Arnold Lobel è un autore che, come pochi altri, sa immergersi e comunicare egregiamente il pensiero dei bambini, quel pensiero magico e così ingenuamente cristallino.
Maestro della sintesi e dei racconti brevi, sferzanti, divinamente ironici, Lobel accompagna il lettore in situazioni che sono scenette di vita quotidiana sublimate nell’assurdo, quell’assurdo possibile nel pensiero dell’infanzia. 5 racconti brevi in Gufo, è ora di dormire, altrettanti in Rana e rospo sempre insieme.
I racconti dedicati a Gufo vedono questo personaggio, e i suoi monologhi, impegnato a risolvere una serie di questioni di primaria importanza: convincere inverno a uscire da casa sua, gestire quelle due strane e spaventose gobbe sotto le coperte, preparare un buon tè di lacrime, essere allo stesso tempo di sopra e di sotto casa sua e, infine, convincere la luna a non seguirlo. Intuite già da queste brevi descrizioni il tono della narrazione vero?
Credo che il modo di raccontare di Lobel sia geniale perché in brevissime storie condensa il possibile e l’impossibile, introduce un problema e offre la soluzione, fa sorridere e ridere a voce con una sottile e pervasiva.
In Rana e Rospo invece le scenette non sono monologhi ma dialoghi tra due buoni amici che di volta in volta anch’essi affrontano dilemmi e questioni di grande portata (chi oserebbe contraddirli?), quali ad esempio come trascorrere la giornata se si è perduta la lista delle cose da fare? Come vincere la terribile attesa di vedere i semi germogliare in giardino? E come smettere di mangiare i deliziosi biscotti o come dimostrare di avere davvero coraggio?
Ogni racconto è un condensato di piccoli pensieri che riflettono la filosofia del quotidiano, così presente nell’esperienza dei bambini, a volte ce ne dimentichiamo!
Entrambi i libri, scritti in stampatello maiuscolo, sono ampiamente arricchiti dai deliziosi disegni dello stesso Lobel!
E se lo stile narrativo di questo autore americano vi intriga, vi consiglio di cercare anche Storie di topi, altro suo libro edito da Kalandraka, di cui avevo scritto.
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