Sotto terra

Ada

Si avvicina quella notte speciale che risuona di tutti i racconti della buonanotte, delle storie narrate tutti i giorni dell’anno nelle case, sotto le coperte.Le storie in questa notte speciale si levano tutte insieme. Escono dai camini, dalle finestre, dai giardini e dalle scuole. La cosa speciale è che in questa notte, ci sono centinaia e centinaia di voci che sussurrano, cantano, accarezzano. La cosa ancora più speciale è che molte scuole , durante quella notte, diverranno luoghi di incanto, di racconto, di visione per bambini in pigiama, maestri dalle voci dolci e genitori dalle menti aperte.

Torna anche quest’anno nelle scuole e nelle case di Reggio Emilia, la notte dei racconti: tutti insieme, tutti alla stessa ora a raccontare storie, sfogliare libri e accendere l’immaginazione. Torna anche alla scuola Calvino, per il quarto anno consecutivo, nel suo atrio accogliente, nel suo spazio lettura, nelle aule .

Ci avviciniamo alla notte dei racconti, a quel 24 febbraio, un po’ più saggi dell’anno scorso, un po’ più ricchi, un po’ più stupiti e bambini. Il tema di quest’anno è un tema di ampio respiro, pieno di possibilità: “Cosa sta sotto?” . I genitori narratori della scuola Calvino hanno esplorato questo tema in lungo e in largo anche grazie ad un corso che Officina Educativa, il servizio del Comune di Reggio Emilia che segue progetti educativi in ambito scolastico, ha promosso proprio in preparazione della notte dei racconti.

Il gruppo dei genitori coinvolti ha così potuto ragionare intorno alla scelta delle storie, sperimentare diversi modi di narrarle, condividere idee su come allestire spazi  e creare atmosfere.

= Cosa sta sotto? =

Sotto il letto?  sotto la terra?  sotto la pagina che sfoglio? Sotto il vestito? Sotto un cielo di stelle? Sotto la mia pelle?

Un corso per narratori che si apre con un brainstorming di una trentina di teste pensanti ci ha fatto scoprire che “sotto” per ciascuno di noi c’è qualcosa di diverso…

 

Sotto è…

Fermarsi sul volto sullo sguardo cogliere oltre l’apparenza

(immagine di Laurent Moreau – A che pensi? – Orecchio Acerbo)

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Jimmy_Liao

Cosa sta sotto?

O forse cosa sta sopra?…questione di punti di vista!

 

(immagine di Jimmy Liao)

 

Affrontare la paura: il coraggio di guardare cosa c’è sotto
(immagine di Jon Klassen – Il Buio – Salani editore)
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SOTTOTERRA Cosa succede sotto i nostri piedi mese per mese Emmanuelle Houssais - La Margherita - 2016 - Galline Volanti

 

Sottoterra, animaletti e cose fantasiose.
(immagine di Emmanuelle Houssais  – SOTTOTERRA Cosa succede sotto i nostri piedi mese per mese  – La Margherita)

Da queste e tante altre suggestioni è partita la ricerca e l’esplorazione di storie sul “sotto” che abbiamo declinato per sottotemi…in questo post vi presenteremo il primo:

 

SOTTOTERRA…

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La rapa gigante

Di Niamh Sharkey,Aleksej N. Tolstoj
Editore: Fabbri

Immaginiamo due anziani sposi in pensione, forse siamo proprio nella Russia di Tolstoj. Si vive di quello che la terra produce. I due sposi hanno un orto curato e ricco di frutti e un esercito di animali. Raccolgono i frutti delle fatiche ma…quando è ora di tirare fuori la rapa c’è qualche problema. La rapa è talmente grossa che serve un reggimento di aiutanti, pare una gara di tiro alla fune…

Qualche suggerimento per la narrazione…

Gesti: mimare in modo semplice e suggestivo il gesto dello scavare per piantare uno dopo l’altro i semi. I due contadini pare che li trattino quasi come figli. Si potrebbe utilizzare un sacchetto di iuta da cui estrarre simbolicamente semi ogni volta diversi (chissà quale pescherà la anziana contadina questa volta?)

Voce: accompagnare la semina anche con la voce, una tiritera, una piccola filastrocca, una canzone ben augurale. Sottolineare l’arrivo di un animale in aiuto nella fase di estrazione della rapa, creando, attraverso la ripetizione di una frase, la possibilità per l’ascoltatore di capire che sta per succedere qualcosa di sempre uguale ma sempre diverso. Si invitano in tal modo i bambini a partecipare attivamente in quanto, naturalmente, saranno portati a ripeterla. Ad esempio

“Tira tira vengo anch’io, uscirà se ti aiuto io!”

