Joker è invece la riedizione di un libro edito nel 2002 da Salani. Scritto da Susie Morgenstein con disegni di Giulio Castagnaro, l’ho trovato commovente.
In Joker traspare tutto l’amore che un maestro ha per il proprio lavoro, per la vita e per i bambini, ai quali cerca di trasmettere insegnamenti di vita e non “lezioni”, e questo l’autrice riesce a trasmetterlo egregiamente attraverso una scrittura fluida e molto diretta, per nulla compiacente.
La prospettiva è quella dei bambini di una classe quinta elementare: pur essendo la narrazione in terza persona avvertiamo palpabile l’emozione ma anche la noia di avere un nuovo maestro all’ultimo anno di scuola, percepiamo il loro punto di vista: vi riporto uno stralcio, leggete quanto è brava la Morgenstein a narrare il sentito dei bambini e la situazione che si viene a creare.
Un maestro così, però, proprio non se lo aspettavano. Se ne stava lì, seduto in cattedra, immobile come una statua. Luca si chiese come fosse possibile che un maestro nuovo fosse così vecchio.
Omar gli si avvicinò per essere sicuro di non vedere doppio, o triplo… o quadruplo, ma tutte quelle rughe erano vere? Gli alunni si guardavano preoccupati. Erano delusi, decisamente delusi. Si aspettavano un bel maestro giovane e sportivo, e invece si ritrovavano un vecchio signore con i capelli bianche che andavano in tutte le direzioni, con gli occhiali poggiati sulla punta del naso e una pancia grande come un pallone, probabilmente l’unico pallone che avrebbero visto durante tutto l’anno scolastico.
Si delineano subito due protagonisti: il nuovo maestro – Biagio Natale – e la classe, in una dimensione corale resa attraverso la voce di 6 bambini, raffigurati in graziosi ritratti all’inizio del libro. Una scelta che ho trovato efficace per approfondire le diversità interne alla classe. Co-protagonista è Candida Peres, la temibile preside, contraltare del maestro, anch’ella personaggio splendidamente sfumato e tratteggiato.
Le cose fondamentali si scoprono subito: il nuovo insegnante è un maestro che non chiede (come vi chiamate?), non ordina (sedetevi!) ma fa regali, continuamente, perché tutto nella vita può essere percepito come un regalo, se lo si guarda dalla giusta prospettiva.
E’ anche un maestro che stupisce, continuamente. E il primo regalo che fa è un mazzo di carte ad ogni bambino, carte di soli jolly, strani e anticonvenzionali: jolly di arrivare tardi, di non andare a scuola, di cantare all’improvviso, di lamentarsi, di evitare una punizione, di dare un bacio al maestro e così via.
Poi c’è il regalo di David Cooperfield a bambini che ogni sera guardano la televisione, c’è la cassetta delle discussioni, la gita in posta, i richiami continui della preside, le partite a scacchi con Luca e le domande sull’amore.
Intuite perché mi sono commossa nella lettura? Quel vecchietto rugoso, così efficacemente disegnato da Castagnaro, è davvero un gran maestro.
Ma il bambino lettore probabilmente non si commuoverà, ma si stupirà, fantasticherà e riderà, perché Joker è soprattutto molto divertente.
P.s. C’è bisogno che lo dica che Joker sarebbe anche un bellissimo regalo per maestri/e?
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