Come per gli altri titoli della collana, l’obiettivo è far conoscere figure storiche di scienziate, raccontando non solo la loro passione e competenza scientifica ma anche il loro essere donna. Una caratteristica non ininfluente soprattutto in alcuni contesti storico-sociali in cui alle donne erano (sono?) attribuiti limitati ruoli sociali.
Il motivo del meritato successo di tutti i volumi di “Donne nella scienza” è il felice connubio tra divulgazione e narrazione.
Non è necessario cioè essere appassionati di una particolare scienza per apprezzarli perché ciò di cui si parla sono storie di vita vera in cui ognuno può riconoscersi.
Al centro ci sono le donne, i loro talenti, le loro difficoltà, i loro sogni, ed è proprio questo che innanzitutto si deposita nel lettore, la cui curiosità verso una determinata scienza viene al contempo, forse, stimolata.
Per questo, di Sofia Kovalesvskaja non ci viene spiegata nel dettaglio l’importante teoria matematica -la rotazione di un corpo rigido- da lei elaborata in anni di studio (e forse non sarebbe stato così semplice!). Ci sintonizziamo piuttosto con la sua passione, conoscendo una donna determinata e al contempo piena di fragilità e contraddizioni, intelligente e gradevole di aspetto. Sofia, cui la vita non ha regalato nulla (morì di polmonite a 41 anni!), ma si è dovuta sudare la libertà come donna e come studiosa, lottando fortemente, in primis per l’emancipazione delle donne.
Ce l’ha fatta? Sì, è stata la prima donna russa e dell’Europa moderna a ottenere una cattedra universitaria (a Stoccolma, dove trascorrerà l’ultima fase della propria vita). Mi sono chiesta a quale prezzo sia riuscita a raggiungere ciò che con enorme determinazione aveva inseguito…
Vichi De Marchi ci presenta Sofia raccontandola in prima persona, sin dalla più tenera età. Scopriamo l’infanzia di una bambina figlia di un generale, cresciuta in campagna, in un ambiente aristocratico e conservatore, tra tenute estive, tutori privati, rigide consuetudini. La narrazione si sviluppa in un bilanciamento perfetto tra pensieri intimi e sogni che sempre più diventano urgenze; relazioni familiari scomode (i genitori), complici (la sorella) o ispiratrici (gli zii); decisioni difficili ma necessarie (come il matrimonio con Vladimir, finalizzato solo alla possibilità di uscire così dalla Russia per studiare); le sofferenze e i drammi, i successi e l’entusiasmo nelle molte esperienze vissute da Sofia (a Heidelberg, Berlino, Parigi, Stoccolma..).
È un libro che scorre benissimo, e sentiamo vicino a noi, appassionante, nonostante l’apparente distanza.
Perché l‘identificazione non vibra solo attraverso le storie di persone che sono/pensano/fanno cose come noi. Anzi, gli scenari di identificazione si schiudono forse più facilmente nelle storie di altre vite, altri modi di essere, altre abitudini. Facendoci stupire e sognare.
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