Pettson è un simpatico omino, sbadato e pieno di inventiva, mentre Findus è il suo gatto, con cui Pettson dialoga continuamente (e Findus risponde). Abitano in campagna, in una casa con la legnaia, l’orto, le galline, intorno il bosco e le colline. Poi ci sono i vicini, in particolare Gustavsson che incontreremo in entrambe le storie, che di Pettson vedono solo il lato bizzarro:
In giro si diceva che Pettson fosse matto.
Pettson è tutt’altro che matto ed è uno splendido personaggio: un antieroe che nonostante le maldicenze e le risatine soffocate (splendidamente rappresentate nella prima tavola di Una torta per Findus) vive la sua vita serenamente e onestamente. Gli piace fare le cose per bene, brontola, si ingarbuglia, ma alla fine riesce nelle sue imprese e poi… si gode la vita!
In Una torta per Findus la trama ruota attorno alla preparazione di una torta di compleanno (uno dei 3 in un anno!) per Findus, mentre in Caccia alla volpe i due amici sono alle prese con una volpe che si intrufola nei pollai per cacciare le galline.
Se nel primo è la ricerca degli ingredienti che si complica sempre più in una catena di ostacoli imprevisti (primo fra tutti il non trovare mai nulla dello sbadato Pettson!), nel secondo domina la progettazione quanto mai fantasiosa di una trappola per la volpe.
Tra gli elementi che più mi hanno colpito c’è l’impianto narrativo che tanto mi ricorda le commedie teatrali: gli equivoci che scatenano l’ilarità del lettore, le situazioni rocambolesche al limite del comico che si accumulano, gli scambi di battute tra Pettson e Findus che seguono sempre il medesimo canovaccio, rendendoli personaggi riconoscibili e caratterizzati.
E poi un continuo gioco di sguardi: Pettson e Findus concentrati sulle loro vicende incuranti degli sguardi altrui, i vicini dallo sguardo esterno e giudicante-, il lettore il cui sguardo è letteralmente fagocitato dalle illustrazioni.
Quest’ultime rappresentano davvero un’esperienza provocante, nel senso che provocano stupore (solo ad occhi attenti!): tanti esserini che vivono vite minute e parallele alla storia principale (un topino fa surf su un uovo rotto, un mini-coccodrillo passeggia con la cuffietta verso una pozzanghera…), tanti oggetti “fuori misura” come uno stivale o funghi giganti nel parto.
E se le prospettive scelte per rappresentare alcune scene sono sempre diverse (frontali, dall’alto, di taglio…), e compresenti anche nella medesima tavola, l’impressione è che l’ordine delle cose sia ribaltato, strano, inusuale, ma tremendamente normale.
Ecco, questo è lo sguardo visionario e insieme ordinario di questo autore! Non perdetevelo!
E se amate questo stile di illustrazioni e lo sguardo visionario, vi consiglio di cercare dello stesso autore sempre per Camelozampa il silent book Passeggiata col cane e l’albo Dov’è mia sorella?
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