Sono stata felicissima di ricevere, come regalo di Natale, un libro di cui non conoscevo nulla, nemmeno la casa editrice, Mercurio, una nuova realtà editoriale che si presenta così: “la soglia che devi attraversare per scoprire qualcosa che non sapevi di desiderare”. Ancora più bello è stato immergermi in una lettura intensa, sorprendente ed emozionante, capace di aprire spazi di riflessione inaspettati. Una prosa mai banale e costruita con cura. Come afferma la stessa casa editrice: “Mercurio ha tre pilastri: letterarietà, emozione, contemporaneità”.
L’altra valle è difficile da incasellare: romanzo di formazione, storia d’amore, racconto fantascientifico… Si rivolge ai ragazzi? Sì. Agli adulti? Assolutamente. Per me, un romanzo che resta appiccicato addosso: le sue atmosfere e la protagonista, Odile, hanno continuato a risuonare dentro di me a lungo.
Tutto ruota attorno a un’idea intrigante: il mondo dei personaggi è una valle con una città, un lago e boschi. Ma oltre la recinzione a est si estende un’identica valle, 20 anni nel futuro, e oltre il confine sorvegliato a ovest, un’altra identica valle, 20 anni nel passato. E così via, all’infinito. Un Consiglio regola i passaggi tra le valli, valutando i rischi evidenti di visitare il passato o il futuro. Le concessioni sono rare e speciali, come brevi visite per rielaborare un lutto, rivedendo un proprio caro ancora in vita, con il volto nascosto da una maschera per non essere riconosciuti.
In questo contesto c’è la 16enne Odile, protagonista il cui punto di vista sarà sempre molto “vicino” al lettore. Insicura, goffa e solitaria, Odile è schiacciata dalle aspettative della madre che la vorrebbe nel Consiglio, nodo centrale poiché lei e i compagni di scuola devono decidere il loro apprendistato. Centrale è anche la sua solitudine che pian piano viene scalfita da nuove amicizie con le prime esperienze adolescenziali: serate a casa, fughe notturne, prime bevute sulla scogliera, segreti, invidie. E anche primi amori, come il legame speciale che nasce con Edme, un compagno di classe.
Poi, un evento cruciale dalle significative conseguenze: Odile vede i genitori di Edme in visita dal futuro. Facile capire come mai siano lì.
Da qui, non posso dire altro senza rovinare la lettura, ma c’è una cesura potente a metà libro, che non solo incide sulla trama, ma anche sul ritmo e sul registro stilistico. È il momento in cui il lettore, spaesato, come è successo a me, si sente ancora più coinvolto con Odile, dialogando, arrabbiandosi e interrogandosi. Difficile restare indifferenti.
E’ un romanzo ricco di riflessioni, mai esplicite: la dignità, il rispetto per se stessi e per i propri sogni, il peso delle scelte, il senso di responsabilità verso la collettività, la cieca fiducia nell’ordine prestabilito, il confine tra rinuncia e accettazione, coraggio e incoscienza, egoismo e codardia.
Interessante anche la scelta stilistica di non segnare con punteggiatura i dialoghi, rendendo il testo ancora più immersivo.
Vorrei dire di più, ma non posso… Se qualcuno l’ha letto o lo leggerà, sarò felice di dialogare!
Un libro da incontrare, dai 15 anni in su!
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