Salvo…uno di noi

Ada

Salvo ha un nome che già di per sè racconta una storia ed insieme a questa una precisa provenienza geografica. Non ho mai conosciuto un Salvo trentino o emiliano da generazioni. Scorri l’albero genealogico e ritrovi un pezzo del nostro sud Italia. Anche il Salvo del libro, pur abitando a Milano, ha discendenze siciliane. Undici anni, una Sicilia conosciuta solo attraverso le parole dei genitori. Una terra da cui il padre ha deciso di prendere le distanze, rompendo drasticamente i legami con la famiglia di origine, orgogliosamente e dichiaratamente mafiosa.

Il padre di Salvo nasce e cresce in una famiglia e una comunità in cui la mafia viene riconosciuta come forma di governo,  come datore di lavoro, come protettore. Salvo e le mafie – edito da Sinnos – è un libro che racconta la mafia da un punto di vista inconsueto, almeno nei libri per bambini e ragazzi. La racconta dal di dentro, con gli occhi di colui che, pentito,  collabora con la giustizia e ne paga le conseguenze in carcere, con la famiglia sotto copertura.

Il libro è scritto con competenza e conoscenza profonda del sistema mafioso da chi la mafia la studia da tanti anni: Riccardo Guidoformatosi nel volontariato, nell’associazionismo e nell’antimafia sociale, dal 2000 collabora con la Commissione Parlamentare Antimafia, per la quale ha curato a lungo i rapporti con il mondo dell’informazione. In questi anni ha partecipato alla stesura delle principali relazioni approvate dalla Commissione.

Presenta una mafia che si è evoluta nei modi e nell’organizzazione. Lontana dagli stereotipi veicolati a lungo dai mezzi di informazione e terribilmente vicina alla mafia che stiamo recentemente scoprendo in Emilia, dove è in corso, un po’ all’insaputa di tutti, il più grande processo di mafia di sempre, ancora più importante del maxiprocesso di Palermo. E questo processo è in corso proprio nella nostra città dove i bambini e i ragazzi la mafia non sanno neanche che faccia abbia, ma hanno scoperto di viverci gomito a gomito. Senza parlare di noi adulti che pensavamo di vivere in un’isola felice. Un’isola in cui forse l’ignoranza, nel senso nobile del termine, ha permesso che le infiltrazioni mafiose permettessero di costruire veri e propri imperi economici. Mi sono chiesta a lungo quanto noi cittadini e le nostre istituzioni abbiamo chiuso gli occhi per comodità e quieto vivere…anche questa forse è connivenza!

La mafia che racconta Guido non è solo quella della strage di Via Portella delle Ginestre, dei cento passi di Peppino Impastato, di Capaci e Via d’Amelio. E’ anche la mafia che ha fatto del business e dell’alta finanza la propria mission, investendo nei campi più disparati a partire dalle speculazioni edilizie. Il padre di Salvo è un mafioso in giacca e cravatta, ha studiato, conosce bene le leggi e il fisco. Figlio di mafiosi che è stato mandato al nord a studiare e vivere per permettere l’infiltrazione mafiosa in ambiti maggiormente redditizi.

Qualcosa però si inceppa nel meccanismo dinastico di perpetrazione dell’associazionismo mafioso. Nasce Salvo. La sua mamma e il suo papà iniziano a guardare il mondo con occhi diversi, con lo sguardo di chi vuole per il proprio figlio una vita migliore. Faticosa e difficile è la scelta di ribellione perchè diviene scelta di pentimento e di delazione.

I lettori vengono posti di fronte ad una visione di tradimento diversa. Non più la delazione vista negativamente ma vissuta come svolta e capacità di prendere le distanze da ciò che è sbagliato. L’autore racconta in una intervista:

“Ho fatto una scelta diversa proprio perché per i ragazzi il tema del tradimento è complesso, difficile da accettare” spiega. “Per loro, nell’ottica della vita in classe, chi parla è una spia. Invece il messaggio da far passare è importante: senza i pentiti, non avremmo ottenuto l’80 per cento delle informazioni sulla mafia”.

Il senso di ribellione che incarna il padre di Salvo può essere, più semplicemente, ricondotto alle quotidianità di tutti i giorni per i nostri bambini e ragazzi, legandolo a piccoli gesti di dissenso e di pensiero differente rispetto a quello del gruppo o del prepotente di turno. Il non stare in silenzio di fronte ad una piccola angheria, il riportare comportamenti sconvenienti di amici e compagni. Anche questa è ribellione.

Ricordo ancora un episodio che ha un po’ del surreale ma che al contempo mi ha fatto riflettere molto. Mia figlia più grande, dopo aver letto il libro e dopo un percorso a scuola fatto con Libera, associazione che da più di vent’anni promuove la lotta contro le mafie e la diffusione di una cultura della legalità e della giustizia, mi ha letteralmente colta in fragranza a commettere un reato che, nella mia testa, era ben lungi dall’essere paragonabile a mafioso ma che lei invece aveva ben chiaro esserlo: la macchinetta del caffè mi aveva erogato la bevanda e al contempo mi aveva anche restituito i soldi che io prontamente mi ero rimessa in tasca rallegrandomi, per una volta, che invece non me li avesse fregati lasciandomi a becco asciutto.

Mamma sei una mafiosa se fai così…ti rubi i soldi!

Ecco in quel momento ho colto l’importanza di un piccolo gesto di ribellione, per lei però importante, forte e profondo. Abbiamo lasciato i soldi nella buchetta del resto…

I nostri figli spesso ci fanno vedere come la ribellione possa essere esercitata a livelli e su piani alquanto diversi e come sia possibile farlo nelle quotidianità, nel non voltarsi o chiudere gli occhi davanti alle piccole cose, nel perorare le proprie idee e convinzioni, nel non ignorare. La conoscenza sta alla base del processo di scelta consapevole.

Il libro può essere strumento utile anche per un lavoro di didattica in classe perchè propone interessantissime schede di approfondimento che permettono al lettore di documentarsi in modo immediato e completo sulla “storia della mafia”: si tratta di tabelle, grafici, focus tematici sulle stragi, le associazioni antimafia, il mercato della droga.

E’ inoltre graficamente accattivante, grazie alle diverse modalità utilizzate: le illustrazioni a fumetti di Sergio Riccardi tipiche delle graphic novel, la parte di racconto narrativo, le schede e i box di approfondimento rendono il libro flessibile ed utilizzabile in diversi contesti, sia in lettura autonoma che in lettura collettiva a scuola, certamente per lettori delle scuole secondarie di primo grado e oltre.

Io l’ho letto con grande interesse perchè mi ha permesso di conoscere fatti storici e retroscena che ignoravo. Mi ha permesso di iniziare a capire fenomeni complessi e soprattutto di attivare la voglia di saperne di più documentandomi sul processo Aemilia e parlandone. Perchè, come ha detto il giornalista di Repubblica Giuseppe Baldessarro durante un incontro di presentazione del libro

“Se ciascuno di noi si forma diventa capace di riconoscere le mafie e dunque di scegliere. “


SALVO E LE MAFIE

Riccardo Guido (illustrazioni di Sergio Riccardi)

Sinnos – Collana: Nomos

Anno di pubblicazione: 2014

63 pp.

Prezzo di copertina: 13 euro

Età di lettura: dai 11/12 anni

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