La Giovanna nel bosco

Silvia Sai

L’armadio di Tommasone, zeppo di dolci e leccornie fatte in casa. 

La Giovanna me la ricordo benissimo. Con quel suo nasone e quell’aspetto un po’ goffo ma deciso, e quella simpatia travolgente… Ricordo il libro La Giovanna nel bosco, le battute dei personaggi, i dettagli delle illustrazioni, alcune frasi e parole: le tavole del fumetto mi si sono stampate dentro in modo indelebile, dagli anni ’80 ad oggi.

Io sono felicissima ed emozionata nel raccontarvi oggi un libro che ha segnato la mia infanzia. Un libro fresco di stampa che Gallucci ha deciso di riportare in vita sottraendolo all’infelice status di fuori catalogo. E dunque, ebbene sì, oggi vi racconto una nuova uscita e non l’ennesimo libro bello ma introvabile (se non in scaffali polverosi di biblioteche). Tra le mani ho 2 copie nuovissime del fumetto di Cristina Làstrego e Francesco Testa (sia mai che vada esaurito!), pur rimpiangendo l’edizione originale del 1979 la cui proprietà, dopo acerrime lotte in famiglia, fu ahimè attribuita ai miei cugini.

Ho pensato molto a come raccontare la bambina Giovanna e l’amico drago Tommasone che prende vita nei suoi sogni, le loro avventure e la loro amicizia. E non potevo farlo ignorando la mia infanzia. Ho deciso di parlarvene attraverso il ricordo che conservo di quando lo leggevo da bambina. Mi sono sforzata di rievocare gli aspetti che me lo facevano amare tanto, richiamando alla memoria dettagli, frasi, immagini, pagine, tutto ciò che mi colpiva e i miei pensieri al riguardo. E quindi, prima di aprire il libro nuovo fiammante, ho messo in moto la memoria e ho preso appunti. Poi l’ho aperto e l’ho sfogliato velocissimamente, per avere qualche ulteriore suggestione.

Quello che vi accingete a leggere non è la mia usuale condivisione di un’esperienza di lettura. E’ come dare voce alla Silvia bambina quando ella aveva tra i 7 e i 10 anni. E’ stato difficile, e bellissimo.

RICORDO UNO

Innanzitutto lei. Giovanna, una bambina un po’ piccola e un po’ grande. Molto autonoma e coraggiosa. Mi colpiva moltissimo l’apertura della storia: I genitori escono e Giovanna resta a casa da sola, con il suo cagnetto Ciccio (Da sola?? Wow!!). Guarda la televisione (il circo, questo particolare mi lasciava un po’ interdetta, non ricordo bene il perché), poi si lava i denti (e io pensavo ‘che brava!’ perché io al suo posto non li avrei lavati), si saluta allo specchio (questa immagine mi faceva impazzire… perché pure io lo facevo), si mette in pigiama (l’immagine di lei in mutande era molto buffa ai miei occhi perché rivelava le sue forme morbide e cicciotte), e dice di voler sognare un sogno bellissimo…(questa frase mi colpiva molto…una volontà che si tramuta poi in realtà!). Trovavo molto rassicurante la sequenza che ritrae una bambina sola a casa di sera che si gestisce in modo sereno. Addirittura riuscendo a richiamare e realizzare un sogno ricorrente, bellissimo ed entusiasmante (per me di ricorrente c’erano solo gli incubi). Sì, perché la Giovanna inizia a sognare…

La giovanna nel bosco
la giovanna nel bosco
la giovanna nel bosco

RICORDO DUE

Una principessa anticonvenzionale, buona e un po’ selvatica (nell’aspetto). Questo aspetto mi entusiasmava. La Giovanna sogna di essere una dama medioevale di rosa vestita, con tanto di velo in testa, ma risulta davvero buffa, perché tutto ha tranne la grazia e la bellezza di una dama di corte. Certo, quel vestito rosa era necessario e mi piaceva perché rievocava le immagini femminili delle fiabe, ma le si addiceva ben poco, come ben poco mi si addiceva il rossetto rosso che provavo a mettermi ogni tanto. Anticonvenzionale perché lei, coraggiosa e scaltra, è un’eroina, lei salva l’amico Tommasone fatto prigioniero, lei gli infonde il coraggio necessario a tirare fuori ‘il drago che è in lui’, lei sfida i cattivi. Un’eroina, ma non una supereroina.

La giovanna nel bosco
La giovanna nel bosco

RICORDO TRE

Mi piaceva perché era una storia dalle avventure fantastiche. La cattura del drago Tommasone colto di sorpresa mentre raccoglie more con la Giovanna innesca i tentativi di salvataggio da parte della Bambina e Ciccio (la dama salva il drago e non viceversa!). La vecchina Camilla li aiuta prestando loro una coperta magica che permette di sognare la soluzione di un problema (un sogno nel sogno! che cosa strana pensavo…), e così eccoli volare nascosti dalla coperta fin nel paese dei nani, vedere nella loro sfera di cristallo dove si trova la chiave della gabbia, ritornare alla realtà e liberare Tommasone, poi essere scoperti dalle guardie, essere accerchiati e infine combattere e uscirne vittoriosi.

