Questo albo illustrato mi è stato segnalato da un’amica di mio marito. La trama mi ha subito incuriosito e l’ho cercato in biblioteca. Ho scelto di parlarvene perché apre una finestra originale sulla relazione tra papà e figlia, in una storia al tempo stesso ordinaria e speciale raccontata dal drammaturgo francese Ionesco e illustrata da Katharina Busshoff. Sì, Ionesco ha scritto anche un pezzo teatrale tratto dalle storie che lui stesso raccontava alla propria figlia: “Racconto n. 4 per bambini di meno di tre anni”. In seguito, da questo racconto è stato creato l’albo illustrato, disponibile nell’edizione italiana grazie alla casa editrice Il Castoro.
Giosetta e il suo papà

Giosetta e il suo papà
Che in casa della piccola Giosetta sia accaduto qualcosa, appare chiaro fin dall’inizio. Frontespizio e prima pagina ci mostrano una casa disordinatissima: il pavimento del corridoio, da cui si intravede la cameretta di Giosetta, è cosparso dei più svariati oggetti… cuscini, perline, matite colorate, insalata, calzini, peluche, fogli e carta igienica! Cos’è accaduto?
Come ogni mattina, accompagnata dalla sua tartaruga (vera?), Giosetta bussa alla camera dei genitori. Lo spettacolo che le appare davanti agli occhi è decisamente insolito. Non solo la mamma non c’è, e ciò spiega molte cose, ma il papà giace sdraiato a letto con l’aria di chi ha trascorso la sera precedente a gozzovigliare. Le tracce sono inequivocabili (e alquanto buffe): torta, salsicce, birra, uova al tegamino, lecca lecca, patatine fritte, il tutto sbocconcellato e abbandonato con incuria.


Ionesco spiega subito. La mamma è andata in campagna qualche giorno a riposarsi dalla nonna (in seguito a un litigio?) e il papà ha approfittato per lasciarsi un po’ andare. Ora ha mal di fegato, mal di pancia, e mal di testa, e proprio non vuole alzarsi.
Ma c’è Giosetta che bussa alla porta, Giosetta che entra e gli salta addosso. I figli, si sa, non ammettono giustificazioni.
Il papà si alza e camminando con fare bonario, con vestaglia, pantofole rosse, e barba non rasata, procede verso il bagno, seguito dalla figlioletta con i calzetti rossi.
Ancora una volta Giosetta resta fuori dalla porta, il viso arrabbiato a esprimere il disappunto. Dopo un serrato botta e risposta su ciò che il papà sta esattamente facendo in bagno, lui ha un’intuizione geniale.
Giosetta dice: “Ti lavi la faccia, ti lavi le spalle, ti lavi le braccia, ti lavi la schiena, ti lavi il sederino, ti lavi i piedi”.
“Mi faccio la barba” dice il papà.
“Ti fai la barba col sapone?” dice Giosetta, “Voglio entrare, voglio vedere”.
Papà dice: “Non puoi vedermi, perché non sono più in bagno”.
Giosetta dice: “Allora dove sei?”
Papà risponde: “Non lo so, devi trovarmi. Forse sono in sala da pranzo. Cercami”.
Questo “cercami” dà il via a un gioco divertente e, solo ad uno sguardo adulto, alquanto surreale, che porterà Giosetta a cercare il papà negli angoli più strambi della casa, sempre dialogando con la sua voce dietro la porta.


La ricerca è divertente e avventurosa. In un nascondino improvvisato e fantasioso, Giosetta cerca il padre arrampicandosi su poltrone, sedie e divani, giocando con gli oggetti di casa, le pentole e l’imbuto, la tovaglia, i fogli di giornale, il cucchiaio di legno. Sempre accompagnata dalla fedele tartaruga.
Le illustrazioni a doppia pagina rappresentano gli ambienti di casa, teatro del nascondino: la sala da pranzo, la cucina, il salotto. In ogni ambiente vediamo tante Giosette: un artificio illustrativo che conferisce movimento alla narrazione, mostrando la bambina in diverse posizioni e prospettive nello spazio. Mentre Giosetta gira per casa, il lettore può gustarsi i dettagli domestici e gli oggetti disordinati nello spazio, Giosetta che perde un calzino rosso, i disegni a matita sul muro, il pollo arrosto in forno con ciuffi di prezzemolo, e tanto altro ancora.
Ma la caccia al papà risulta sempre più complicata, perché lui proprio non si trova. Sconsolata Giosetta fa ritorno davanti alla porta del bagno. Ma ecco che il papà ha avuto tutto il tempo di prepararsi e… apre la porta!
Come per magia, ecco entrare la mamma, anch’ella rappresentata in diverse sequenze nella stessa tavola, quasi a rendere cinematograficamente l’idea di avvicinamento. Svolazzante, vestita da ballerina (sarà davvero stata dalla nonna??) prende in braccio Giosetta e assieme al papà, sale in macchina, per andare a trovare la nonna, questa volta davvero.


Ho apprezzato questo albo illustrato perché restituisce con leggerezza una situazione familiare, forse non così comune ma nemmeno così insolita. La descrizione dell’assenza della madre e del conseguente comportamento del padre introduce velatamente un non-detto nel rapporto di coppia. Ma questo resta sullo sfondo della scena. Ciò che Ionesco vuole raccontare è una relazione dolce e vera tra un papà e la figlia, un gioco spontaneo e divertente, una storia di una qualsiasi mattina in famiglia. Una famiglia, certo, non perfetta e idealizzata, ma una famiglia realistica. L’allusione ad alcune stranezze resta in sottofondo e scompare sul finale, con l’immagine conclusiva della famiglia riunita.
GIOSETTA E IL SUO PAPA’
Eugène Ionesco (testo), Katharina Busshoff (illustrazioni)
Pico Floridi (traduzione)
Editrice Il Castoro
24 pp. | Anno di pubblicazione: 2006
Prezzo di copertina: 13,50 euro

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