Amo le storie che racconto e i bambini che le ascoltano

Galline Volanti

Entro nella biblioteca “Ospizio” di Reggio Emilia, e so già che Leonardo ci sarà.

C’è sempre, o con la mamma Rosy o con la nonna. Mi guarda e ci salutiamo sorridenti. Leonardo non ha ancora 3 anni, è un bimbo avido di storie, le assapora tutte dall’inizio alla fine e poi le commenta; mi dice quali libri gli sono piaciuti e quali no e perché. E’ sempre attratto dal fatto che io riesca a leggere tendendo il libro davanti a me mostrando i disegni e so che a casa lo fa anche lui, perché è una cosa difficile e a Leonardo piace l’idea di riuscire anche lui a fare lo stesso, un giorno o l’altro. E quando dopo qualche anno di storie ascoltate gli propongo di leggere un libro agli altri bambini assieme a me non sta più nella pelle. Si prepara tantissimo, e durante la lettura succede anche che mi sgrida perché io sbaglio una frase e lui no, ma alla fine mi perdona perché è soddisfatto.

Diego invece è innamorato di me.

Lo dico con orgoglio perché mi guarda come nessuno mi ha mai guardata, con un mezzo sorriso stampato in faccia anche quando sto parlando con altri. Mi ha portato un fiorellino rosa e per Halloween mi ha dato i biscotti confezionati in un disegno fatto da lui.
Mi ama talmente tanto che ha ascoltato tutti gli “Sporcelli”, che sono una storia per bambini di almeno 6 anni, senza fiatare, e lui ne ha quasi 3.
Mi ama talmente tanto che Angela la bibliotecaria ha dovuto dirgli che avevo mal di denti per farlo smettere di piangere un pomeriggio che si è presentato in biblioteca e ha scoperto che non c’ero io a leggere. E poi la prima volta che mi ha rivisto mi ha chiesto subito se mi era passato il male.
Mi ama talmente tanto, che era disposto a rinunciare alle polpette per venire con me a casa mia. Alle polpette, la cosa che adora di più al mondo! Diego ascolta, interviene, partecipa assieme agli altri bambini e alla fine, dopo che ci siamo tutti salutati, mi viene vicino e mi chiede se leggiamo una storia solo io e lui. Quando c’è Diego finisco sempre la lettura pubblica con lui seduto di fronte a me che ascolta il libro che ha scelto lui o che sceglie tra quelli che ho appena raccontato.

Illustrazione di Marie-Louise Gay

IMG_0064

Maja il sabato è sempre in biblioteca “Panizzi”, con il suo papà.

Si fa leggere le storie da lui ma se ci sono le letture si gode la doppia abbuffata, privata e pubblica. Ha 2 anni e mezzo e si siede davanti. Ne conosce tantissime e la sfida è trovarne una che non conosce. Le chiedo sempre, all’inizio o alla fine, se conosceva il libro e ormai questo è diventato un nostro gioco in mezzo agli altri bambini. Non è un problema se le leggo una storia che conosce già, le piace ascoltare le storie anche più volte, ma se riesco a sorprenderla con una novità, siamo doppiamente soddisfatte.

In “Panizzi” c’è anche Arianna, 3 anni, con la frangetta nera e gli occhi pungenti che mi guarda fissa e non ride mai.

Arianna è serissima, ascolta, al massimo annuisce e poi se ne va. “Devo riuscire a farla ridere!”, me lo sono detta la prima volta che l’ho incontrata e ci ho lavorato molto, scegliendo libri divertenti, facendo facce e voci buffe, ma nulla, lei mi guarda, ascolta, e poi se ne va.
La mamma mi ha detto che ride pochissimo, non è triste, è solo seria. E allora sono sempre più determinata e alla fine, dopo molti tentativi ci riesco. Sto leggendo “Il drago dalle 7 teste”, non è un libro particolarmente divertente ma Arianna prima sorride e poi ride. Ce l’ho fatta! Io e Arianna diventiamo amiche: mi manda le cartoline quando va in vacanza, ho l’onore di essere l’unica adulta che lei invita al suo compleanno, mi dice sempre cosa sta leggendo e quando la sua mamma le ha chiesto perché è mia amica, lei ha alzato semplicemente le spalle.

