L’incontro tra pescatore e turista avviene mentre il primo sta sonnecchiando placido sulla barca, soddisfatto della pesca mattutina. Un turista, armato di macchina fotografica e cappello, incuriosito dal pescatore, gli si avvicina e inizia a tempestarlo di domande. Comprendiamo subito che il la condizione di ozio del pescatore è assolutamente inconcepibile agli occhi del turista che lo incalza di domande.
Perché non esci ancora al largo? Perché ti accontenti della pesca mattutina?
Di contro, il pescatore scuote la testa – un gesto davvero umoristico nei disegni che si ripeterà più volte – affermando che la pesca è stata “talmente buona che non ho bisogno di uscire un’altra volta”.
Non rassegnato, il turista si accomoda a bordo della barca, e il ritmo della storia inizia a crescere, in un quasi monologo del turista, intervallato da scuotimenti di testa e punti di domanda del pescatore.
Nonostante il tempo e lo spazio della storia principale si svolgano nel porto, le illustrazioni seguono le fantasie sfrenate del turista che immagina scenari possibili e piuttosto fantasmagorici, cercando di portare il pescatore a condividere il suo punto di vista. Sono i disegni dunque a farci visualizzare ciò che il turista presenta come ipotesi.
Come è possibile che il pescatore non comprenda cosa si perde, non uscendo al largo per una nuova pesca?
Potrebbe raddoppiare, quadruplicare il pescato, comprarsi così una barca a motore, e nel giro di due anni una seconda imbarcazione, due pescherecci, e così costruire una cella frigorifero, e una fabbrica di pesce in salamoia, un elicottero personale, un ristorante di pesce… e così via.
Sempre più infervorato, il turista parla e parla, mentre il pescatore pare quasi divertito da tutto questo ardore – incredibile come Émile Bravo riesca a rendere con pochissime variazioni l’umoristico paradosso della situazione.
Fino ad arrivare al dunque.
E poi, tutto ciò, a cosa porterebbe? Questa la domanda implicita al termine del ragionare.
“Potrebbe venire a sedersi qui al porto per sonnecchiare al sole o contemplare questo splendido mare!”, conclude soddisfatto il turista con un bel sorriso stampato sul volto.
“Ma questo lo faccio già. Sono seduto nel porto e sonnecchio… È stato lei a interrompermi, con il clic clic della sua macchina fotografica”.
Un finale che lascerà al lettore un sorriso e molti pensieri. Un libro adatto a tutti, proprio per l’accostamento di contenuti densi, quasi filosofici, a una resa grafica a fumetto che apporta una carica espressiva, divertente e leggera – grazie alla semplicità del tratto e alla vivacità dei colori -.
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