Mirabell e l’unicità di Astrid Lindgren

Silvia Sai

Quasi come una coperta di Linus, ogni sera, da un paio di mesi, ci scaldano gli animi. Mirabell e Astrid Lindgren.
Ilde ha da poco compiuto 4 anni e, se già amavamo moltissimo l’autrice svedese in queste letture, Mirabell ci ha folgorato con la sua intensità senza pari.
Più volte mi sono chiesta cosa rende ogni storia della Lindgren così speciale. Conosco Mirabell quasi a memoria, e sono convinta che questo libro racchiuda tutti, o quasi, i segreti di questa grandissima scrittrice.

Proverò a parlarvene, di lei e di Mirabell, consigliandovi caldamente di leggere tutto, ma proprio tutto ciò che in italiano è stato pubblicato dell’autrice svedese.

Mirabell - Astrid Lindgren

A voler leggere bene, Mirabell (testo scritto dalla Lindgren nel 1949) racchiude moltissimo, come un piccolo scrigno. Questa è la potenza delle storie della Lindgren: saper raffigurare con leggerezza e spontaneità il vasto scenario dell’animo umano.
Se Mirabell ci racconta un’avventura, dolce e sorprendente, che forse tutti i bambini vorrebbero vivere, c’è anche molto di più. C’è la solitudine, la paura, la povertà, la fiducia nell’altro, la costanza, la pazienza, l’attesa, la magia, la speranza, il divertimento, l’amicizia, la complicità… proprio questa ricchezza umana, mai palesata con retorica o enfasi, rende speciali i libri della Lindgren.

Come in altri libri, qui al centro ci sono i bambini: è con Britta che si apre e chiude l’albo, ed è lei, bambina di 8 anni, la voce narrante nonché la protagonista. Accompagnati dalle illustrazioni di Pija Lindenbaum, magnifica nell’accordare colori e chiaroscuri con la drammaticità e levità della storia, ci addentriamo nella campagna svedese, nella casa e nella vita di Britta (la storia narrata, ci spiega subito Britta, si riferisce a due anni prima, quando lei aveva dunque 6 anni).

Conosciamo così una casa isolata, una vita di sostanziale povertà, scandita da qualche visita in città al mercato e a rimirare le vetrine dei negozi; conosciamo i genitori e l’inseparabile gallina domestica, intuiamo la solitudine, e scopriamo il desiderio di Britta: avere una bambola tutta per sé, magari proprio quella vista in città! Accade che un giorno, ci racconta sempre Britta, mentre è sola a casa, uno strano signore sul viale di casa le dona un semino. La bimba se ne prende cura, lo pianta nel suo orticello personale, lo annaffia, e attende fiduciosa. Lentamente dal terreno affiora qualcosa di strano e incredibile, un cappellino rosso, un volto, dei riccioli biondi, delle mani… in breve si palesa una bellissima bambola dagli occhi azzurri.
Mentre i genitori paiono increduli (il padre desidererebbe molto avere altri semini simili per poterli vendere al mercato!), Britta coglie la bambola dal terreno e la accoglie con sé, nella sua casa, nella sua vita. Ci vengono raccontati i primi momenti insieme, piuttosto divertenti -la bambola, Mirabell, si rivela subito animata, chiacchierona e piuttosto dispettosa – e al contempo dolci – si intuisce subito che Mirabell va a colmare la solitudine di Britta diventando, solo ai suoi occhi, fedele amica, compagna di giochi e sogni.
Meraviglioso, e non scontato, il finale: Mirabell e Britta proseguono la vita insieme, la Lindgren è molto brava nel non spezzare la magia della storia – una magia credibilissima agli occhi dei bambini! – a non spiegare nulla, a rendere ancor più reale il desiderio, a lasciar vagare l’immaginazione anche chiuso il libro. Così conclude Britta, salutandoci dal vialetto:

Vi piacerebbe vedere la mia bambola, la mia splendida, meravigliosa Mirabell? Venite a trovarmi, e ve la mostrerò. Basta seguire la stradicciola che porta alla nostra casetta. Sarò lì ad aspettarvi al cancello con Mirabell.

E’ un amalgama di ingredienti a rendere magnetico Mirabell, e in generale i libri della Lindgren,  in un filo diretto con i bambini: la storia, i personaggi, la scrittura.

Innanzitutto, ci sono i bambini. Sono loro al centro.
Sempre ben sfumati e caratterizzati, mai descrivibili con un unico aggettivo, talvolta ribelli, talvolta timidi, talvolta impavidi, sempre vitali, sempre autentici. Nell’esplorare il mondo interiore dei bambini, spesso in chiave metaforica e fantasiosa, la Lindgren restituisce un’immagine a tutto tondo dell’infanzia. Anche Britta, tra i personaggi più dolci dell’autrice, è una bimba delicata ma estremamente forte nella sua perseveranza e fiducia. Riservata e educata, è sapientemente bilanciata da Mirabell, il suo evidente alter ego dispettoso e vivace.

Accanto ai bambini, la Lindgren pone sempre le figure adulte, e in particolare i familiari. A volte in primo piano (penso a Vacanze all’isola dei gabbiani o a Ronja, a volte figure più nascoste (come in Mirabell) ma sempre presenti e dialoganti.

Infine, ma non da ultima come importanza, vi è la scrittura in cui la Lindgren intesse con grande equilibro e ritmo parti narrative e dialogate. Con un periodare semplice e scorrevole, la Lindgren ci fa vivere insieme ai protagonisti. Nella ricchezza delle descrizioni e dei dettagli, mai fini a se stessi, conosciamo le case, gli ambienti, le strade, il quartiere, i boschi, il villaggio, i vicini di casa, gli amici, tutto ciò senza mai annoiarci tanto diretta ed efficace è la scrittura.
Tocchiamo con mano una quotidianità vissuta, vera, nella quale possiamo riconoscerci o comunque fare nostra. In Mirabell sono gli spazi più intimi e domestici a prevalere, la cameretta di Britta, il giardino di casa, la cucina, ambienti nei quali ci addentriamo anche grazie ai disegni mai banali di Pjia Lindenbaum che accompagnano le parole scritte. Non c’è mai noia nella lettura, di frequente ravvivata dai dialoghi. Mai eccessivi, mai insipidi, spesso frizzanti, e sempre significativi.

La Lindgren racconta come se fosse lì accanto a noi, seduta su una poltrona, nel cadenzare un ritmo che fortemente attinge alla narrazione orale.

MIRABELL
Astrid Lindgren – Pija Lindenbaum
Motta Junior
32 pp. | Anno di pubblicazione 2007
Prezzo di copertina: 12€
Età consigliata: dai 4 anni

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