A Giorgio non basta arrampicarsi sulla sedia per poter aggiungere strati, ha bisogno di una scala e poi di segare il pavimento del piano di sopra transitando in bagno, attraversando la camera da letto per finire in solaio e poi oltre, fuori dal lucernario, in cielo.
Una vera escalation immaginifica, accompagnata da immagini suggestive, curate e ricchissime di particolari, dell’illustratore che, appare chiaro anche a una neofita come me, è qualcosa di altro oltre all’illustratore. I tratti sono quelli del designer, che mescola segni nitidi e puliti della grafica alla costruzione di immagini complesse, composte, caratterizzate da una geometria ed un equilibrio che rendono le pagine ricchissime, divertenti da osservare da parte di un bambino nella ricerca del particolare, dell’oggetto e degli animali che le popolano. Pare di stare in una casa americana degli anni cinquanta da sfogliare e risfogliare con la certezza che ogni volta si scoprirà qualcosa di nuovo.
Sto ancora chiedendomi, dopo varie letture, il senso dell’uccellino con il cappello e dei topini che popolano tutte le pagine del libro (chi cerca trova…).
Il panino di Giorgio diventa non solo un gioco di sfida personale del limite ma anche una storia collettiva, dal momento che il panino transita davanti agli occhi di diversi adulti che abitano il libro; in primis, dei serafici mamma e papà che, al contrario di qualunque genitore medio che avrebbe interrotto l’atto creativo degenerante, guardano con dolcezza e amore al pargolo impegnato in siffatta impresa, per passare poi davanti agli occhi di una curiosa vicina di casa che spia la costruzione abbarbicata su una scala davanti alla finestra, a quelli di un bambino che viaggia su una mongolfiera color del sole, una ragazza che passeggia con il cane, un vicino con il megafono e infine gli uccelli.
Un libro divertente, la cui finitura cartonata e le grandi dimensioni lo rendono adatto anche ai più piccoli, che non riusciranno forse a cogliere la storia e la cura dei particolari ma certamente ameranno i colori e la grafica semplice e pulita.
Il finale ribalta le aspettative. Giorgio, alla fine della scalata per la costruzione del panino gigante, decide che non ha tanta fame e si mangerà semplicemente una banana. “Il panino mangiatelo voi” dice alla mamma che, forse per molti altri panini giganti, pare essere un po’ in sovrappeso!
Ada, splendido l’illustratore lo conosco ma mi era sfuggito questo Giorgio! E poi la banana finale è davvero esilarante: anche il mio Saverio mangerebbe solo banane, comunque!
Bello grazie
Grazie Maria…a noi ha fatto davvero ridere!