Il libro dell’estate è un insieme di quadretti narrativi che si aprono sulla vita di una famiglia composta da nonna, nipote e papà, in un’isoletta dell’arcipelago finlandese.
Scritto dall’autrice finlandese di lingua svedese Tove Jansson – la creatrice dei Mumin, per intenderci – rappresenta uno dei suoi libri considerati per adulti, ma qui il confine sfuma, perché la lettura ha molto da raccontare a diverse età.
Una delle caratteristiche che più mi colpisce della Jansson è la capacità di raccontare storie agganciate alla concretezza e alla quotidianità con una buona dose di bizzarria e una spolverata diffusa di ironia.
Basti pensare al primo capitolo che si apre con la nonna in cerca della dentiera persa “da qualche parte in mezzo alle peonie”.
Poi colpisce la natura, presenza che diventa identità e appartenenza, resa viva da un linguaggio pieno e preciso nelle descrizioni.
Le atmosfere, esteriori ed interiori, dipinte qui con pennellate sicure, suscitano in me il desiderio di essere trasportata nell’isola finlandese accanto ai suoi personaggi.
Qui persone, indimenticabili:
due donne – nonna e nipote Sophia – complici e bisticciose, ognuna specchio della vita dell’altra, intrecciate in tempi diversi e simili affetti.
Un padre silenzioso – vedovo – seduto in scrivania o sulla barca per andare in paese, di lui intuiamo la presenza rassicurante.
La fatica di crescere, vivere, invecchiare, è tutta lì. Tove Jansson la racconta in modo sottile, con dialoghi pungenti, sguardi puntati sul mare, frasi gridate, pensieri silenziosi, esplorazioni solitarie, esempre, sempre, una punta di sorriso.
Felicità e malinconia sono qui cose minute ed enormi al tempo stesso.
Ma Il libro dell’estate è per lo più fatto di eloquenti silenzi e di interrogativi volti all’orizzonte. Una lettura che, di questi tempi, mi ha molto ristorata.
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Precisazione utile:
E’ una lettura che dona molto a più livelli ed età di lettura, non ha nulla di particolarmente complesso, nella trama o nei contenuti o nello stile (certo la scrittura non ha un linguaggio banale). Tanto più perché ogni capitolo è un po’ a sé stante. Se condiviso in lettura ad alta voce in famiglia o comunque adulto-bambini è adatto per me dai 9 anni, volendo prima.
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