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Sottosopra…soprasotto

di Marcus Pfister
Nord Sud Edizioni

Due talpe, due amici, giocano in mezzo all’erba e come tutti i migliori amici iniziano a litigare perchè hanno prospettive diverse sul gioco da fare. Uno vorrebbe costruire una tana scavando mentre l’altro vorrebbe realizzare una montagna per osservare lontano . Ciascuno fa per sè, ma sul finire delle pagine si accorgono che in fin dei conti ciascuno fa anche il lavoro dell’altro….per costruire una montagna bisogna riportare della terra e quindi scavare una buca. Per scavare invece una buca bisogna accumulare la terra che crea naturalmente una montagna.

Qualche suggerimento per la narrazione…

Gesti: le due talpe possono essere rappresentate, nell’alternanza dei dialoghi, girando il volto una volta verso destra e una verso sinistra, a seconda della talpa parlante. La costruzione della montagna di terra, che per la talpa pare alta come l’Everest, può essere evocata semplicemente rivolgendo lo sguardo verso l’alto, verso il soffitto, come se si guardasse qualcosa di enormemente grande mentre la buca può essere simboleggiata guardando verso il basso.

Voce: se si è in grado di utilizzare diversi toni di voce o cadenze per caratterizzare le due talpe è possibile impersonificarle andando a modificare il timbro di voce. Attenzione però che tale caratteristica va mantenuta invariata per tutta la durata della narrazione.

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Sam e Dave scavano una buca

di Mac Barnett e Jon Klassen
Terre di Mezzo Editore

Chi di voi, da bambino non ha scavato buche nella sabbia per cercare l’acqua o nel tentativo di trovare un tesoro nascosto? E’ lunedì e Sam e Dave iniziano a scavare alla ricerca di qualcosa di spettacolare. Hanno però l’abilità di deviare con lo scavo proprio quando avrebbero incontrato qualcosa di speciale. Perchè in fin dei conti non è trovare un tesoro che conta ma scavare insieme!

Qualche suggerimento per la narrazione…

Gesti: il progredire della buca verso il centro della terra può essere reso, dal punto di vista di un osservatore esterno, salendo ad esempio in piedi sulla sedia e guardando verso il basso. come se da una posizione di altezza si guardasse verso il fondo di un pozzo. Complesso invece lanciarsi nella spiegazione dei cambi di direzione dello scavo che sono alquanto grafici e poco rappresentabile narrativamente con la voce. Si potrebbe pensare di utilizzare le braccia. a moh di vigile che regola il traffico, per dare indicazioni della direzione in cui lo scavo procede.

Voce: Per rendere la profondità della buca far urlare i personaggi sul fondo nel tentativo di parlare con il gatto rimasto su in cima. L’aumento dell’eco e l’affievolirsi della voce man mano che lo scavo procede simboleggiano l’allontanarsi dalla superficie.

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Un giardino sottoterra

di Jo Seonkyeong
Jaca Book

Il signor Moss lavora sotto terra, fa lo spazzino in metropolitana. Alla gente non piace la stazione, è rovinata, odora di schifo. Ci prova con tutto sè stesso a riportare quella stazione al vecchio splendore. Sistemando e pulendo si imbatte in un condotto di aerazione che collega il sotto con il sopra, che porta un po’ di luce e aria fresca in stazione. Decide dunque di portarci un po’ di terra e piantarci un arbusto. Poi vi si siede accanto e inizia a leggere. L’albero cresce, porta profumi e freschezza li sotto, la gente ritrova il sorriso.

Un libro sulla cura dell’altro, sull’attenzione per i luoghi, sul senso di comunità.

Qualche suggerimento per la narrazione…

Gesti: creare una ritualità ripetendo un gesto legato al pulire del signor Moss. Una idea potrebbe essere quella di  passare simbolicamente uno straccio sulla parete della metropolitana con un semplice movimento circolare della mano. Simboleggiare la crescita della pianta attraverso un crescendo, un piccolo movimento delle dita di una mano, i primi freschi rami, che poi pian si allunga verso l’alto con tutto il braccio a significare il tronco. Un dito dritto buca il pavimento. La pianta è uscita di sopra.

Voce: ci sono i passi che ritornano più volte nel testo. Un tac tac tac che risuona nella metropolitana vuota. Utilizzare ritmi e profondità diverse nel ripetere il suono per scandire passi più o meno veloci e luoghi in cui il Sig.Moss cammina (suoni brevi e secchi per la discesa delle scale, suoni più cupi e rimbombanti quando si trova nella galleria ecc.)

Se ti interessa saperne un po’ di più sulla notte dei racconti…

Qui trovi la pagina ufficiale dell’evento. Puoi scaricare la bibliografia consigliata, la fiaba guida, l’apristorie e tanto altro ancora!

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