“C’erano una volta…”.
La storia è una di quelle storie senza tempo e senza età. La trama è pulita e lineare, alleggerita da un fraseggio scorrevole, cadenzata da ripetuti dialoghi, ritmata da un ritornello ricorrente (peccato che nella traduzione si perda la parziale rima).
Gatti qui, gatti lì,
gatti e gattini ovunque,
centinaia di gatti,
migliaia di milioni e milioni di gatti.
La scena si apre su una casetta “confortevole e pulita“, con un giardino fiorito, e “un uomo molto vecchio e una donna molto vecchia“, ai quali nella storia non viene mai attribuito nome proprio. Sono soli e soffrono di questa solitudine. Consapevole della propria infelicità, la donna si dice convinta che, con un “dolce, piccolo, tenero gatto” potrebbero essere molto felici!
Il marito accoglie il suo desiderio e si mette in viaggio alla ricerca di un gatto. Quell’omino dalla lunga barba bianca, il naso a punta, e il volto pacifico e simpatico attraversa fresche valli e colline soleggiate (e noi lo seguiamo lungo sentieri e panorami finemente disegnati!), finché non trova un gatto, anzi, moltissimi gatti, una collina coperta di gatti! Soddisfatto, l’uomo molto vecchio sceglie subito il gatto più carino, un gatto bianco. Ma… ben presto resterà ammaliato dalla bellezza e dalla tenerezza di ogni gatto che incontra, uno grigio, uno nero, uno striati e così via… Accoglie il primo tra le braccia, il secondo sulla spalla, il terzo sull’altra spalla… sopraffatto dall’entusiasmo, l’uomo molto vecchio si trova letteralmente sommerso e circondato da centinaia, migliaia, milioni di gatti.
In un bellissimo gioco di prospettive ad aprire scorci insoliti, il cammino verso casa diventa un’infinita ed esilarante marcia di gatti, gattini e gattoni.
Lascia un commento