Illustrazione di Edward Ardizzone

IMG_0061

Poi ci sono tutti i bambini timidi, quelli che partono in braccio ai genitori e che non vogliono sedersi sul tappeto con gli altri.

Io non forzo mai nessuno a fare nulla: se un bambino vuole stare in braccio alla mamma, se vuole girare tra tutti gli altri bambini, se prende altri libri e li sfoglia, se si siede al contrario, io li lascio fare. Cerco spesso i libri più coinvolgenti, quelli che ci fanno giocare, quelli ai quali devono partecipare anche loro per far proseguire la storia, quelli dove si deve indovinare.
Solitamente con “Il libro cane”, “Vicino Lontano”, “A caccia dell’orso” o “Un libro”, nessuno resiste e riesco a catturare l’attenzione di tutti. Ho scoperto che mi ricordo spesso i loro nomi. Così comincio sempre presentandomi e chiedendo a tutti come si chiamano, e continuo a chiamarli per tutta la lettura cercando di non perderne neppure uno, per far partecipare tutti. E quando li ritrovo ad un’altra lettura, salutare Emily o Gemma o Pietro chiamandoli per nome fa piacere a loro e per me è come rivedere un amico.

Durante le letture i libri e i bambini sono i protagonisti.

I bambini li lascio parlare, se mi interrompono li ascolto, rispondo alle loro domande, tengo in considerazione quello che dicono. Se ce ne sono che disturbano, cerco di farli entrare nella storia. Non sempre riesce tutto e spesso il caos regna sovrano, ma non sono lì per fare bella figura o per leggere alla perfezione, sono con loro per divertirmi e trasmettere il piacere dei libri e delle storie. E credo che loro sentano se sei lì per loro o per te stesso.

Illustrazione di Fiep Westendorp

Illustrazione di Fiep Westendorp

Giovanni ha 4 anni, è molto timido ed è venuto per la prima volta in Panizzi per carnevale.
C’eravamo io, Patrizia, Claudia e Anna vestite da Storionaute. Ogni anno per carnevale ci travestiamo e giriamo in tutte le biblioteche della città. Siamo state maiali, galline, pecore, mucche, conigli e biscotti. Quest’anno eravamo degli astronauti che viaggiavano tra le storie e sulla tuta avevamo incollato i disegni dei libri più amati dai bambini come veri ricordi di viaggio.
Giovanni è arrivato con il suo papà un po’ in ritardo e non era vestito perché non lo sapeva.
È uno di quei bambini già grandi da piccoli, non bellissimo, tranquillo, educato e riservato. Ha ascoltato e si è divertito ma rimanendo sempre un po’ in disparte. Alla fine abbiamo invitato tutti i bambini la settimana successiva alla biblioteca di Rosta per l’ultima lettura di carnevale.
A Rosta avevamo appena cominciato quando è arrivato di corsa Giovanni vestito da prestigiatore con tanto di mantello e tuba. Luciano, il bibliotecario, mi ha detto che è entrato dicendo: “Mi ha invitato quella signora là – indicandomi – posso entrare?”. Stupendo tutti, si è presentato come prestigiatore e ha estratto un fazzoletto colorato dalla manica. Poi è rimasto in piedi tra noi lettrici intervallando le storie con giochi di prestigio. Il padre alla fine mi ha detto che è stato costretto a prendere un’ora di permesso dal lavoro perché Giovanni voleva assolutamente andare con lui e con nessun altro alla lettura di carnevale.

