Banshee

Silvia Sai

“La furia di Banshee” è stato il tormentone dell’estate in casa nostra. Conosco questo albo illustrato da qualche tempo, ma sono stata a lungo dubbiosa nel proporlo a Ilde, non ancora treenne. Poi ad aprile è nata Tina ed eccola, palesarsi tra noi, Banshee. In carne e ossa (Ilde) e nel libro (La furia di Banshee).

La furia di Banshee

Nota dell’autore:
Cari lettori,
in Irlanda, paese di incantesimi, la banshee
è la più potente delle fate: la signora delle magie,
dei sortilegi, di tutte le meraviglie. Nessun uomo,
neppure un druido, può lottare contro i suoi poteri.

Banshee è una piccola fata bambina, splendida nel suo abito d’oro, ma arrabbiata, tremendamente arrabbiata. Pagina dopo pagina la sua ira si gonfia e cresce a dismisura manifestandosi in atti concreti e magici: Banshee cammina sull’erba e il suolo prende fuoco, Banshee solleva una mano e non vi è alcuna pietà per i neri scogli scaraventati nel cielo, nè per le onde dell’oceano costrette a gonfiarsi, nè per i pesci, nè per gli uccelli, nè per i marinai. Tutto il creato appare stravolto, assoggettato alla collera della fata. 

Eppure, non può che suscitare simpatia e complicità questo essere minuto e dorato, così onnipotente e… furibondo!

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Mamma, ma i suoi piedi si bruciano?
No, Ilde…
Ma io pensavo che il fuoco brucia…
Beh, perché Banshee è una fata, è magica.
Anche noi siamo un po’ magiche! …… anche Tina?

In un crescendo ricco di pathos, tra tempeste, burrasche, onde scatenate e animali in fuga terrorizzati, “la furia della fata si nutre della furia stessa”  e stravolge Banshee, fino a liberarsi  in un terrificante, incredibile grido, all’apice della narrazione. Giunge poi la voce della mamma a riecheggiare calma e ferma, e a ricondurre la furia di Banshee in confini delimitati (e a svelare al lettore il motivo di tali stravolgimenti). Che confortante contrasto tra la figura materna, solida e dolce, e quella del piccolo uragano indiavolato!

“Banshee! Banshee! Ah! Eccoti!”
Banshee si gira. Sua madre le porge una bambola.
“Tieni! Te l’avevo detto che non era andata perduta!
Ti era solo caduta sotto il letto…”

Torna la pace nel creato, Banshee rientra nel palazzo di cristallo con il commento affettuoso della mamma: “Bambina mia (…) Hai proprio un bel caratterino…

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Il tema della storia è alquanto interessante e spesso attuale nelle fasi di crescita di un bambino. Indubbiamente fa risuonare corde a loro note, e Ilde questo sembra averlo sentito e apprezzato moltissimo.
Il mondo della furia di Banshee è un mondo interiore, fantasioso, bambino, tratteggiato con cura e rispetto dallo scrittore francese Jean-Francois Chabas. L’incanto viene svelato con ironia nel finale poiché contrappone bruscamente il mondo magico infantile al mondo adulto, “reale”. Personalmente amo questo artificio narrativo che permette di parlare direttamente ai lettori bambini risultando accattivante anche ai più grandi, e non solo perché ribalta a sorpresa una prospettiva, ma anche perché mostra all’adulto uno sguardo bambino (Qualcosa di simile si trova anche nei bellissimi albi illustrati Re Valdo e il Drago e Il Barbaro).

Se la storia è ben costruita e accattivante, ciò che ne “La furia di Banshee” fa davvero innalzare gli ohhh di meraviglia sono le illustrazioni e i testi.

Anche un profano della storia dell’arte riconoscerà al primo sguardo lo stile di Klimt nelle illustrazioni di David Sala: linee morbide e sinuose, dettagli floreali e arabeschi fluttuanti nelle pagine, inserti dorati e luminosi in leggero rilievo (tutti da toccare, fanno impazzire Ilde…). La scala cromatica spazia nella gamma degli azzurri e dei blu, qualche rosso e arancio, per enfatizzare alcune creature, il grido di Banshee, i suoi occhi infiammati, il sole. Che dire, una meraviglia per gli occhi, queste illustrazioni dense che riempiono la doppia pagina, senza lasciare spazi bianchi. La cosa interessante è che pur nell’abbondanza di colori e dettagli, la storia emerge chiara nelle immagini, non risulta confusa dalla pienezza dello sfondo. Qui è stata messa in atto una sapiente scenografia che arricchisce la narrazione senza oscurarla.

