In casa nostra Filo magico è piaciuto fin dalla prima lettura. D’altra parte, quando una storia contiene sentimenti e un po’ di magia, lasciando correre libera l’immaginazione dei bambini, non potrebbe essere altrimenti. Se a ciò si aggiungono le geniali illustrazioni di Jon Klassen sempre delicate e potenti anche con pochissimi dettagli e colori, il gioco è fatto.
Siamo in inverno e Annabelle, una bambina che abita in un villaggio dalle case tutte grigie e monotono, un giorno trova una scatola piena di un filo di tutti i colori. Un po’ per gioco, un po’ per noia forse, comincia a usare questo bel filo – il cui colore spicca meravigliosamente sul bianco della neve e sul nero/marrone di tutto il resto – per creare deliziosi maglioncini per sé e per il suo cane ma, la cosa stupefacente, è che Annabelle non si ferma.
Il suo sferruzzare, quasi un desiderio irrefrenabile di colore, ricopre di filo ogni cosa, dal guinzaglio del cane, alla casetta degli uccellini, alle macchine, alla case…
E il filo non finisce mai.
Ha ragione Ilde, mia figlia, a chiedersi, come leggerete nei commenti a seguire, se Annabelle chiede mai il permesso. La storia in sè non sarebbe stata così intensa se tutto il villaggio avesse accolto con gioia il suo sferruzzare. C’è qualcosa di magico anche in Annabelle, così pacata, concentrata, determinata nel voler trasformare ogni cosa, persona e animale che le capiti a tiro.
Non tutti sono contenti, molti sono scettici, arrabbiati, impreparati forse ad accogliere questo straordinario cambiamento. Ma Annabelle prosegue, un maglione per ciascuno, e i volti di bambini e adulti, anche i più oppositivi inizialmente, si trasformano con i maglioni colorati in meravigliosi sorrisi serafici e increduli, ripresi da Klassen in una staticità di posa decisamente ironica. È generosa Annabelle? È serena perché rende felici gli altri? Probabile.
E intanto il filo non finisce mai.
La serenità della bambina non si incrina nemmeno quando un cattivo Arciduca, non riuscendo ad ottenere la magica scatola con i soldi, la fa rubare portandola al suo castello lontano. Non si vede Annabelle piangere, né si accenna alla sua tristezza, è solo l’Arciduca a essere ripreso nella sua rabbia quando aprendo la scatola non vi troverà nulla dentro.
Il lieto fine è assicurato, le maledizioni dell’Arciduca non avranno esito, e la scatola torna a chi, per prima, l’ha trovata facendone buon uso.
Inutile dire che un libro così suscita grande incanto e mille domande, a cui ogni bambino proverà inevitabilmente a dare risposte.
Non abbiamo avuto dubbi quindi a proporlo per la rubrica Piccoli Pensieri Pulcini, quel gruppo di persone che da tempo accettano di leggere con i loro bambini, in diversi contesti, uno stesso libro, ascoltando, conversando, raccogliendo i commenti che dalla lettura inevitabilmente scaturiscono. Perché la lettura condivisa è innanzitutto relazione (per sapere di più su questo progetto, potete leggere la presentazione).
E ora la parola al libro e ai bambini!
Il cattivo arciduca vuole la scatola per fare maglioni solo per sé. Ma la trova vuota e la butta via così la ritrova Annabelle e solo con lei la scatola funziona! (Francesco 5 anni)
La scatola magica funziona solo con Annabelle! (Francesco 5 anni)