Lezione di pesca

Silvia Sai

Questa è una piccola parabola racchiusa in una semplice storia in cui si confrontano due modi di vivere, o meglio di concepire la vita, completamente opposti. Da un lato, un pescatore di poche parole che si accontenta della pesca quotidiana per godersi poi la tranquillità sulla sua barca, dall’altro un turista che in quell’accontentarsi vede un’occasione sprecata di accumulo e successo.

Un esperimento a mio avviso molto interessante e riuscito, quello che la casa editrice Bao Publishing porta in Italia nel 2014: coniugare un racconto di Heinrich Böll, premio Nobel per la Letteratura, adattato da Bernard Friot, con le illustrazioni fumettistiche di Émile Bravo.

Ciò che ne risulta è una bella storia, di quelle che molto fanno pensare e che molte discussioni potrebbero far nascere, attorno a grandi temi quali la felicità, la pazienza, l’umiltà, il desiderio, il senso di ciò che si fa ogni giorno.

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L’incontro tra pescatore e turista avviene mentre il primo sta sonnecchiando placido sulla barca, soddisfatto della pesca mattutina. Un turista, armato di macchina fotografica e cappello, incuriosito dal pescatore, gli si avvicina e inizia a tempestarlo di domande. Comprendiamo subito che il la condizione di ozio del pescatore è assolutamente inconcepibile agli occhi del turista che lo incalza di domande.
Perché non esci ancora al largo? Perché ti accontenti della pesca mattutina?
Di contro, il pescatore scuote la testa – un gesto davvero umoristico nei disegni che si ripeterà più volte – affermando che la pesca è stata “talmente buona che non ho bisogno di uscire un’altra volta”.

Non rassegnato, il turista si accomoda a bordo della barca, e il ritmo della storia inizia a crescere, in un quasi monologo del turista, intervallato da scuotimenti di testa e punti di domanda del pescatore.
Nonostante il tempo e lo spazio della storia principale si svolgano nel porto, le illustrazioni seguono le fantasie sfrenate del turista che immagina scenari possibili e piuttosto fantasmagorici, cercando di portare il pescatore a condividere il suo punto di vista. Sono i disegni dunque a farci visualizzare ciò che il turista presenta come ipotesi.

Come è possibile che il pescatore non comprenda cosa si perde, non uscendo al largo per una nuova pesca?
Potrebbe raddoppiare, quadruplicare il pescato, comprarsi così una barca a motore, e nel giro di due anni una seconda imbarcazione, due pescherecci, e così costruire una cella frigorifero, e una fabbrica di pesce in salamoia, un elicottero personale, un ristorante di pesce… e così via.

Sempre più infervorato, il turista parla e parla, mentre il pescatore pare quasi divertito da tutto questo ardore – incredibile come Émile Bravo riesca a rendere con pochissime variazioni l’umoristico paradosso della situazione.
Fino ad arrivare al dunque.
E poi, tutto ciò, a cosa porterebbe? Questa la domanda implicita al termine del ragionare.
Potrebbe venire a sedersi qui al porto per sonnecchiare al sole o contemplare questo splendido mare!”, conclude soddisfatto il turista con un bel sorriso stampato sul volto.
“Ma questo lo faccio già. Sono seduto nel porto e sonnecchio… È stato lei a interrompermi, con il clic clic della sua macchina fotografica”.

Un finale che lascerà al lettore un sorriso e molti pensieri. Un libro adatto a tutti,  proprio per l’accostamento di contenuti densi, quasi filosofici, a una resa grafica a fumetto che apporta una carica espressiva, divertente e leggera – grazie alla semplicità del tratto e alla vivacità dei colori -.

LEZIONE DI PESCA

Heinrich Böll (testo) adattato da Bernard Friot, Émile Bravo (illustrazioni)

Traduzione di Michele Foschini

Bao Publishing 

Anno di pubblicazione: 2014

36 pp. | 17 x 24 cm.

Prezzo di copertina: 11 euro

Età di lettura: dai 6 anni

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