Perfettamente in sintonia con la parte iconografica troviamo il testo. Elegante, raffinato, ricercato, abbondante. La scelta stilistica è  singolare (ma per la mia esperienza vincente). A prima vista, infatti, la parte testuale è un po’ respingente, in quanto molto complessa e lunga. E con ciò mi riferisco ad una costruzione articolata dei periodi, ricchi di subordinate, e ad un lessico ricercato anche nell’uso di sinonimi (esempio, collera, furia, ira). Un giorno Ilde, pur ormai ‘esperta’ del libro, ha constatato:

Mi sa che questo libro è un po’ in inglese…

E’ anche vero che il testo è estremamente poetico, accompagna perfettamente le illustrazioni e riesce a restituire efficacemente la storia narrata. Pur non comprendendo dunque tutte le parole, la parte testuale risulta chiara nel suo complesso. Ilde adora anche questo aspetto. Certo, può essere che l’albo incontri maggiormente l’interesse di bambini con uno spiccato piacere nell’espressione verbale, tuttavia credo che facilmente conquisterà molti bambini. Ilde mi ha lasciato più volte basita anticipando a memoria alcune parti complesse del testo, mi chiede il significato di alcune parole (ha le sue preferite: fata, fiammeggianti, elfo, collera, sardina, gabbiano, scogli…). E poi ha due parti assolutamente preferite del testo. L’apertura, di cui conosce ogni singola parola a memoria.

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E questa:

Banshee fa un giro su se stessa,
piccola trottola vestita d’oro,
i capelli sempre ritti, gli occhi
fiammeggianti.

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LA FURIA DI BANSHEE
Jean-Francois Chabas (testo) e David Sala (disegni)
Alessandro Marcigliano (traduzione)
Gallucci Editore
28 pp. | 24×32 cm. | Anno di pubblicazione 2010
Prezzo di copertina: 15 euro

Della stessa coppia di autori Gallucci propone l’albo illustrato Fenrìs. Sempre per Gallucci, David Sala ha illustrato La bella e la Bestianella traduzione storica di Carlo Collodi.

Resta ancora un po’ nel pollaio!

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5 risposte a “Banshee”

  1. Virginia ha detto:

    Finalmente ho trovato un minuto per leggerti giacchè volevo farlo con calma visto che questo libro per me è argomento scottante: l’ho comprato per Chiara pur non amandolo. Il tema della rabbia così sviluppato era troppo calzante alle nostre vicende familiari per lasciarlo su uno scaffale. Le illustrazioni -che con quell’oro fanno l’occhiolino alla pesante “fase-principessa” di mia figlia- mi piacciono anche, ma il testo lo tollero a fatica: lo trovo ridondante e mielenso e con una sintassi che faccio fatica a digerire (il commento di Ilde sulla sua ipotetica inglesità mi ha fatto morire!).

    • Silvia Sai Silvia Sai ha detto:

      Capisco cosa intendi, Virginia. Io amo le prose asciutte ed essenziali, alla Calvino per intenderci, e questo testo è decisamente barocco! Però quando lo leggo (non lo leggo mai tutto, troppo lungo!) avverto il piacere dei dettagli e orpelli vari. Leggerlo ad alta voce lo rende migliore, almeno per me.

  2. scaffalebasso ha detto:

    Concordo su tutto, sapete l’unica cosa che ho trovato dissonante? Lo scomodare la tradizione celtica. Sarà che oggi i miti e le figure letterarie vengono sdoganati, usati in serie tv etc. etc. lo leggevo e mi dicevo: non poteva essere semplicemente lei? Sono riuscita a farmi capire?

    • Silvia Sai Silvia Sai ha detto:

      Sì, concordo con la diffusione eccessiva di figure letterarie fuori contesto, spesso a fini puramente commerciali. Non la vedo una cosa necessariamente negativa a priori, mi pare piuttosto (non sempre) una contaminazione che mantiene vive certe figure. Io non sono così purista ?. In questo caso specifico forse l’autore ha tratto davvero ispirazione in questa figura mitologica (le mie ricerche su eventuali interviste all’autore non hanno dato alcun frutto) e in ogni caso mi fa troppo ridere come Ilde pronuncia il nome Banshee…

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