche per i bambini non più piccolissimi.
I miei bambini (5 e quasi 3 anni) invece hanno sempre amato in egual misura libri-narrazione e libri-gioco. Mi piace, mi permette di vivere a 360 gradi l’esperienza di lettura, invenzione, animazione.
È sempre un piacere leggere i tuoi articoli.
Buona giornata.
Ketty
Cara Ketty, grazie a te di leggerci! E sì, quando i bambini apprezzano i libri nella loro varietà è una soddisfazione anche per l’adulto che legge con loro!
Devo dire che anche i primi Spotty sono molto efficaci, per chi ama le finestrelle! “Dov’è Spotty” è proprio azzeccato… Dimensione giusta, alette giuste, disegni giusti e storia giusta!
http://www.fabbrieditori.eu/libri/dove-spotty-4/?refresh_ce-cp
È vero Lisa, Spotty merita anche perché contiene brevi storie. – Anche se la nonna è uguale a Spotty se non fosse per gli occhiali ?