Nel romanzo si entra in punta di piedi, quasi sbirciando da uno spioncino di un portone. Nella prima metà, gli autori danno forma e sostanza all’ambientazione storica e narrativa presentando i personaggi: noi lettori ci facciamo strada tra i fili rossi che, intuiamo, li collegano e iniziamo a collocarli in uno scenario storico-culturale più ampio.
Dalla seconda metà, con un doppio omicidio (quello di una scimmia rubata al circo vicino e quello di un professore dell’Accademia), il libro si tinge di mistero e indagini, intrecciando sempre più la rete di fili che si snoda tra vite, ambizioni e sogni personali, stravolgimenti e dibattiti collettivi.
Ecco dunque un libro dinamico che mette in scena molti e diversi personaggi, quasi come una pièce teatrale, tanto che non è semplice indicare un unico protagonista: forse Vittorio Bonaccorsi, il direttore dell’Accademia, uomo interamente dedito al lavoro in una fase però di grande cambiamento esistenziale? O forse Stefano, “il matto”, grande memorizzatore e osservatore di grande sensibilità, nipote del direttore, rifiutato dai genitori tanto da essere rinchiuso al Regio Manicomio? Se non fosse per Vittorio, lo zio, che deciderà di accoglierlo in Accademia per catalogare la Biblioteca… ma questo è già un pezzo di storia che mi trattengo dallo svelare. O forse Lisa, la giovane ragazza gentile e di mente aperta, che lavora nella trattoria?
La dinamicità si nutre anche di punti di vista multipli, poichè il nostro sguardo coglie punti di vista interni e variabili sui diversi personaggi ai quali sono dedicati singoli capitoli. Occorre affidarsi agli autori e darsi il tempo di costruire il mosaico di personaggi, scoprire le loro tridimensionalità, specificità ed evoluzione (niente paura: a inizio libro c’è un chiaro elenco e nei risguardi una mappa dei luoghi di Torino). Molti altri elementi, con mirabile discrezione e misura, si affacciano nelle pagine: la salute mentale nella sua dimensione sociale, il ruolo delle donne nella scienza, le dicerie e l’ignoranza, la Chiesa e il suo potere sul popolo.
Si conferma la capacità di Quarzo e Vivarelli di raccontare con una scrittura cristallina una storia frizzante e interessante dai plurimi riferimenti. Come dei piccoli deliziosi cammei, le illustrazioni di Peppo Bianchessi contribuiscono alla narrazione con lo stesso equilibrio e discrezione del testo scritto.
Very useful information thanks https://top-fully.com/userinfo.php?name=Your_Account&op=userinfo&from=space&user=katherine_person_153608&mod=space