A volte scompaiono, semplicemente. Non ti accorgi più che ci sono tanto rimpiccioliscono e ammutoliscono. Altre volte sono prepotentemente ingombranti, sfiniscono, ti mettono perennemente alla prova. Se li guardi negli occhi, dentro, a fondo, VEDI e ti manca il fiato, perchè spesso trovi fatica, difficoltà nel riconoscersi per quello che si è e accettarsi con i propri limiti e risorse. A volte vedi adulti di riferimento che non riconoscono, sminuiscono, sviliscono.
I bambini hanno bisogno di essere visti e “vederli” è una delle esperienze più belle e complesse in cui un adulto possa imbarcarsi. Ma non basta vederli, bisogna passare al piano del fare. Bisogna riconoscerli, prendere in mano le parti belle e buone di loro, anche se a volte sono così nascoste da doverle cercarle a lungo e riscoprirle ogni volta. Quella parte buona, quel bambino competente che c’è in ogni bambino al mondo va illuminato e portato a galla, non per esibirlo ma per dargli il coraggio di essere e di vivere.
L’autostima è una brutta bestia. Ci abbiamo fatto i conti tutti. Io li faccio ancora a 40 anni tutti i giorni. Sono brava, sono sempre stata brava da bambina, responsabile, rispondevo alle richieste, ero accudente. Non so se quella bambina ero davvero io. In larga parte penso di sì ma ho ancora il dubbio che, in fondo in fondo, c’era qualcosa di altro, un qualcosa di potente e incontrollabile che non è mai uscito e che poteva liberarsi se solo mia madre mi avesse detto, guardandomi negli occhi, come e quanto era contenta di me. Me lo sono sempre detta da sola, per 40 anni. Anche oggi quando invece mi redarguisce per il mio modo di essere mamma, profondamente diverso dal suo. Forse anche lei aveva bisogno di qualcuno che la vedesse e non lo ha avuto. Le è mancato un padre e forse non ha incontrato mai un insegnante di quelli con la I maiuscola, forse neanche io.
Perchè essere visti dai propri genitori è la cosa fondamentale, ma, subito dopo, sono convinta che il ruolo degli insegnanti sia quello più delicato e importante perchè è proprio a scuola che ci si confronta più spesso con la valutazione, con il gruppo, con il mostrare competenze. Un insegnante può essere il più attivo coltivatore di speranze e di prospettive così come il peggior demolitore di autostima al mondo.
Che bel post e che bel libro. Lo cerco subito.
Grazie Gallina Ada!!! Parole commuoventi e tenere, che toccano il cuore.
Dicono che i bravi insegnanti oggi siano rari. Io ho dei ricordi speciali della “mia”scuola: porto sempre nel cuore la maestra della scuola materna e una delle insegnanti delle elementari. Poi ho incontrato buoni insegnanti anche dopo, al liceo … Ma credo che le prime figure di riferimento siano quelle più importanti, che ti rimangono dentro.
Così spero che anche le mie bimbe possano trovare alle primarie delle valide insegnanti. Per ora, fra nido e scuola dell’infanzia, ci sta andando benissimo. Del resto Reggio 0-6 è una garanzia
Che la fortuna continui…l’importante è imparare a coltivare l’arte della relazione, anche quella fra genitori e insegnanti! Aiuta sempre…buona strada a te e alle tue bimbe!
Grazie Ada per l’ispirazione che mi regali con questo e altri post. Penso proprio che acquistero’ questo libro da aggiungere alla biblioteca dei miei figli.
Grazie a te Francesca per leggerci…i nostri pensieri e i vostri commenti creano reti lontane e belle!