Un libro denso, di storie, di intrecci, di rimandi ad altre storie che si trovano forse nei due libri precedenti ( Per sempre insieme, Amen e Mio padre è un PPP) ma che non interrompono il flusso narrativo anche se forse lo riempiono un po’ troppo di eventi e storie.
Frasi brevi e semplici che con immediatezza, grazie alla scelta accurata delle parole che arrivano dritte a dire quello che sembrerebbe complicato, costituiscono un contraltare inaspettato a situazioni più grandi di quelle che ci si aspetta possa affrontare una dodicenne.
Il flusso narrativo è interrotto dalle corrispondenze di Polleke con il PPP e dalle sue poesie perché da grande lei vorrebbe fare la contadina poeta. Lo spostamento della forma narrativa richiama forte lo scollamento di una bambina in corsa, in cui le due facce del proprio essere sono così ancora presenti.
Un libro che riesce a farti sorridere nonostante tutte le complessità, in cui l’ironia e l’immediatezza delle descrizioni, viste attraverso gli occhi di una dodicenne, ti riportano dritto la’ a quando di anni tu ne avevi dodici e ti sentivi in tutti i posti e in nessuno allo stesso tempo.
Polleke a un certo punto ero io…chissà se mia figlia Matilda si riconoscerà? A dopo la sua lettura un ulteriore approfondimento.
Guus Kuijer ha vinto tutti i premi letterari nederlandesi oltre allo Judenliteraturepreis tedesco e, massimo riconoscimento internazionale della letteratura per ragazzi, il Premio Astrid Lindgren.
Svolazza ancora un po’ tra i libri per i bambini 10+…
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