L’estate gigante

Silvia Sai

Nessuna mareggiata, nessun clamore qui, a raccontare l’età di passaggio. 

L’estate gigante di Beatrice Masini è forse una delle narrazioni della (pre)adolescenza più delicate e veritiere che mi sia capitato di incontrare. Quell’età lì, che scorre nella pigrizia e si puntella di scossoni improvvisi.

Pensieri profondi, malinconie, sguardi rubati, dettagli sognati.

Un’età di confine.

Come è il mare Adriatico, placido, sonnacchioso e pur sempre in movimento, inesorabile, immenso, potente.

Ho faticato un po’ a farmi strada dentro questa narrazione, inizialmente spaesata e senza direzione, così mi pareva finché tutto ha iniziato ad addensarsi, come farina nel latte.

Certo è un romanzo innanzitutto di atmosfera, quella di un’estate in Romagna, l’ultima di molte uguali a se stesse, e giornate lunghe. Non sarà però un’estate qualsiasi perché la linea di confine è affiorata, con le sue meravigliose contraddizioni: infanzia, adolescenza, passato, futuro, paura, desiderio, vita e morte. 

In queste pieghe si dibatte la giovane protagonista, coscientemente intrappolata in un varco che sancirà, inesorabile, un passaggio. Lei, che nome non ha, ma narra in prima persona dando corpo alla splendida scrittura della Masini. Lei, che sbircia il futuro ma ancora non sa come entrarci.

Un’età di mezzo descritta al di fuori di ogni cliché, con grazia e parole sottili a tratteggiare come un bastoncino sulla sabbia quell’indefinitezza del sentire, quando tutto sembra fuori posto e al contempo uguale a sempre. 

Paura, desiderio, sfide, limite.

Attorno alla ragazzina, la più grande, un contorno di sette bambini e bambine, ritratti con pennellate significative, le cattiverie e le solidarietà… gli adulti distanti.

Piccole cose. Il gelato, il luna park, le avventure sugli scogli, quel micio peluche che proprio non si riesce a prendere. E il gioco di finzione – il gigante – che la ragazzina si inventa, come cornice narrativa, per passare le giornate, comandare sul gruppo e proporre sfide…

Una vera maestra la Masini a raccontare la complicità tra bambini, anche quando non si fa necessariamente amicizia, piuttosto esclusività e protezione, i “grandi” fuori, che quando sono in giro, non ci si saluta nemmeno tra bambini perché la magia in quel momento non c’è.

E poi Luciano, il bagnino bello come il sole che fa battere il cuore…

Il finale inaspettato, dirompente, sfuma i toni di un’estate che resterà come una serie di fotografie in bianco e nero, un po’ sfocate e mosse, con dettagli inutili, eppure indimenticabili.

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L’ESTATE GIGANTE

di Beatrice Masini

Fabbri Edizioni

Anno di pubblicazione: 2005

140 pp. | 21.5 x 13.5

Età di lettura: dai 12 anni

 

Il libro come romanzo singolo credo sia reperibile oggi solo in biblioteca. n commercio è presente all’interno della “Trilogia delle ragazze”, Rizzoli, 2018, che contiene anche “Giù la zip” e “I bottoni”.

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