Giovanni non l’ho più rivisto, magari è stata una magia del carnevale di quest’anno che spero si ripeta anche il prossimo. Arianna adesso ha 12 anni, ora siamo amici anche con i suoi genitori e i suoi 2 fratelli e ci vediamo spesso. Lei è in piena adolescenza, adora i fantasy e segue blog di ragazzi come lei che scrivono. Maja sabato non c’era, ha cominciato le elementari e forse non la vedremo più tanto spesso. Diego invece è ancora innamorato di me, mi aspetta i martedì ad Ospizio e fin che dura me lo godo.

Qualche tempo fa Angela della biblioteca “Ospizio” mi ha dato una lettera.
Era un elaborato fatto da Leonardo per partecipare ad un concorso indetto dalle biblioteche reggiane sulla lettura. Nel testo Leonardo si dichiarava un grande lettore, e dava il merito di questo ai suoi genitori, alla scuola e soprattutto alla Caterina, una signora che gli ha letto un sacco di belle storie in biblioteca quando era piccolo. Io sono cresciuta di 5 chili all’istante e mi sono emozionata. Poche settimane dopo in centro la mamma di Leonardo con una bancarella stava raccogliendo fondi per la scuola vendendo torte. Mi sono fermata a parlare con lei e l’ho ringraziata per le belle parole di Leonardo.

E in quel momento è passato Leonardo correndo con gli amici.
L’ho fermato, l’ho salutato e lui mi ha risposto educatamente ma ho capito che non mi aveva riconosciuto. E ho trovato la cosa bellissima! Non si ricordava di me, della mia faccia, della mia persona. Si ricordava che Caterina gli leggeva i libri, che lo faceva divertire, che l’ha aiutato a capire che nei libri ci sono storie bellissime e che vale la pena di scoprirle.

Io sono stata solo il tramite e sono riuscita a trasmettere l’amore e la passione che ho per i libri illustrati.

Illustrazione di Tom Gauld

Didascalia prova

Sono una lettrice da una decina di anni; ho cominciato un po’ per protesta perché lavorando negli ipermercati odiavo vedere i bambini che il sabato e la domenica giravano annoiati tra gli scaffali e Nati per Leggere a Reggio Emilia mi è sembrata da subito un’ottima idea alternativa da proporre invece di un weekend di shopping. Ho fatto il corso, ho cominciato a leggere e poi da subito mi sono innamorata dei libri. Ho scoperto un mondo bellissimo e magico, ho scoperto storie e illustratori.

E poi ho scoperto i bambini; leggo ad alta voce e entro nella vita di un bambino per un periodo breve ma intenso della sua vita, che lui non ricorderà più crescendo, ma io sì. I bambini che ho conosciuto me li ricordo e sono diventati i personaggi del mio personalissimo libro illustrato a cui, ad ogni lettura, aggiungo un capitolo.

Caterina

Caterina frequenta da qualche tempo il nostro gruppo di lettura Libri sCOVAti. Una sera d’inverno, al termine dell’incontro, fuori dalla biblioteca, ancora mille libri affollavano le nostre menti…e Caterina raccontava. Non raccontava dei suoi libri preferiti durante le letture ad alta voce, nemmeno delle tecniche di lettura. Raccontava dell’amore per quei bambini e quelle storie. Nomi, volti, occhi, ricordi. Ne siamo rimaste folgorate. La tecnica è importante, la voce, la gestualità, la postura, l’esperienza, certo, ma crediamo sia bello ricordare ciò che probabilmente accomuna molti  lettori ad alta voce: l’amore per i bambini.

Grazie Caterina.

Condividi questo articolo sui social

5 risposte a “Amo le storie che racconto e i bambini che le ascoltano”

  1. Dario De Lucia ha detto:

    Che bellissimo articolo! Il mio nipotino Diego è sempre felicissimo di venire alla biblioteca di Ospizio!

  2. Chiara ha detto:

    Grazie del delizioso racconto, lavoro in una piccola biblioteca e lo farò leggere subito a Silvia, la nostra bravissima e fantasiosa lettrice volontaria!

  3. scaffalebasso ha detto:

    Bellissimo racconto!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *