Ti cerco, ti trovo, albo giunto in Italia grazie alla casa editrice Camelozampa, non smentisce la poetica di Anthony Browne, anche se a mio avviso forse non raggiunge la geniale intensità di altri suoi libri (penso a Voci nel parco, Gorilla, Nel bosco, Sciocco Billy).
Due fratelli, Poppy – la sorella maggiore – e Cy – il fratello minore – sono molto tristi perché il loro amato cagnolino Goldie si è perduto. Le atmosfere sono ovattate, silenziose, dense di non detti e interrogativi.
Che fare di fronte alla tristezza e alla noia? Perché non giocare a nascondino, propone Cy? E in quale luogo migliore se non nel bosco?
Anthony Browne ama giocare con il lettore, soprattutto nelle illustrazioni attraverso dettagli, simboli e rimandi, e tutto ciò che può evocare altro. E più che la storia in sé, è proprio questo che incanta i bambini, l’essere implicitamente invitati a pensare e a immaginare, liberamente.
Il nascondino diventa sempre più gioco e sempre più realtà temuta; non è forse un’esperienza potentissima e reale, seppur ludica, di abbandono, solitudine, gestione della paura e timore di non essere trovati?
Saranno le lunghe ombre del tramonto a dare corpo e forma alla paura crescente dei due fratelli, mentre il lettore non è mai abbandonato a se stesso: cerca e trova piccoli dettagli – inquietanti ma stuzzicanti – nelle immagini del bosco; ascolta (o legge) i rispettivi pensieri e i richiami di Poppy e Cy.
Allo stesso tempo, vive insieme ai fratelli l’avventura del gioco, la crescente tensione ma anche l’epilogo liberatorio e felice.
Eppure. Eppure Anthony Browne non ama i finali chiusi.
State certi che la bizzarra casetta nel bosco di Poppy e Cy, verso cui faranno sereno ritorno, solleciterà ancora domande e fantasie nei piccoli lettori…
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