First snow / La prima neve

Silvia Sai

(First snow è giunto in Italia grazie a LupoGuido che nel novembre 2018 lo edita con il titolo La prima neve)

Il bianco e il nero conservano sempre un fascino speciale nelle illustrazioni, soprattutto se mescolati con scale di grigi e illuminati da un solo colore. E pare proprio che negli ultimi tempi molti illustratori amino questa soluzione, se solo pensiamo alle bellissime pubblicazioni recenti che proprio su queste combinazioni cromatiche giocano. Penso ad Akiko Myakoshi (A tea party in the woods e The storm), a Float di Daniel Miyares, allo splendido Renna Bianca di Kim Sena, interamente privo di colori, a Sidewalk flowers in cui i colori subentrano gradualmente al bianco e nero diventando parte narrativa della storia, o ancora a Giochi di luce, in cui un bambino fa emergere attraverso la luce di una pila dettagli colorati di natura boschiva.

A questi capolavori, si aggiunge lo splendido libro d’esordio dell’artista sud coreana, Bomi Park.
First snow l’ho scoperto per caso durante una frettolosa visita alla libreria Giannini Stoppani di Bologna, una miniera di perle dalla quale mai esco insoddisfatta. E senza alcun dubbio, è diventato tra le nostre storie più amate ad atmosfera invernale. Giungerà anche in Italia? Lo speriamo, ma nel frattempo ce lo godiamo tutto, grazie a un testo inglese essenziale e comprensibilissimo.

First snow - Bomi Park

Bomi Park racconta una semplice storia di scoperta della prima neve.
Una storia di grande atmosfera, lieve, nel testo così come nelle illustrazioni, lieve come fiocchi bianchi nell’aria.
Sono rimasta colpita in prima battuta dalla copertina, in cui vediamo una bambina di bianco vestita, con la sola sciarpa rossa, intenta a formare una palla di neve, in un paesaggio notturno, un cagnolino bianco, un gatto sul tetto. Sfogliando le pagine, si intuisce quanto già la copertina ci racconti delle pagine seguenti.

La storia esordisce con uno splendido “Shhh, listen… do you hear something?” e una bambina che si stropiccia gli occhi assonnata, evidentemente svegliata da qualcosa (la neve che scende copiosa?). Le due tavole iniziali mi ha ricordato molto Anna si sveglia di Komako Sakai, con quella penombra scura dalla quale a malapena si scorgono sagome ovattate nel silenzio. La bambina di Bomi Park osserva la neve attraverso la finestra, si prepara ad uscire – “boot, scarf, hat, gloves” – e l’avventurarsi all’esterno si trasforma ben presto in un vero e proprio viaggio che la protagonista compie, accompagnata sempre dal suo piccolo cagnolino bianco, attraverso la città,  la stazione, e poi tra i campi, sotto la luna, fino ad arrivare al bosco.
Pare quasi un viaggio iniziatico, o un cammino dalla veglia alla dimensione del sogno, metaforicamente rappresentato nel passaggio dall’ambiente urbanizzato a uno sempre più naturale.
Motore del suo incedere è una palla di neve sulla quale la bimba è sempre concentrata, senza mai staccarle gli occhi, intenta a farla crescere sempre più, passo dopo passo.

Siamo noi lettori ad essere invitati ad aguzzare la vista, a scoprire i dettagli accennati, a godere dei chiaroscuri, dei contrasti, delle meravigliose minuzie ricche di senso – spettacolare è la doppia pagina del bosco in cui piano piano il nostro occhio scorge animali nascosti, silenziosi e incuriositi, tratteggiati con qualche nota, lievissima, di colore -.
Lungi dall’essere un insieme di tavole scure dalle quali emergono dettagli bianchi o viceversa, le pagine propongono una varietà di soluzioni sia di contrasti che di prospettive.

Passeggiamo insieme alla bambina, nella pace della città addormentata o della natura silente, a tratti lentamente, a tratti rapidamente; notiamo con simpatia il cane fedele accanto a lei, quel cane che si è allontanato dalla cuccia in cui dormiva con mamma e fratellino, per seguire la bambina, complice quasi di un segreto appuntamento.

A metà tra voce narrante e pensiero interiore, il testo essenziale ci accompagna nel cammino, scandendo i tempi del percorso, enfatizzando con onomatopee i gesti della piccola.

Uno spazio buio (una galleria? una grotta?) in fondo al quale si scorge una luce, rappresenta una svolta narrativa, quasi un passaggio verso un mondo nuovo, forse ancor più fantasioso. In una sequenza splendida, osserviamo la bambina, sempre più affaticata ma determinata, spingere la palla di neve ormai più grande di lei, e giungere in un luogo strano, un vasto campo innevato popolato di bambini, volti sorridenti, entusiasti, concentrati, ognuno connotato da un dettaglio rosso, ognuno dedito a ultimare il proprio pupazzo di neve. Immaginiamo tutti quei bambini essere giunti nel campo rotolando la propria palla di neve, lentamente, silenziosamente.

Che cosa possono fare tanti bambini di notte in un prato con i loro pupazzi di neve?
Ovviamente, volare.
Sì, la pagina più spettacolare del libro ritrae un cielo bianco di neve costellato di pupazzi di neve, moltissimi. Ognuno abbracciato, o per mano, al suo bambino.

La scena finale ritrae l’esterno della casa della bambina, la cuccia dei cani, un pupazzo di neve con la sciarpa rossa, il cagnolino bianco che gioca allegramente. Cosa fu, un sogno? Certamente la magia della prima neve. First snow.

LA PRIMA NEVE
Bomi Park
LupoGuidohttps://www.guidotommasi.it/lupo-guido/catalogo/la-prima-neve
Anno di pubblicazione: 2016 | 40 pp. | 23 x 19 cm.
Prezzo di copertina: 13 euro

Età di lettura: dai 3 anni

First snow - Bomi Park

Ancora neve?

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