Haru è sveglia, intraprendente e curiosa. Ed è tremendamente scocciata perché i genitori hanno deciso di trascorrere una lunga vacanza estiva, come non succedeva da tempo, tutti e tre insieme in un villaggio di appena venti case di legno sulla montagna di Tenchiyama, un villaggio senza elettricità e senza rete telefonica.
Questo l’inizio del libro.
Conosciamo dunque Haru mentre sbuffa e risbuffa man mano che comprende in quale condizione di isolamento (dai suoi amici e dalla città di Tokyo) è costretta a vivere il soggiorno. Il suo umore si rabbuia sempre più mentre i volti dei genitori si rilassano e rifioriscono di gioia (per Haru immotivata) al pensiero di un periodo a contatto con il silenzio e la natura lontano dal lavoro in fabbrica e al supermercato.
A bene vedere Haru comprende l’importanza di questa vacanza per l’unità della sua famiglia e nel corso del libro emerge più volte il suo affetto per i genitori e la gioia di vederli sereni. In questo, non è una preadolescente stereotipicamente ribelle.
Questo il contorno e il contesto.
Poi iniziano ad accadere cose, tante cose strane. Haru vede, sente, percepisce presenze sconosciute e innaturali. Di pari passo con la curiosità e le esplorazioni di Haru prende forma un mondo invisibile, che a lei risulta invece estremamente visibile e reale, popolato di mostri e spiriti di cui Haru prima ignorava l’esistenza.
Quella vacanza che si preannunciava noiosa e asfittica si rivelerà una grandissima avventura, surreale, a tratti pericolosa e piena di colpi di scena. Sarà un mese di crescita per Haru che si confronterà, in totale autonomia dal mondo adulto, con spiriti malvagi e mostri ambigui, con leggende e misteri da risolvere, nemici da sconfiggere, paure da superare.
In questa avventura Haru avrà al suo fianco due compagni preziosi, due altri bambini, anch’essi villeggianti in quello strano posto, ai quali Haru si avvicinerà lentamente, con iniziale sospetto e disinteresse. Il maldestro Kenta e il supponente Shin saranno insieme a lei gli eroi di questa storia che scombussolerà l’ordine conosciuto e confortante delle loro vite per poi riassestarsi in una rinnovata forma, più matura e consapevole, ma piena di incanto, come al risveglio da un sogno.
Seguire Haru e i suoi amici nelle loro peripezie tra mostri, paure e leggende del passato, vederli affrontare le proprie ombre, interiori ed esteriori, è davvero affascinante. Accanto all’azione ci sono snodi narrativi quasi poetici e filosofici, molti sono gli spunti di riflessione!
Come viene precisato in una nota iniziale, questo libro è anche una sorta di enciclopedia dei mostri e degli spiriti propri della tradizione giapponese. Alcuni sorprendenti, altri affascinanti, altri ancora sconvolgenti, non sono solo mere forme e nomi: i mostri incarnano e riflettono paure e sentimenti propri dell’uomo con cui, si comprende infine, vivono in uno stretto legame culturale. E’ un vero piacere scoprirli insieme ai protagonisti all’interno della storia e conoscerne la forma attraverso i disegni che li ritraggono in ordine alfabetico disseminati tra le pagine!
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