Di come Prue si trovi a scegliere di valicare il limite invalicabile, l’autore lo racconta nell’incipit del primo volume, degno dei più grandi romanzi d’avventura:
Come avessero fatto cinque corvi a sollevare un bimbo di dieci chili Prue non lo capiva proprio, ma era certamente l’ultima delle sue preoccupazioni. Se avesse dovuto fare un elenco delle sue preoccupazioni in quel momento, mentre osservava incantata dalla panchina del parco i cinque corvi che portavano via suo fratello Mac, capire come potessero riuscirci era davvero l’ultima della lista.
In cima alla lista: il suo fratellino, che era sotto la sua responsabilità, era stato rapito dai corvi. Subito al secondo posto: che cosa avevano intenzione di farci?
E dire che era stata una giornata così bella.
Prue sceglie di attraversare il ponte varcando il limite proibito – il tema della disobbedienza e della libera scelta diventeranno sempre più centrali nella trilogia – e sarà seguita inizialmente di nascosto da quello che diventerà un grande compagno di avventure, l’amico Curtis, un personaggio che vive una bella trasformazione nel corso della trilogia – anche le relazioni di amicizia saranno cruciali nei romanzi –.
Prue e Curtis sono catapultati in un mondo fantastico che impareranno a conoscere nelle sue stranezze, perseguendo sempre l’obiettivo di ritrovare il fratellino Mac ma al contempo trovandosi avviluppati nella vita e nelle vicende piuttosto tumultuose di quel mondo che appare in un momento di grande trasformazione.
E così leggeremo di battaglie interne ai diversi gruppi di Boscoselvaggio, di scontri per la difesa di grandi ideali, di lotte per la libertà e la giustizia, ma anche di uccelli parlanti, cani soldato, cunicoli sotterranei, alberi saggi, banditi coraggiosi, perfide regine, incantesimi e profezie …
Nella narrazione, in particolare nei volumi successivi, riaffiorerà anche il mondo ordinario, quello di Portland e della famiglia di Prue, a rimarcare quella singolare vicinanza-lontananza, tra un mondo e l’altro.
Ben definiti e caratterizzati i personaggi, da quelli cattivi a quelli buoni, a quelli le cui tonalità di bontà e cattiveria sfumano continuamente; i due giovani protagonisti sono chiamati a scegliere e schierarsi, a combattere non solo pericoli esterni ma anche paure personali, sono personaggi in crescita, per questo i romanzi si delineano a pieno titolo anche come racconti di formazione.
Una narrazione ricchissima di azione, di personaggi, e di buoni e cattivi sentimenti.
Molte pagine per una scrittura lineare, tanti accadimenti per una regia precisa, sequenze temporali ordinate, colpi di scena, ritmo serrato, brividi ma senza paure eccessive (l’ultimo volume assume sfumature un po’ più cupe e spaventose). Tanta avventura che come si conviene ai buoni libri tiene incollato il lettore alle pagine.
Tutti questi elementi rendono questa trilogia interessante per i lettori più giovani, idealmente a mio avviso tra i 9 e gli 11 anni.
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