Lo dichiaro fin da principio… di PAPA’ RACCONTASTORIE appassionati ne conosco alcuni (pochi) ma penso che il mondo ne sia felicemente popolato. O meglio lo siano le fortunate famiglie che ne sono dotate. Un padre super richiesto al momento della buonanotte che traghetta i propri figli nel mondo dei sogni, lasciando la mamma ad anticipare le faccende che altrimenti le sarebbero toccate alle ore più improbe della notte.
Immagino padri dalla voce profonda a raccontare storie di cavalieri, d’armi e d’amore, sotto lo sguardo di bimbi incantati.
Certamente ci sono… trovarli è il difficile, esserseli scelti come compagni, quando raccontar storie era idea ancora distante nel proprio percorso di vita, è come vincere al lotto.
Beh ecco la figura del papà raccontastorie io non l’ho mai sperimentata… sarà che il mio di papà proferisce due parole all’ora… Cercando nella memoria, ho vaghi ricordi di un nonno in poltrona cui attribuisco notevoli similitudini con il suddetto padre che ha generato…. non c’è due senza tre… potevo cercarmi un compagno appassionato narratore?
Mio marito ha tantissimi pregi, è un uomo che non cambierei con nessun altro al mondo (anche perché la fatica di 23 anni di strada insieme chi me lo fa fare di ripeterla!?!), che del rispetto reciproco e della libertà di ciascuno ha sempre fatto bandiera, persona colta e interessante durante le cene con amici ma se tocca un qualcosa di morbido …allora è finita!
Capite bene che, rientrando mediamente alle otto di sera, il momento della lettura con le nostre figlie necessariamente si riduce a quello della buonanotte, accanto a loro, sul letto… La scena cui normalmente assisto è quella di bambine che scendono verso valle perfettamente sveglie, seguita da recupero con paranco del marito spiaggiato per liberare il giaciglio delle pulzelle.
Eppure, ho scoperto che non si addormenta sempre e comunque ma che ci sono storie e racconti che lo tengono sveglio e creano un perfetto ponte radio con le sue figlie.
I FILONI NARRATIVI SONO DUE…
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