Qualche tempo fa, mi è accaduto qualcosa di incredibile. Passeggiavo al parco con Tina addormentata nel passeggino, in un’insolita calda giornata di gennaio. Sotto braccio stringevo l’ultimo libro di David Grossman e Michal Rovner di cui volevo scrivere, un libro che ancora una volta pone al centro la complicità tra mamma e figlia in una maniera più lieve e gioiosa rispetto a L’abbraccio, il loro precedente libro.
D’un tratto, sopra una panchina arrugginita accanto le altalene, vedo un libro abbandonato, chissadachi.
E che libro? L’abbraccio.
Inutile dire quanto i miei occhi si siamo sgranati di stupore… non era possibile, proprio lì, in quel preciso momento, un libro così particolare, e gemello di quello che stringevo sotto braccio!
Prima di raccontarvi La principessa del sole, vi lascio la fotografia dei due albi, incontratisi una calda mattina d’inverno.
Tutte le mamme sono regine. E tutte le figlie sono principesse. Ma di regine e principesse segrete, ce ne sono poche. E di regine e principesse del sole, ancor meno.
Non so se vi sia mai capitato di vedere l’alba: è uno spettacolo mozzafiato. Scrutare l’orizzonte e attendere che un bagliore appaia dall’oscurità, è qualcosa che inonda l’anima e il cuore. La mamma di Noga regala questo spettacolo alla figlia. Ma fa di più. Le regala una storia.
Nell’atmosfera rarefatta e sospesa che solo le illustrazioni di Rovner sanno creare, Grossman intesse dense parole di luce e buio.
Una volta all’anno, confida la mamma, lei diventa la regina del sole: colei che fa sorgere il sole, lo custodisce durante il giorno, lo accompagna sul far della sera, quando ormai appare stanco.
La mamma non solo rivela questo segreto a Noga, la coinvolge attivamente nell’incantesimo e nell’avventura, permettendole di essere così anche lei, per un giorno, insieme, principessa del sole. Inizialmente Noga non è del tutto convinta, le parole della madre mentre agita la scopa come uno scettro sembrano raccontare solo una bella, ma fantasiosa, storia.
Poi, invece, accade tutto.
Preparati, dice la mamma, domattina verrai con me quando sarò regina del sole.
In un mondo ancora silenzioso, avvolto nell’oscurità, Noga e la mamma percorrono la città in bicicletta e giungono sulla collina dove, assicura la mamma, accadrà la magia.
L’incantesimo necessita di tempo, tenacia, fiducia e pazienza. E soprattutto di impegno, complicità e ritualità. Noga indossa dunque una corona, uno scettro (il suo flauto) e un mantello. La mamma inizia a sussurrare parole di incoraggiamento al sole. Nulla. Cantano, insieme, ballano, insieme, suonano il flauto, insieme. Mamma e figlia sono realmente complici. Partecipano insieme ad uno spettacolo incredibile, segreto. Sono complici perché vivono la stessa cosa nello stesso momento, insieme, solo loro due. (Ricordo un simile momento magico quando mia mamma mi portava a ballare sulla terrazza di casa, in campagna, sotto la luna piena, in camicia da notte bianca, nelle calde notti d’estate).
E infine il bagliore arriva.
Tutto è inondato di luce, e Noga con la sua mamma fa ritorno a casa soddisfatta, a mangiarsi una bella frittata. Nel frattempo in città inizia la vita, perché con la luce il mondo esiste, i bambini ridono e giocano, gli adulti parlano e i gatti sonnecchiano. Da quel momento, tutto assume agli occhi di Noga i connotati di una giornata speciale e unica, perché ogni cosa avviene alla luce della regina del sole! Che potenza! È davvero un segreto, Noga pensa, perché nessuno sa che tutto ciò è possibile grazie a lei e alla sua mamma!
Lentamente il giorno volge al termine e la regina del sole deve compiere l’ultimo, importante, gesto. In riva al mare, accompagnare il sole al riposo.
Come ne L’abbraccio, Grossman ci regala una splendida immagine di mamma. Mamma roccia e mamma acqua, l’avevo definita ne L’abbraccio. Qui vedo una mamma luce, e non solo perché mostra il sole e l’alba, luce perché rende possibile l’impossibile, illumina la fantasia della figlia quando la razionalità sembra resistere. Luce perché permette a Noga di vivere e guardare il mondo, per un giorno, con una luce diversa. Luce perché le insegna che ogni giorno è una conquista, un regalo fatto da qualcuno. Ogni giorno è illuminato. Ogni giorno contiene una magia, generata da ognuno di noi.
Eh niente non riesco ad entrare in sintonia con questa coppia: né con il testo né con le immagini. Tu Silvia da cosa rimani colpita principalmente?
Cara Maria, io trovo molto ben riuscita la sintonia che si crea tra un tema fortemente intenso e profondo, potenzialmente criptico e adulto, e la forza comunicativa della narrazione che risulta diretta, semplice e accessibile anche ai bambini. Leggendo entrambi i libri degli autori mi par proprio di assistere a un dialogo reale tra una mamma e un bambino. Le illustrazioni sono indubbiamente particolari, e possono non piacere. Certamente non sono illustrazioni che al primo sguardo affascinano l’occhio adulto, e forse nemmeno quello bambino, ma trovo che ben rispecchino la delicatezza del dialogo, fatto di dettagli così importanti.