E niente. Ci sono libri che sono proprio libri da vigilia di Natale. Quei libri che scaldano il cuore, che curano. Il raffreddore di Amos Perbacco, di Erin e Philip Stead, edito da Babalibri, è uno di questi.
E niente. Ci sono libri che sono proprio libri da vigilia di Natale. Quei libri che scaldano il cuore, che curano. Il raffreddore di Amos Perbacco, di Erin e Philip Stead, edito da Babalibri, è uno di questi.
E’ la storia di un dinoccolato signore anziano, solo, quasi ci si commuove all’inizio del libro a vederlo parlare con le stoviglie durante la colazione. Come se non avesse nessun altro con cui scambiare due chiacchiere. Lo si pensa il giorno di Natale senza famiglia o amici, incapace di costruirsi una rete di relazioni.
E invece no.
Il serafico sorriso stampato sul volto, tratteggiato a matita, conferisce serenità ai lineamenti, fa trasparire pienezza. Durante la storia scopriamo che Amos, questo è il suo nome, è un uomo che si dona agli altri, occupandosi degli animali dello zoo tutti i giorni, che i suoi occhi e il suo cuore vedono non come trofei esposti, ma piuttosto come amici di cui prendersi cura. Esce di casa, prende l’autobus numero cinque e se ne va allo zoo, dovre trova sempre il tempo per dedicarsi empaticamente agli amici animali: gioca a scacchi con l’elefante, legge storie al gufo che ha paura del buio prima di dormire, allena alle corse la tartaruga… ma poi si busca un raffreddore, di quelli che ti rompono le ossa e non riesci proprio ad alzarti.
Ed ecco che sono loro, gli amici dello zoo a prendersi cura di lui. Salgono sull’autobus come se nulla fosse, arrivano a casa sua, lo accudiscono con the caldo e fazzoletti.
Le immagini sono potenti, scaldano, danno spessore alle poche parole dell’albo, riportano alla mente immagini di casa, come quella di un lettone affollato che in mezzo alla notte si riempie sempre più di bambini che migrano da una stanza all’altra, gatti, cani o altri animali domestici che cercano un po’ di caldo… anche a casa di Amos ci sono, l’unica differenza è che sono un rinoceronte, una tartaruga, un elefante, un gufo, un pinguino…
Abbiamo scovato un’interessante intervista all’illustratrice, che fra le altre cose è anche la moglie dell’autore, e che vi riproponiamo tradotta in italiano qui sotto perchè apre il backstage sulla produzione delle immagini e sulla capacità di rendere quel calore che tutti percepiscono nel vederle. Grazie a Jules di Seven impossible things before breakfast.
La prima strategia che uso per costruire una immagine è quella di evitare di frequentare il mio tavolo da disegno. Capita che porti in giro il cane, mi sieda sotto il portico o inforni qualcosa. C’è troppa pressione intorno al mio tavolo da disegno, voglio conoscere bene i miei personaggi prima di disegnarli. Così, quando mi sento in grado di potermi orientare su un foglio di carta bianco, inizio a fare uno schizzo o due. Alcuni sono meglio di altri ma nella maggior parte dei casi non sono un gran che belli.
Dopo aver schizzato qualcosa che mi pare possa funzionare, allora lo disegno con una maggior accuratezza e con le dimensioni e la spaziatura corretta.
Da qui comincio il lavoro di rifinitura. Comincio a intagliare i miei pezzi di legno in modo da poter aggiungere il colore all’immagine. I pezzi di legno sono come quelli rappresentati nell’immagine. Si tratta di una sottile tavola di legno con una buona venatura.
Gli attrezzi che uso per intagliare il legno sono del tipo di quelli dell’immagine.
Se due colori sono uno vicino all’altro nell’immagine, è necessario scavare un blocco diverso per ogni tipo di colore. In figura sono rappresentate ad esempio le strisce intagliate per creare l’effetto di sfondo.
Nell’immagine c’è una coperta blu, un palloncino rosso e il pinguino indossa sottile calze rosse.
Il mio metodo e la mia tecnica di stampa non sono adeguati, quindi, se ci sono veri stampatori che leggono questo blog, mi scuso per quello che sto per dirvi. Uso inchiostro ad olio perchè ha una consistenza maggiormente gommosa e riprende bene la venatura del legno. Forse uso l’olio perchè, ad un certo punto della mia vita, ho pensato che sarei diventata una pittrice ad olio e mi piace l’odore.
Quando ho finito di scolpire il blocco mescolo l’inchiostro e lo applico con un rullo.
Il disco nell’immagine costituito da un elemento in bambù è un supporto utilizzato per pressare. Metto infatti la carta sopra il blocco di legno precedentemente inchiostrato e premo la pressa in bamboo sopra di esso per stampare. Alla fine la stampa appare così.
Aspetto che la stampa si asciughi (ci mette circa un giorno o giù di lì) e poi ci disegno sopra con la matita. Ta da!
Non è semplicemente magnifico e profondamente vero e realistico? Pare di poter toccare gli animali, la coperta…
IL RAFFREDDORE DI AMOS PERBACCO
Testo Philip Stead – Illustrazioni Erin Stead
Babalibri
Anno di pubblicazione: 2011
40 pp. | 23,5 x 21,5 cm
Prezzo di copertina: 13,00 euro
Età di lettura: dai 3 anni
Buonasera, ho scoperto il bellissimo libro “il raffreddore di Amos Perbacco” quando vivevo in Italia, l’ho comprato. Ormai sono tornata in Francia, mi piacerebbe acquisatrlo in francese per leggerlo e regalarlo ai bambini francesi.
Esiste in francese ? Non ho travato.
Grazie di farmi sapere se una casa editrice francese l’abbia pubblicato
Claire Kahn
Grazie Claire, come sai, ci siamo già scritte via mail, speriamo tu abbia trovato il libro!