Per il “bambino italiano medio” la questione dei diritti dei propri pari è spesso di scarso interesse perché faticano a percepire, se non direttamente coinvolti, che al mondo di bambini dai diritti violati ce ne sono tanti. Il bambino italiano medio ha una famiglia (omogenitoriale, separata, allargata o convenzionale ma ce l’ha), va a scuola, gioca e fa attività pomeridiane, mangia tutti i giorni, ha un tetto sulla testa e un ospedale a meno di 10 km… riuscire dunque ad avvicinarlo ai temi dei diritti fondamentali in modo non didascalico è compito difficile. Emozionarlo per creare memoria nel tempo di diritti violati significa cercare chiavi diverse da quelle del realismo che è loro lontano e per questo rischia di trasformarsi in pietismo.
Diritti al cuore
Antonio Ferrara con il suo Diritti al cuore pubblicato per Le rane Interlinea ha trovato una chiave che, come il titolo suggerisce, va a colpire in modo immediato i bambini.
Lo fa con un libro illustrato dal linguaggio semplice e soprattutto vicino alle esperienze di quotidianità dei bambini, dedicando ogni capitolo ad uno degli articoli della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia.
Il libro si apre come solo Ferrara può, con un incipit che incoraggia ad andare avanti a leggere…
Art.2: diritto all’uguaglianza senza distinzione di razza, religione, ecc.
Già questo ecc. del sottotitolo è un programma… se poi il tema dell’uguaglianza è dall’autore declinato attraverso il sentirsi diversi per non aver preso i pidocchi mentre il resto della classe ce li ha, non si vede l’ora di andare a leggere gli articoli successivi.
La settimana scorsa la maestra ci ha messo in fila e ci ha guardato i capelli. Ce li ha guardati a tutti, uno a uno, e dopo ha detto che i pidocchi ce li avevamo tutti quanti, tutta la classe, tutte le femmine e tutti i maschi tranne Gino e Gino che non ce li aveva si è messo a piangere perché li voleva pure lui.
Io gli ho detto non piangere, Gino, vedrai che di sicuro i pidocchi verranno pure a te.
<< Speriamo>>, ha detto lui, <<speriamo>>.
E infatti il giorno dopo la madre di Gino, quando è venuta a scuola, ha detto alla maestra Anna guarda che pure Gino ha i pidocchi, è pieno. Subito ho guardato Gino, ed ero contento perché lo vedevo che adesso rideva.
Ferrara si muove fra i capitoli e gli articoli della convenzione con una leggerezza inusuale, passando dall’ironia all’introspezione e alla delicatezza in modo naturale.
I diritti vengono raccontati attraverso la storia della vita di Leo, un bambino come tanti, dalla vita apparentemente normale e dai diritti rispettati. Strada facendo si scopre che non è proprio così vero.
Ogni capitolo racconta un momento della vita quotidiana di Leo fra scuola, casa e amici. C’è una figura importante nel libro, una sorta di guida saggia che accompagna Leo nella scoperta delle vite degli altri. La sua maestra, Anna, che ha sempre la risposta giusta al momento giusto o meglio il pensiero giusto per farsi domande giuste.
In questo racconto di vita Ferrara va a esplorare diritti che ai più non sarebbero venuti in mente ma che, per un bambino di oggi, sono invece delicati e importanti.
ART.16: diritto alla privacy
Eh, si, perché io ho un diario segreto.Ci scrivo dentro le cose che mi succedono. Non ci scrivo proprio tutto quello che mi capita, certo. Se vado a fare la pipì, per dire, Iva ce lo scrivo. Ci scrivo le cose belle e le cose brutte, insomma tutte le cose importanti, ecco.
Sono i miei segreti.
Solo miei.
Sono le cose che non voglio dire a nessuno, o forse che ancora per un po’ non voglio dire, ma che prima o poi dirò. Metterle nel diario è un po’ di più che pensarle solo dentro la testa e un po’ di meno che dirle a qualcuno ad alta voce.insomma, quando le cose le scrivo mi sembra di pensarle meglio, di allenarmi, di prepararmi a dirle.
[…] Quella sera, sdraiato sul letto, mentre scrivevo nel mio diario, ho pensato che i segreti sono importanti, per un bambino, perché sono i suoi pensieri silenziosi. E poi ho pensato pure che ci vuole un grande che li protegga. Che non gli manchi di rispetto.
Il libro declina venti diritti in altrettanti capitoli, conducendo il lettore in un viaggio iperbolico che, pur partendo dalla quotidianità, arriva a toccare temi profondi e faticosi come
art. 22: diritto all’accoglienza in quanto profugo
Hanno fatto vedere dei bambini che scendevano dai barconi tutti infreddoliti e dei poliziotti che gli davano da bere e gli mettevano le coperte sulle spalle, e se erano piccoli li prendevano in braccio e li portavano al sicuro.
«Poveri bambini» ha detto mia madre.
«Davvero, poverini» ha detto mia sorella.
«Bisogna aiutarli» ha detto mio padre.
Io non ho detto niente, invece, perché mi sono immaginato al posto loro, al posto di quei bambini soli, scappato dalle bombe e da quelli che mi volevano uccidere, e ho pensato che avevo visto tanti morti, tanti morti, e che pure i miei genitori
forse erano morti, e pure i miei fratelli. E allora non ho detto niente, proprio niente, ché nella bocca mi si sono seccate tutte le parole.
art. 23: diritto a cure speciali in caso di diversa abilità
E poi dice che davanti a diversamente abile bisogna metterci la parola persona, così non ti dimentichi mai che stai parlando di un essere umano.
Oggi poi ha detto anche un’altra cosa, la maestra.
Ha detto che non puoi definire una persona con l’unica cosa che non riesce a fare.
Ferrara è vicino ai bambini di oggi, racconta del diritto alla salute parlando della tosse della sorella di Leo. Nessuna tragedia. Una semplice tosse fa scoprire a Leo una verità profonda e spesso non così scontata… che i genitori sono fatti anche per curare.
O ancora del diritto ad esprimere le proprie opinioni. Anche qui in modo diretto e semplice. Raccontando del diritto a trovare modo di esprimersi in classe ognuno per come è.
Per fortuna in classe c’è la maestra, che fa parlare solo chi alza la mano, fa stare un po’ zitti quelli che vogliono parlare sempre loro e incoraggia quelli che fanno fatica a dire quello che pensano.
Il linguaggio è sempre immediato, fresco, colloquiale. Sembra di sentire raccontare un bambino di 10 anni, con le sue frasi asciutte ma appuntite, dirette, con un uso della punteggiatura che rende il testo simile al parlato e non allontana ma “acchiappa” come potrebbe forse dire l’autore.
Un libro che si può leggere a puntate, di cui si possono leggere solo alcuni capitoli, che si può leggere tutto d’un fiato. Insomma un libro versatile per varie esigenze e momenti. Può essere estratto dalla libreria al bisogno, per spiegare una situazione particolare o essere letto come una vera e propria storia, quale è, quella della vita di tutti i giorni di Leo.
DIRITTI AL CUORE
Antonio Ferrara
Le Rane Interlinea Editore
64 pp. | Anno di pubblicazione: 2016
Prezzo di copertina: 8,00 euro
Età di lettura: dagli 8 anni
Sono interessata ad altri testi sui diritti dei bambini