RICORDO QUATTRO

I cattivi. C’erano, ci sono, e sono davvero cattivissimi, e mi facevano un po’ paura. Soprattutto il Barone Gualtiero, nell’immagine in cui sbircia la Giovanna e Tommasone nascosto dietro l’albero. I cattivi restano cattivi, non è che poi diventano buoni. Anzi, sono sconfitti dai buoni che sono i più piccoli e apparentemente indifesi (anche Ciccio avrà la sua esilarante rivincita!). Questo mi dava molta soddisfazione! (Dove sono i cattivi oggi nei libri per bambini? Il lupo cattivo… ad esempio? Ne abbiamo parlato qui).

la giovanna nel bosco
la giovanna nel bosco
la giovanna nel bosco

RICORDO CINQUE

Il drago Tommasone ovviamente era un personaggio che amavo molto e ricordo pure perché: buono, maldestro, buffo, goloso, pacioccone, affettuoso, ma all’occorrenza anche forte e feroce con i cattivi. Lui è, con la sua maldestria, il protagonista di una delle più divertenti scene che ricordo: inciampa in un pentolone proprio mentre sta scappando in punta di piedi nell’accampamento delle guardie cattive … Insomma, il compagno di avventure che qualsiasi bambino vorrebbe avere!

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LA GIOVANNA NEL BOSCO

RICORDO SEI

Il lettore partecipe. In diversi passaggi del libro, gli autori ammiccano con complicità al lettore mettendolo a conoscenza di cose che i protagonisti (la Giovanna e Tommasone) ancora non sanno. In questo modo, ricordo di essermi sentita davvero ‘dentro’ la storia. Non solo leggevo tutti i pensieri del cane Ciccio (mentre è chiaro che la Giovanna non sa cosa lui pensi), ma almeno due situazioni solleticavano la mia partecipazione: quando Tommasone scimmiotta il prepotente Barone Gualtiero, che nascosto sta assistendo alla scena (e io avrei tanto voluto avvertirli!), e quando la Giovanna bussa alla porta della casa-albero dell’amico (e io ridevo sotto i baffi sapendo chi la attendeva).

la giovanna nel bosco
la giovanna nel bosco

RICORDO SETTE

Concludo con diversi dettagli che non mi è stato necessario ricercare nel libro poiché li ricordavo benissimo:

Pancia mia fatti capanna”: un’espressione che suonava bizzarra, mi chiedevo perché proprio ‘capanna’… (e in generale mi piacevano tutti i pensieri di Ciccio).

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La casa-albero di Tommasone. Quanto mi faceva sognare! 

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L’attraversata della cascata…. e il volo sopra i crateri di vulcani…magico.. 

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E voi, ve la ricordate la mitica Giovanna? O avete altri libri della vostra infanzia che vi si sono ‘stampati’ dentro?

La Giovanna nel bosco

LA GIOVANNA NEL BOSCO
di Cristina Làstrego e Francesco Testa
Gallucci Editore
Anno di pubblicazione: 2015 (ed. or. 1979)
48 pp. | 22 x 29,5 cm. 
Prezzo di copertina: 16 euro

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4 risposte a “La Giovanna nel bosco”

  1. Elisa Nicita ha detto:

    Meraviglioso… finalmente dopo 45 anni posso finalmente sapere come finisce questa storia 😍 la prima volta avevo due anni più o meno, e guardavo le figure sul corriere dei piccoli, e sono rimasta con la curiosità di sapere come finiva…. adesso che ho ricordato il nome e ho trovato il libro lo acquisterò e finalmente leggerò il finale!!😁😍😘

  2. Roberta favia ha detto:

    Grazie Silvia di questa bella recensione, immagino la fatica di tornare bambina, mi piacerebbe riuscirci anch’io… Il libro che mi riporta là dove ti ha ricondotta Giovanna è “il gatto e il diavolo” di Joyce edito da Emme, l’ho amato tanto che ho provato a raccontarlo nel blog di topipittori per i martedì della Emme! Grazie!!

    • Silvia Sai Silvia Sai ha detto:

      Grazie a te Roberta per essere passata di qua. Non è stato facile, in effetti, per me poi che non riesco mai a tenere a mente i libri che leggo, anche quelli che più mi piacciono! Ma questo mi si era davvero stampato dentro. Vado subito a leggere il tuo racconto su Topipittori, non conosco nemmeno il libro di cui parli!

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