Il racconto ha il sapore di una fiaba antica, raccontata a voce mentre ci deliziano illustrazioni minute, precise e coloratissime che affiorano racchiuse in cerchi color seppia, quasi quinte di teatro che si aprono ad ogni pagina.
Tutto qui è piccino, ma ricchissimo, la minutezza dei segni comunica grazia, ordine e cura, come quella che Ping, anch’egli piccino, dedica al seme donatogli dall’anziano Imperatore, a lui come a moltissimi altri bambini del regno, tutti desiderosi di riportare dopo un anno il fiore più bello ed essere così scelti come successori al trono.
La Cina affiora con decisione in questo racconto, non solo nella figura dell’Imperatore, meraviglioso nel suo abito regale, nella splendida architettura del palazzo e dei giardini rigogliosi di vegetazione e animali, ma anche e soprattutto nei bambini e bambine, tutti così diversi e unici con i loro gesti, volti, espressioni, movenze e vestiti.
Alcune pagine sembrano un incantevole inventario botanico e umano.
Ma torniamo a Ping che, con estrema dedizione si prende cura del seme dell’Imperatore. Per tutto un anno se ne occupa, ma dal vaso non spunta nulla. Eppure Ping, sempre più deluso, continua a curarlo. Finché arriva il gran giorno e tutti i bambini con i loro abiti più belli si recano dall’Imperatore. Mostrare la bellezza dei loro semi ora germogliati in splendidi fiori.
Ping si vergogna e viene deriso dagli altri.
Ma come è possibile che proprio il suo seme sia l’unico a non essere germogliato?
L’Imperatore non è sciocco e nell’erede cercava onestà e coraggio, che solo Ping ha dimostrato di avere.
Fin da subito empatizziamo e facciamo il tifo per Ping, e non potrebbe essere altrimenti, perché questa è la classica storia della rivincita del piccolo, debole e deriso dagli altri. Ci impegniamo con lui, soffriamo, perseveriamo, un po’ ci vergogniamo, infine sorridiamo.
Una splendida fiaba con un ritmo e una composizione visiva e testuale equilibratissima, in essa ogni elemento dice qualcosa e sembra essere disposto con l’attenzione di un prezioso contagocce.
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