Dicevo della luce.
Poi mi hanno catturato le inquadrature e le prospettive, così dinamiche e varie, mi hanno accolto nella storia, o meglio nella corsa a perdifiato accanto al piccolo protagonista. E i colori, che si infilano piatti e netti, tra luce e ombre.
Mi ha colpito la presenza della natura, piccola e discreta come una coccinella, o grande come una mucca, silenziosa e sonora al contempo, come il mare, la cascata o il bosco. Sono tanti i suoni che si odono tra le pagine, nella nostra immaginazione. Io ho sentito nitidamente l’ansimare del bimbo e poi le sue grida di gioia.
Attenzione però, non è un libro che fa del lirismo e della visione poetica delle piccole cose la centratura narrativa (come spesso accade, con risultati che catturano gli adulti ma nulla hanno da dire ai bambini).
Qui c’è una storia. Un’avventura, degna di un eroe. Il bambino che esce di casa da solo – “non c’è neppure mio fratello”-, di gran corsa verso la valle dei cervi volanti (pare già un luogo mitico) dove, ne è certo, ne catturerà uno, “da solo”.
Questo il tesoro da conquistare, affrontando varie peripezie e superando non poche difficoltà: un lungomare infinito, un altrettanto infinita distesa di campi verdissimi, e scalinate da salire, anch’esse infinite, e poi cascate, salti… questo vede e vive il lettore mentre sfoglia le pagine, scorgendo talvolta a fatica il piccolo ma coraggiosissimo eroe.
E quando avverrà la conquista dell’agognato trofeo– in una bellissima doppia pagina- anche il viaggio di ritorno non sarà privo di difficoltà.
Infine, un’ultima cosa mi ha colpita. Quel pizzico di comicità ed ironia che si avverte qua e là, più di tutte nella divertentissima rappresentazione della salita dei gradini del tempio! Così come nella sequenza di cattura del cervo volante.
Un libro davvero meritevole, ben fatto, godibile, divertente, pieno!
P.s. Se un bambino non sa cosa sia un cervo volante (ossia un insetto), è possibile che si prefiguri una valle piena di cervi con le ali (come ha fatto mia figlia!).
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