I racconti dei vicoletti

Silvia Sai

Siete pronti a riempirvi gli occhi di meraviglia?
A immergervi in luminosissimi acquerelli color pastello, che raccontano la vita in un modesto quartiere di Pechino? Una vita un po’ cruda, ma immensamente tenera e piena d’amore, sospesa tra magia e realtà?
Siete pronti a conoscere i vicoletti, il piccolo teatro urbano in cui hanno luogo le avventure della piccola Yu’er e del nonno Doubao?
Siete pronti a sorridere, molto, e a commuovervi, molto?
Bene, questo è ciò che vi aspetta se prenderete in mano la recente novità Bao Publishing che porta ancora in Italia Nie Jun, astro nascente del fumetto cinese.
I racconti dei vicoletti: quattro capitoli per quattro storie in cui si parla di disabilità, bullismo, sogni, amore, memoria, amicizia…
Grandi temi che si intrecciano a piccoli accadimenti quotidiani narrati con grazia, levità e straordinaria freschezza.

Racconti-vicoletti-Nie-Jun-Bao-Publishing

Yu’er è dolce, curiosa, sensibile, tenace, e una disabilità che non le permette di camminare bene.
Doubao è affettuoso, allegro, un po’ sbadato e buffo, un divertente raccontastorie, sognatore inguaribile.
Lei è nipote.
Lui è nonno.

In questo vecchio vicoletto, tutti – che siano vecchi o bambini – hanno il proprio sogno in cui credere.

I quattro racconti vedono al centro nipote e nonno, nella loro vita quotidiana tra le stradine, circondati da vari personaggi del quartiere.
Quattro vicende concrete ma contornate di magia.
Il confine sfumato tra reale e immaginario, sogno e realtà, visibile e invisibile, presente e passato dove l’impossibile sembra di colpo possibile.
Un bel messaggio di speranza e fiducia, soprattutto per la piccola Yu’er, chiamata “la storpia” da alcuni bambini del quartiere.

La narrazione è fluida e piena di sentimenti. Gli acquerelli avvolgono nei colori caldi e nel riempimento rapido, volutamente impreciso, mostrando una limpidezza che non è solo stilistica ma anche narrativa, nel rivelare la purezza d’animo dei protagonisti.

Il primo racconto (Il sogno di Yu’er) mette subito al centro la disabilità di Yu’er e con essa le diffidenze, se non vere cattiverie, che incontra nella relazione con gli altri. Ma ci parla anche del suo nonno, Doubao, che con forza protettrice e un po’ di follia, fa di tutto per rendere possibili i sogni di Yu’er. Come quello di diventare una grande nuotatrice. Rifiutata infatti a un corso di nuoto a causa della sua disabilità, la bambina è rincuorata dal nonno che si impegna a farla nuotare, davvero! E come, se non architettando un sistema di funi appese ad un albero, per imparare a nuotare sospesa nel vuoto con la sola forza dell’immaginazione?
In questo racconto incontriamo anche due bimbetti del quartiere che, incuriositi dalle strane manovre volatili nel cortile di Yu’er, si avvicinano aprendo così la strada a una bella amicizia.
Difficile comprendere queste storie con la sola razionalità, perché Nie Jun non solo ama introdurre elementi di divertimento e ironia, ma anche aspetti surreali: il nonno ad esempio si appisola sempre sul più bello, combinando disastri, ma anche offrendo una svolta narrativa che ci fa precipitare in una dimensione magica ed onirica.
Yu’er nuoterà? Vi basti sapere che il pisolino del nonno causerà una caduta di Yu’er nel vuoto, ma…

Nel secondo racconto (Il paradiso degli insetti) i protagonisti sono invece Yu’er e uno dei suoi nuovi amici, Doubao, che corre in sua difesa quando lei è vittima di un duro attacco da parte di alcuni bulli del quartiere.
C’è una farfalla gialla con l’ala spezzata, la tristezza di Yu’er, e c’è la corsa del piccolo Doubao con Yu’er sul suo carretto verso un giardino incantato popolato di meravigliosi insetti, un luogo incantato che Doubao stesso ha curato nel tempo.
Doubao “sa catturare i grilli e fingersi morto…”
L’esplosione di colori e vita in questo racconto è travolgente. E pure qui la dimensione magica irrompe nella conclusione, ad aprire domande. Basta una foto del nonno da giovane, somigliantissima al piccolo amico di Yu’er, e il medesimo nome a farci sorgere un dubbio: che sia una coincidenza? O sono i racconti del nonno a diventare realtà per Yu’er?

La lettera è il terzo racconto ed è una storia d’amore. Quella tra il nonno e la nonna di Yu’er. Nel racconto-ricordo di Doubao, stimolato da una buca delle lettere ormai in disuso, scopriamo che lui lavorava come postino e collezionava francobolli. Doubao racconta di come conobbe e si innamorò della nonna, galeotta una coppia di francobolli rarissimi e introvabili.
Ascoltiamo anche noi il suo racconto, insieme a Yu’er, e ci spostiamo tra passato e presente. Nonno Doubao confida ricordi e nostalgie e il suo personaggio si tinge ancor più di intensità, mentre racconta emozionato, pancia all’aria sdraiato sul letto. Yu’er, bimba empatica, decide di scrivere una lettera alla nonna affidandole i pensieri del nonno – “ti volevo dire che ti vogliamo tanto bene” – poi chiede al nonno di consegnare la lettera, vestito da postino, proprio come una volta.
E la lettera arriverà a…

Infine Vecchi bambini, forse la storia che più dà spazio alla simpatia travolgente del nonno rendendolo un vero affabulatore.

“Le mie parole sono la medicina del nostro vicoletto! Guariscono tutti i piccoli malanni dell’animo!”

Mentre bambini e adulti si radunano attorno ai suoi racconti, compare un altro personaggio, Zucca, un pittore burbero, sempre scontroso e scontento. Amico di infanzia di nonno Doubao, i due bisticciano e si stuzzicano. La vicenda si arricchisce di rocamboleschi avvenimenti durante i quali emerge l’animo buono e altruista di nonno Doubao, sempre pronto a pensare al sentire degli altri, architettando soluzioni per allietare le loro vite.

Respiriamo a pieni polmoni questa fresca novità, e ringraziamo Bao Publishing per la collana interamente dedicata al fumetto cinese contemporaneo, attendiamo le prossime novità!

I RACCONTI DEI VICOLETTI
Nie Jun
Bao Publishing
Anno di pubblicazione: 2017
128 pp. | 19 x 26 cm. | Copertina rigida
Prezzo di copertina: 18 euro
Età di lettura: dagli 8 anni

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2 risposte a “I racconti dei vicoletti”

  1. scaffalebasso ha detto:

    Anche io ne parlerò presto! Mi ha colpito moltissimo questo lavoro anche per lo spaccato culturale che si percepisce.

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