Nell’incontro del 25 ottobre 2023 di Libri SCOVAti presso la biblioteca San Pellegrino (Reggio Emilia) abbiamo affrontato l’argomento del PUNTO DI VISTA da varie angolazioni.
Ecco alcuni brevi, parziali e schematici cenni su quanto emerso e i titoli portati dai partecipanti.
Punto di vista come elemento di focalizzazione narrativa: è importante prendere in considerazione questa prospettiva perché riconoscere il punto di vista di una storia significa anche riconoscere dove si colloca l’autore nei confronti dei suoi lettori e che relazione si crea con loro.
Il romanzo Temporali di Davide Morosinotto non è in prima persona ma ci sono dialoghi molto credibili tra i personaggi; il testo è interessante anche perché può essere letto in due modi, stimolando nel lettore una focalizzazione sui personaggi un po’ differente: “Intreccio” (copertina rossa) saltando avanti e indietro nel tempo e “Fabula” (copertina verde) in ordine cronologico.
Syberia di Guido Sgardoli, è scritto in terza persona, con una focalizzazione esterna che permette di descrivere l’ambiente e di mostrare molte cose all’insaputa dei personaggi; spesso questo punto di vista è utilizzato nei romanzi d’avventura.
Ci siamo chieste: la narrazione in terza persona è meno coinvolgente di quella in prima persona? I pareri sono stati diversi. Inoltre, oggi è abbastanza diffuso che autori e autrici scelgano la prima persona come voce nei romanzi per ragazzi. Scrivere così e risultare credibili però è alquanto difficile… ne abbiamo discusso insieme.
In La fuga di Pat, recente romanzo di Roberto Piumini per Pelledoca, troviamo diversi punti di vista narrativi: discorsi diretti, focalizzazione interna quando la voce narrante è quella del fotografo che affianca il giovane Patrick nella fuga e la voce narrante esterna di coloro che sono sulle tracce di Pat che si esplicita in telefonate e rapporti.
Sicuramente oggi molti romanzi per ragazzi procedono per periodi e frasi brevi, hanno una velocità “cinematografica”, molti cambiamenti di punti di vista, molti dialoghi… che ne pensiamo? Siamo infastiditi da questo stile?
Tanto amore non può morire di Moni Nilsson è un romanzo che affronta in modo molto bello il tema della morte; con un linguaggio diretto, adottando la prima persona, viviamo insieme a Lea, una bambina di 10 anni, l’ultimo periodo della malattia terminale di sua madre. Una focalizzazione interna che ci fa percepire tutti i sentimenti che attraversano la piccola protagonista.
Non poteva mancare Italo Calvino come esempio magistrale di una focalizzazione complessa e multipla. Nell’incipit di Se una notte d’inverno un viaggiatore, il narratore ci dà del “tu”, catturandoci immediatamente.
Il protagonista del romanzo è chiamato Lettore dal narratore che utilizza il tu. Vi è l’intento, da parte dell’autore di costante identificazione tra il Lettore (un personaggio) e il lettore reale (ossia la persona che realmente legge il libro) così come tra l’autore (cioè Calvino stesso) e il narratore, che si rivolge tanto al Lettore-personaggio che a quello reale con il “tu”. Nei racconti fantastici Le Cosmicomiche ciascun racconto parte in terza persona con uno specifico dato scientifico, enunciato nell’incipit, per poi cambiare punto di vista e sviluppare vicende e problematiche umane con ironia.
Negli albi illustrati i livelli narrativi da considerare sono due: quello di chi scrive e quello di chi illustra e il punto di vista a volte si sdoppia, creando a volte un grande effetto ironico o spiazzante.
Negli albi di Anthony Browne (per esempio Voci nel parco, Tutto cambia), così come in quelli di Jon Klassen (Toh! Un cappello!), il gioco di punti di vista è sofisticato. Il più delle volte la voce narrante affidata alla parte scritta è esterna, ci dice solo quello che sta succedendo, il testo è coerente e realistico; il narratore-illustratore è invece onnisciente e il lettore scopre esattamente come stanno le cose, o comunque approfondisce, attraverso le immagini.
Grande divertimento quando il testo contraddice l’immagine e viceversa, per esempio in Il mio gatto è proprio matto di Gilles Bachelet e in Nel mio quartiere non succede mai niente di Ellen Raskin. In quest’ultimo, il testo è apparentemente monotono e adotta il punto di vista annoiato del bambino; le immagini invece danno testimonianza del mondo intero, dove ne succedono di tutti i colori!
Una forte ironia, una prospettiva paradossale volta a creare il ridicolo, come quella presente nel libro Non si toglie! dell’autore e illustratore nipponico Shinsuke Yoshitake, è sempre facilmente afferrabile dai bambini piccoli?
Altre volte, il rapporto complesso tra testo e immagini genera poesia e commozione come in Rughe di Grossmann, immagini di Ninamasina.
Ci sono libri generatori di stupore, di meraviglia. Il nostro punto di vista si modifica rispetto alla storia stessa o all’interno della storia. Altri libri ampliano le nostre vedute e hanno il potere di farci guardare il mondo con occhi diversi: il silent book Il barbaro di Renato Moriconi, il librino in formato leporello E’ utile avere una paperella di Isol, Gisella pipistrella di Jeanne Willis, Julien è una sirena di Jessica Love, Non è una buona idea di Mo Willems.
Giocano con lo sguardo e con i continui cambi di prospettiva_ visiva e mentale_ Nello spazio di uno sguardo di Tom Haugomat e Oltre di Allegra Agliardi.
Quando leggiamo, siamo soliti chiederci quali e quanti punti di vista abbiamo incontrato? Questa analisi ci aiuta ad apprezzare e a valutare la qualità di un libro?
Qualunque sia il punto di vista di una storia, è arte dello scrittore (e dell’illustratore) quella di saper recuperare la propria voce infantile, di spostare il proprio punto di vista adulto per calarsi nell’io-bambino. E se ciò avviene, sicuramente noi lettori, grandi e piccini, ci lasceremo trasportare in altri mondi.
Lascia un commento