Ulf Stark riesce sempre a restituire la realtà, anche quella invisibile dei sentimenti, come colta attraverso una lente di ingrandimento, coltiva l’essenzialità e l’armonia del fraseggiare, si aggancia splendidamente allo sguardo bambino.
Piccolo libro sull’amore è un gioiellino di delicatezza e di scrittura che non lascia indifferenti.
Siamo in periodo di guerra, prossimi al Natale, giorni tristi perché forse il papà di Fred non potrà tornare a casa dal fronte.
Quell’inverno non c’erano lampioni accesi e alle finestre erano state messe tende scure per il coprifuoco in modo che i bombardieri su nel cielo non si vedessero le case.
La quotidianità in tempi di povertà e incertezza è fatta di piccole cose che resistono nonostante le ombre incombenti, nell’esistenza di un bambino basta un cuore colmo di nostalgia e in subbuglio d’amore. Colpisce la dolcezza con cui Stark narra la struggente nostalgia di Fred per la lontananza del padre, ma anche la strenua speranza di un suo ritorno coltivata nell’intimità di confidenze alle quali, inevitabilmente, anche noi siamo invitati. Non c’è nulla di più coinvolgente per un lettore che origliare un segreto!
Andai nel guardaroba, senza accendere la luce ma lasciando la porta socchiusa. Dentro, da una presa d’aria arrivava il fruscio del vento. Per terra c’erano le scarpe da ballo di papà, pronte a muoversi leggere sulla pista a ritmo con la musica appena lui ci avesse infilato i piedi. Sopra era appeso il suo abito elegante, quello blu scuro con delle righine chiare. E sulla mensola il cappello aspettava di calargli sulla testa ben pettinata con la lozione. Se strizzavo gli occhi nella penombra, era quasi come averlo davanti tutto intero.
Fred confida al padre il suo amore per Gerda in un sussurro che si tinge di un lieve umorismo, una sottile venatura che accompagnerà poi tutta la narrazione: “Però lo terrai per te vero? Perché non lo sa nessun altro, neanche Oskar. E nemmeno lei, Gerda”.
L’ossatura del libro si nutre dei pensieri di Fred, da lui condivisi in prima persona, insieme a gesti, parole, sguardi, piccoli accadimenti e incontri che riguardano persone che gli ruotano attorno, quasi come angeli custodi. E’ l’appuntamento quotidiano delle confidenze con il padre, i dialoghi spezzati e pieni di complicità con la mamma, le cene preparate prima che lei torni dal lavoro come tranviera; è l’aiutare con puro piacere il vicino Granfors dalle “mani grosse come pale” e il cuore gentile a vendere alberi di Natale (“mi ero accorto che quasi sempre compratore era attratto dall’albero che gli somigliava di più”); è la signora elegante che gli fa un dono prezioso, un boccetto di profumo “come quello di un campo pieno di fiori estivi sbocciati tutti in una volta”; è l’amico Oskar, compagno di giochi e di primi atti di protesta (come apporre dei baffetti hitleriani allo scheletro della teca di scienze a scuola!).
Infine, centralissimo nella storia, l’amore per Gerda, compagna di classe imbattibile a braccio di ferro, che si anima di episodi concreti, taluni buffi, imbarazzanti, altri tenerissimi.
Gerda invece era robusta e aveva i capelli ricci e scuri che sembravano elettrici. E anche la voce nasale. Eppure era solo lei a farmi scaldare tutto. Perché? (…) Il fatto è che una spiegazione non c’era.
Un libro che si legge d’un fiato e si gusta parola per parola, in un inanellarsi naturale che si fa eco potente di sentimenti e atmosfere. Lo consiglio idealmente per la fascia 8-10 anche in lettura autonoma. In lettura condivisa anche dai 6 anni.
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