Se penso che questo libro è stato scritto a metà degli anni ’70 mi sorprendo ancor di più per la sua capacità di essere così vero e, a tratti, irriverente, così vicino ai bambini che “vedono” con occhiali speciali il mondo e le persone che lo popolano. Un libro del genere in Italia negli anni ’70 avrebbe portato scompiglio. Un po’ forse lo fa anche oggi, con il suo ribaltamento dei ruoli, le voci di protesta sociale rispetto ad accampate teorie gender, il suo parlare schietto e senza tanti fronzoli.
E’ un libro che ben si presta da proporre nel secondo ciclo della scuola primaria, dai 9 anni in sù, perchè i protagonisti sono proprio specchio diretto per i lettori. E’ piacevole da leggere e accessibile anche ai lettori meno motivati grazie alla possibilità di saltare da un racconto all’altro e al font ad alta leggibilità utilizzato.
Ci sono poi le immagini, curate da Marta Baroni, in bianco e nero che accompagnano il testo e lo vivacizzano, se possibile, ancor di più. Un salto nel tempo, nelle case e fra gli oggetti degli anni ’70, come la macchina da scrivere con cui il trietto inizia a editare un giornale.
Madelief è una serie che in Olanda ha riscosso grande successo, con cinque volumi editi….speriamo escano anche qui da noi i prossimi libri della serie. Chissà perchè ci ha messo così tanto tempo ad arrivare sugli scaffali italiani? Forse perchè non eravamo ancora pronti 😉
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